''Nice To Rock You'', il nuovo libro di Ezio Guaitamacchi, Leonardo Follieri e Jessica Testa: INTERVISTA
A CURA DI MASSIMO IAVARONE - E' libreria e negli store digitali “Nice To Rock You – Incontri che hanno fatto la storia della musica” (Hoepli), il nuovo libro dello scrittore e critico musicale Ezio Guaitamacchi, del giornalista Leonardo Follieri e della giornalista e musicista Jessica Testa con la prefazione di Manuel Agnelli.
“Nice to Rock You” racconta l’incontro fortunato (e spesso fortuito) tra grandi protagonisti della storia del rock senza i quali il mondo della musica avrebbe vissuto vicende diverse. Gli autori guidano il lettore nei momenti in cui il destino di due o più personaggi ha intrecciato le sue fila, dando vita a scenari nuovi, inaspettati, che hanno contribuito a dare una direzione precisa al flusso inarrestabile e mutevole della storia.
Il libro, diviso in cinque sezioni (“ONCE IN A LIFETIME – Incontri che hanno fatto epoca”, “TWO OF US – Incontri di anime gemelle”, “MONEY FOR NOTHING – Incontri tra arte e business”, “WHO ARE YOU – Incontri avvenuti per caso” e “OLD FRIENDS – Incontri tra amici”), racconta trenta incontri speciali in ambiti diversi, approfondendo momenti, luoghi e circostanze curiose e spesso poco conosciute. Ogni racconto è arricchito da immagini ad hoc e da due canzoni che si possono ascoltare tramite QR code diventando così una colonna sonora ideale delle storie narrate.
Ezio Guaitamacchi è musicologo, musicista ed entertainer, è un decano del giornalismo e della critica musicale. Autore di venticinque saggi su rock e dintorni, è conduttore radio e tv, docente, musicista e storyteller.
Leonardo Follieri, giornalista e autore. Il suo primo libro, tradotto anche in spagnolo, è “Rock & Arte” (Hoepli, 2018). Ha dato il suo contributo a “1973 – L'anno cruciale della musica raccontato in 73 dischi leggendari” (Arcana, 2023). Dal 2016 è coordinatore della redazione e delle produzioni di Jam TV.
Jessica Testa, giornalista, violinista e autrice. Ha collaborato alla nuova edizione de “La storia del rock” (Hoepli, 2022), “1973 – L’anno cruciale della musica raccontato in 73 dischi leggendari” (Arcana, 2023), “Manuale di storia della popular music e del jazz” (Volontè & Co, 2022) e curato le ricerche per “SHE'S A WOMAN – Storie di coraggio, orgoglio, amore e (dis)onore di 33 regine della musica” (Rizzoli Lizard, 2023). È redattrice di Jam TV dal 2016.
Come nasce “Nice to Rock You”?
La voglia di raccontare la musica che ci appassiona. Io (Leonardo Follieri) e Jessica Testa avevamo proposto ad Ezio Guaitamacchi, direttore della collana di musica della Hoepli, l’idea di un podcast che aveva come titolo proprio “Nice To Rock You”. Lui ci ha suggerito di partire con la stessa idea per un libro per poi valutare successivamente altri eventuali sviluppi, ed era rimasto piacevolmente incuriosito proprio dal titolo “Nice To Rock You”, dove la parola “Rock” sostituisce la parola “Meet” in uno dei più classici convenevoli in lingua inglese: dopo che ci si presenta per la prima volta, in genere si dice infatti all’altra persona appena incontrata “Nice To Meet You”, cioè ”piacere di conoscerti”.
Qual è l'incontro che ritiene più importante nella storia della musica?
L’incontro degli incontri è probabilmente quello tra Elvis Presley e Marion Keisker, la segretaria di Sam Phillips della Sun Records. Fu lei per prima ad appuntarsi nell’estate del 1953 il nome di “quel bel ragazzo con le basette” e “ottimo interprete di ballad” come lei stessa lo aveva definito, sbagliando tra l’altro il cognome sul suo foglio perché aveva scritto “Elvis Pressley”, aggiungendo quindi una “s” in più. Il 5 luglio 1954 Elvis registrò, sempre nei mitici studi della Sun, la sua cover di “That’s All Right, Mama” di Arthur “Big Boy” Crudrup e sarebbe iniziata un’autentica rivoluzione. Senza quell’episodio probabilmente la storia sarebbe stata diversa o avremmo dovuto attendere ancora per parlare di un certo tipo di musica.
Ai lettori verrebbe da pensare quello tra Lennon e McCartney, o quello tra Elton John e Bernie Taupin, però la storia della musica è piena di incontri che hanno cambiato il corso degli artisti, se questi incontri non ci fossero mai stati gli artisti avrebbero comunque lasciato un segno?
Sì, perché sicuramente avrebbero trovato altri modi per proporre la loro musica. Nelle nostre storie si può leggere sicuramente tanta ingenuità giovanile dei giovani protagonisti che sarebbero poi diventate grandi rockstar, ma si può intravedere già dalle prime battute la loro tenacia e la loro determinazione. La Decca Records ad esempio aveva scartato i Beatles a seguito di alcune audizioni, ma i Fab Four sarebbero comunque riusciti a conquistare un contratto discografico dopo che la loro musica giunse alle orecchie del produttore, nonché direttore della Parlophone, George Martin; la Decca, memore di quello sbaglio, non si lasciò sfuggire qualche tempo dopo i Rolling Stones. Questo per dire che se un artista ha un grande talento, una forte personalità artistica e delle belle canzoni, prima o poi emerge… o almeno la storia questo ci insegna.
Quincy Jones, Clive Davis, Rick Rubin, David Foster sono stati, e lo sono ancora, grandi produttori che hanno segnato in modo definitivo le carriere di moltissimi artisti. Quanto è importante un produttore nella percorso artistico di un cantante?
È fondamentale e spesso è importante anche solo per indirizzare il suo talento; se riesce a non snaturarlo e a incanalarlo nella giusta direzione può ottenere grandi risultati in termini artistici. Nella terza sezione del nostro libro, dedicata proprio agli incontri tra gli artisti con produttori e manager, diamo ampio risalto anche ad esempio a nomi come Tony Visconti, produttore e grande amico di David Bowie, che per primo credette in lui dopo il flop del primo album, e a Jack Endino, senza del quale sicuramente il mondo non avrebbe iniziato a conoscere i Nirvana.
Spesso ci vengono in mente gli incontri storici in ambito internazionale, mentre in Italia tutti ricordano principalmente quello di Lucio Battisti e Mogol, ne ricorda qualcun altro che abbia inciso in modo importante nella storia della nostra musica?
Tra quelli che raccontiamo nell’ultima sezione del libro ci sono storie di grandi amicizie italiane tra artisti italiani, non meno importanti di quelle internazionali, anzi. Penso che l’incontro tra Pino Daniele e James Senese abbia introdotto il giovane Pino nell’ambiente giusto al momento giusto per farsi le ossa nel breve periodo in cui suonò per alcuni mesi il basso nei Napoli Centrale, il rivoluzionario gruppo jazz fusion fondato da Senese. Non è nel libro, ma un incontro sicuramente significativo che mi viene in mente e che è avvenuto in Italia è quello tra la PFM e De André: il gruppo propose il suo modo di arrangiare i brani a Faber, arricchendo musicalmente un repertorio fatto di canzoni già straordinarie.
Da ragazzino quali erano i primi artisti che ha ascoltato?
Il mio giocattolo preferito da bambino era un mangiadischi col quale passavo giornate intere ad ascoltare 45 giri di ogni tipo. In ambito rock i primi ricordi nitidi sono legati al “Greatest Hits II” dei Queen e alla cassetta di “Wish You Were Here” dei Pink Floyd dei miei zii: in entrambi i casi fu amore a primo ascolto.
Questo nuovo viaggio dove condurrà i lettori?
Per ogni storia abbiamo selezionato due brani che si possono ascoltare tramite QR Code: non sono necessariamente i pezzi più famosi degli artisti di cui abbiamo scritto nel libro, ma sono brani legati agli incontri e quindi fungono da colonna sonora ideale durante la lettura. Poi, da quelle canzoni da noi selezionate, c’è tutto un mondo da scoprire o da riscoprire…