BARI - Per contrastare realmente la violenza sulle donne è indispensabile garantire loro un’autonomia economica.
Non di rado le donne che hanno subito violenza di genere in famiglia, purtroppo aumentata nel primo semestre 2024, dichiarano di non aver denunciato i loro aguzzini per timore di ripercussioni economiche sui figli minori e su loro stesse.
Come in un effetto domino, infatti, la mancanza di indipendenza economica incide profondamente e drammaticamente sulla loro vita, inducendole a sottomettersi e, di frequente, ad accettare azioni intollerabili.
Questa situazione non è più accettabile, anche in Puglia: si tratta di un’emergenza umana e sociale. La violenza sulle donne è trasversale e colpisce indifferentemente a ogni età e in ogni contesto. Nonostante campagne di sensibilizzazione, si continua a manifestare in molteplici forme: molestia, violenza domestica, gender gap, sfruttamento, violenze fisiche, sessuali e psicologiche, fino alla privazione arbitraria della libertà e della vita.
I dati raccolti dai Centri Anti Violenza (CAV) in Puglia confermano questa tremenda realtà . Nel 2023 si è registrato un incremento delle donne senza occupazione, prive di reddito personale (casalinghe e/o disoccupate), pari al 40,8%, e delle donne con occupazioni precarie, al 17,4%. È fondamentale quindi, analizzare attentamente questi dati.
Quello che appunto ormai diventa chiaro è che l’esigenza di libertà delle donne è fortemente ostacolata dalla mancanza di autonomia economica. Foggia e BAT, con oltre il 50% di donne in queste condizioni, detengono questo triste primato regionale. Madri di minori e prive di reddito personale, spesso si trovano isolate e costrette a crescere i figli senza il supporto del partner. Questi dati ci consentono di sottolineare che per frenare la violenza di genere vi è la necessità di misure strutturate, mirate a favorire una maggiore inclusione femminile nel mondo del lavoro.
La Cisl Puglia è da sempre impegnata a proporre integrazione e partecipazione attiva delle donne nel mondo del lavoro, sostenendo una piena affermazione della loro indipendenza economica e del principio di pari opportunità di genere. Per ottenere questo, fondamentali risultano essere le azioni intraprese a sostegno di quei tavoli contrattuali, confederali e categoriali, in grado di garantire percorsi efficaci di welfare e superare le molteplici disparità tra uomo e donna, a partire da quelle retributive.
Riteniamo importanti le misure a favore dell’occupazione femminile presenti nella Legge di Bilancio nazionale, che recepiscono diverse richieste avanzate dalla Cisl al Governo. Altrettanto efficace sarà continuare a promuovere una cultura della parità , del rispetto e del rifiuto della violenza, percorso da avviare nella scuola, a ogni livello di istruzione. Per il benessere delle donne e della società intera, dobbiamo impegnarci tutti non solo nella semplice condanna, ma contrastandolo con azioni concrete.
Non di rado le donne che hanno subito violenza di genere in famiglia, purtroppo aumentata nel primo semestre 2024, dichiarano di non aver denunciato i loro aguzzini per timore di ripercussioni economiche sui figli minori e su loro stesse.
Come in un effetto domino, infatti, la mancanza di indipendenza economica incide profondamente e drammaticamente sulla loro vita, inducendole a sottomettersi e, di frequente, ad accettare azioni intollerabili.
Questa situazione non è più accettabile, anche in Puglia: si tratta di un’emergenza umana e sociale. La violenza sulle donne è trasversale e colpisce indifferentemente a ogni età e in ogni contesto. Nonostante campagne di sensibilizzazione, si continua a manifestare in molteplici forme: molestia, violenza domestica, gender gap, sfruttamento, violenze fisiche, sessuali e psicologiche, fino alla privazione arbitraria della libertà e della vita.
I dati raccolti dai Centri Anti Violenza (CAV) in Puglia confermano questa tremenda realtà . Nel 2023 si è registrato un incremento delle donne senza occupazione, prive di reddito personale (casalinghe e/o disoccupate), pari al 40,8%, e delle donne con occupazioni precarie, al 17,4%. È fondamentale quindi, analizzare attentamente questi dati.
Quello che appunto ormai diventa chiaro è che l’esigenza di libertà delle donne è fortemente ostacolata dalla mancanza di autonomia economica. Foggia e BAT, con oltre il 50% di donne in queste condizioni, detengono questo triste primato regionale. Madri di minori e prive di reddito personale, spesso si trovano isolate e costrette a crescere i figli senza il supporto del partner. Questi dati ci consentono di sottolineare che per frenare la violenza di genere vi è la necessità di misure strutturate, mirate a favorire una maggiore inclusione femminile nel mondo del lavoro.
La Cisl Puglia è da sempre impegnata a proporre integrazione e partecipazione attiva delle donne nel mondo del lavoro, sostenendo una piena affermazione della loro indipendenza economica e del principio di pari opportunità di genere. Per ottenere questo, fondamentali risultano essere le azioni intraprese a sostegno di quei tavoli contrattuali, confederali e categoriali, in grado di garantire percorsi efficaci di welfare e superare le molteplici disparità tra uomo e donna, a partire da quelle retributive.
Riteniamo importanti le misure a favore dell’occupazione femminile presenti nella Legge di Bilancio nazionale, che recepiscono diverse richieste avanzate dalla Cisl al Governo. Altrettanto efficace sarà continuare a promuovere una cultura della parità , del rispetto e del rifiuto della violenza, percorso da avviare nella scuola, a ogni livello di istruzione. Per il benessere delle donne e della società intera, dobbiamo impegnarci tutti non solo nella semplice condanna, ma contrastandolo con azioni concrete.