Lecce: omicidio in via Papini, un kalashnikov per uccidere Giuseppe De Giosa

LECCE - A Lecce torna l’ombra della violenza armata. Nel pomeriggio di oggi, in via Papini, è stato assassinato a colpi di kalashnikov Giuseppe De Giosa, 43 anni, originario di Bari e già noto alle forze dell’ordine. Secondo i primi rilievi effettuati dalla polizia scientifica, almeno tre colpi sono stati esplosi contro la vittima, uccidendola sul colpo.

Il ritrovamento e le prime ipotesi

Il corpo senza vita di De Giosa è stato trovato nei pressi della sua Fiat Panda, all’interno della quale, così come vicino al cadavere, sono stati rinvenuti sette chili di hashish, confezionati e pronti per lo spaccio. Questo dettaglio rafforza l’ipotesi che il delitto possa essere legato a contrasti nell’ambito del traffico di sostanze stupefacenti.

Secondo gli investigatori, De Giosa potrebbe aver sconfinato in un territorio controllato da altri gruppi criminali, scatenando la reazione letale dei suoi assassini. Tuttavia, gli inquirenti non escludono altre piste e proseguono le indagini, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Lecce.

La scena del crimine

La dinamica dell’omicidio appare chiara nella sua brutale esecuzione. I colpi sono stati esplosi a distanza ravvicinata, con l’uso di un’arma automatica, il kalashnikov, che lascia pochi dubbi sulla premeditazione dell’attacco. La scientifica ha esaminato attentamente la zona, raccogliendo indizi utili per risalire ai responsabili.

La salma è stata trasferita in obitorio e sarà sottoposta ad autopsia, con l’obiettivo di chiarire ulteriori dettagli sulla dinamica del delitto.

Indagini in corso

Le forze dell’ordine stanno analizzando i contatti e i movimenti recenti della vittima per comprendere il contesto esatto dell’omicidio. Gli investigatori stanno vagliando l’ipotesi di un regolamento di conti all’interno del mercato della droga, ma non escludono altre piste che possano emergere dall’esame delle prove e delle testimonianze raccolte.

Preoccupazione espressa da Mons. Seccia

All’indomani dell’efferato omicidio consumatosi nel tardo pomeriggio di ieri nel quartiere di Santa Rosa, l’arcivescovo Michele Seccia e l’arcivescovo coadiutore Angelo Raffaele Panzetta esprimono congiuntamente “preoccupazione e sconcerto per quanto accaduto in un orario e il un luogo che ha messo a rischio la vita di altre persone che vivono nella zona. È terribile pensare che, mentre ci apprestiamo a celebrare il Natale, la festa per eccellenza che celebra il dono della vita, la cultura della violenza e della morte prendano il sopravvento sulla serena convivenza civile”.

“Chiediamo - proseguono i presuli - alle Forze dell’ordine e a quanti sovrintendono alla sicurezza e all’ordine pubblico della nostra città, di fare al più presto chiarezza sulla vicenda, di scoprire i colpevoli di tale gesto spietato e crudele e di intensificare ancor di più i controlli sullo spaccio di droghe che specie tra i più giovani non può e non deve diventare una questione cui forse, un po’ tutti, ci stiamo facendo l’abitudine”.

“Le famiglie, il mondo della scuola, gli oratori parrocchiali - concludono Seccia e Panzetta - si facciano ancor di più carico della missione educativa cui sono chiamati per prevenire le devianze e per proporre modelli che aiutino i ragazzi e le ragazze a crescere secondo giustizia e verità”.