Alta tensione in Siria: i ribelli avanzano verso Damasco, Assad introvabile

La situazione in Siria si aggrava ulteriormente con i ribelli che consolidano il controllo su ampie zone del paese. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, gli oppositori del regime di Bashar al-Assad sono entrati nella città di Homs, mentre, dopo aver conquistato Quneitra, nel Golan, al confine con Israele, si avvicinano sempre di più alla capitale, Damasco, occupandone già i sobborghi meridionali.

Allarme internazionale: evacuazioni e rinforzi

Gli Stati Uniti hanno invitato i propri cittadini a lasciare immediatamente la Siria, mentre Israele ha rafforzato la presenza militare sul Golan, ritenendo imminente il crollo del regime di Assad. Secondo fonti statunitensi riportate dalla Cnn, il governo di Assad potrebbe perdere ogni controllo entro pochi giorni.

Un funzionario americano, parlando alla rete, ha evidenziato che “l’unica opzione per fermare l’avanzata dei ribelli sarebbe un colpo di Stato organizzato all’interno del regime, ma Assad ha prevenuto questa possibilità eliminando potenziali rivali”.

Dov’è Assad? Le speculazioni sulla fuga

La posizione del presidente siriano è incerta. L’ufficio presidenziale ha dichiarato che le voci su una fuga di Assad sono false e che il leader continua a svolgere le sue funzioni da Damasco. Tuttavia, diverse fonti occidentali suggeriscono il contrario.

Secondo un rapporto di Bloomberg, Assad sarebbe fuggito in Teheran, dove potrebbe negoziare un accordo per il proprio esilio in condizioni di sicurezza. La Cnn, citando fonti informate, sostiene che il presidente non si trova in nessuno dei luoghi abituali della capitale siriana e che la sua guardia personale è scomparsa dai punti strategici della città.

Trump: “Non coinvolgere gli Stati Uniti”

Dal lato americano, il presidente eletto Donald Trump ha ribadito la sua posizione isolazionista. “Gli Stati Uniti non dovrebbero farsi coinvolgere nella guerra in Siria. È un disastro, ma non è una nostra battaglia”, ha dichiarato Trump, evidenziando il suo scetticismo sull’intervento diretto nella regione.

Un futuro incerto

La crisi siriana sembra essere a un punto di svolta, con il regime di Assad sempre più fragile e la comunità internazionale divisa sul da farsi. Se la caduta del presidente dovesse concretizzarsi, si aprirebbe una nuova fase per il Paese, con interrogativi sul futuro politico e sulla stabilità di una regione già profondamente segnata dal conflitto.