La ricerca: valore assoluto ed esercizio di libertà. Presentato al Politecnico il modello italiano per la sicurezza


BARI
– La ricerca rappresenta un valore assoluto, un ponte verso la conoscenza e un esercizio di libertà, come sancito dall’articolo 33 della Costituzione italiana. Tuttavia, in un contesto geopolitico sempre più complesso, la necessità di proteggere l’integrità e la sicurezza della ricerca diventa cruciale.

Il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), con il coordinamento del Rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino, ha presentato un innovativo modello italiano per la sicurezza della ricerca durante la Conferenza Nazionale su “Sicurezza e Integrità della Ricerca”, tenutasi il 4 dicembre scorso presso l’aula magna “Attilio Alto” del Politecnico di Bari.

Un sistema nazionale per la sicurezza della ricerca

Tra le priorità emerse dalla Conferenza, vi è la creazione di un sistema nazionale di sicurezza della ricerca che mitighi i rischi di interferenze straniere e protegga il valore della conoscenza generata dai ricercatori italiani. Tale esigenza, condivisa a livello europeo e promossa nel contesto del G7 Scienza e Tecnologia, trova riscontro nelle raccomandazioni del Consiglio dell’Unione Europea del maggio 2024.

Il gruppo di lavoro ministeriale, coordinato da Francesco Cupertino e composto da esperti del settore, ha intrapreso un percorso strutturato per definire strategie, linee guida e strumenti operativi. Dopo la somministrazione di un questionario alle università e agli enti di ricerca italiani nel settembre 2024, sono seguiti workshop tecnici a Genova e Roma, culminati con l’evento di Bari.

Il portale della sicurezza della ricerca

Nel corso della Conferenza, è stato presentato il portale www.sicurezzaricerca.mur.gov.it, creato in collaborazione con Cineca. Questo strumento rappresenta una vera e propria “cassetta degli attrezzi” per università ed enti di ricerca, offrendo risorse utili come linee guida, moduli formativi e strumenti di autovalutazione.

Il modello proposto prevede che i responsabili dei progetti compilino una scheda di autovalutazione dei rischi su tre principali filoni:

  1. Natura della ricerca, con riferimento ai 10 settori identificati dall’UE.
  2. Provenienza dei fondi esterni.
  3. Partnership con enti esterni.

Il cronoprogramma: dalla sperimentazione alla piena operatività

Il sistema entrerà in una fase di sperimentazione nella prima metà del 2025, coinvolgendo un numero limitato di università ed enti di ricerca per testare e perfezionare le misure proposte. A partire dalla seconda metà dello stesso anno, sarà attivato il servizio nazionale per la sicurezza della ricerca. L’iniziativa sarà pienamente operativa entro il 2026, garantendo nuove misure di sicurezza per tutto il sistema della ricerca italiana.

Un impegno per il futuro

La Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, intervenuta in collegamento online, ha espresso il proprio apprezzamento per il lavoro svolto dal gruppo di esperti guidato da Cupertino. Anche il sottosegretario Alfredo Mantovano ha sottolineato l’importanza strategica di un sistema di sicurezza capace di proteggere la ricerca in un’epoca caratterizzata da conflitti e competizioni globali.