Mattarella scuote gli italiani: "La speranza siamo noi"

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NICOLA ZUCCARO - "Nel 2025 celebreremo gli 80 anni della Liberazione. È fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all'Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità. Una ricorrenza importante. Essa reca il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all'Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia".

Nel suo decimo discorso di fine anno agli italiani, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha introdotto così la ricorrenza del 25 aprile 1945, quando l'Italia fu liberata dalle forze di occupazione nazifascista, dopo due anni di intensa e cruenta guerra civile che insanguinò il Paese.

Nell'introdurre la celebrazione di questo importante anniversario, il capo dello Stato ha voluto rimarcare l'attualità dei valori precedentemente richiamati. Essi - ha aggiunto Mattarella - si esprimono attraverso l'ampia partecipazione dei cittadini al voto, quale momento di rafforzamento della democrazia.

Un concetto già esternato il 17 dicembre in occasione degli auguri alle alte cariche dello Stato, ma che ha voluto ribadire a tutti gli italiani per sottolineare che questo compito, quale bene della Repubblica, compete alla politica per mezzo della mediazione delle istituzioni.

Nel suo messaggio, durato circa 20 minuti e rivolto in piedi con alle spalle l'albero di Natale, la bandiera italiana e dell'Unione Europea, e lo stendardo della Repubblica, Mattarella ha sollecitato l'Italia a impegnarsi per consolidare e sviluppare le ragioni poste dalla Costituzione, quale base della comunità nazionale.

"È un'impresa - ha poi proseguito - che si trasmette da una generazione all'altra".

Infine, prima di augurare il buon anno a tutti, ha citato la speranza. Essa per Mattarella non può tradursi soltanto in attesa inoperosa, perché "la speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte".