Ciao Giuditta, regina del varietà

FRANCESCO GRECO. ROMA - A fine spettacolo, andai a salutarla in un camerino traboccante di fiori. Era altissima, bellissima, capelli sciolti sulle spalle, un sorriso infantile. Renato Rascel invece le arrivava alle spalle, non era alto più di un metro e 60. Volle sapere la testata dove sarebbe uscito l’articolo.

Se n’è andata a 83 anni Giuditta Saltarini, dopo aver eroicamente combattuto con la malattia (lo ha detto in lacrime il figlio Cesare, nato nel 1973).

Grande attrice, era timida, disdegnava apparire, la popolarità la infastidiva, me ne accorsi quella sera al “Quirino” dallo sguardo, Era pudica.

Era il 31 dicembre, nel foyer abiti luccicanti, pellicce, gioielli. Una signora voleva regalarmi un biglietto che le avanzava.

A mezzanotte meno un quarto interruppero lo spettacolo (non ricordo il titolo), la produzione fece distribuire i bicchieri di carta, passarono i ragazzi con lo champagne. Noi eravamo seduti in galleria.

Meno 10, 9, 8… Arrivò l’anno nuovo, auguri e auguri, fra sconosciuti, brindammo e poi lo spettacolo riprese. Intorno a noi facce felici, famiglie, sposini in viaggio di nozze. Grandi professionisti, Giuditta e Renato e la compagnia presero i loro applausi.

Era l’una, autobus non ne passavano, non restava che tornare a casa by feet, all’epoca si abitava a Piazza Bologna. Dal centro un bel pezzo di strada.

Non sapevamo che i Romani avessero l’abitudine di festeggiare l’anno nuovo buttando in strada le cose vecchie: sedie rotte, mobili polverosi e quant’altro.

“Scappi signore!”, mi gridò un bambino dal quarto piano al Castro Laurenziano.

Stordito dai petardi, accecato dalle “fontanelle”, riuscii ad arrivare sano e salvo.

Proprio pochi giorni fa Pier Francesco Pingitore ha detto: “Ci manca il varietà”, e per un vispo 90enne è tutto dire.

Giuditta Saltarini è stata la regina del teatro leggero, senza tanti messaggi criptici. Ci mancherà il suo sorriso.

Ciao Giuditta!