No al Parco eolico offshore Otranto-Leuca: Pagliaro, 'A Castro il grido del Salento per difendere bellezza e identità'
CASTRO – Una manifestazione vibrante e partecipata ha avuto luogo oggi a Castro, dove cittadini, amministratori locali e associazioni si sono uniti per esprimere la loro ferma opposizione al progetto del parco eolico offshore di Odra Energia. Al centro della protesta, l’esigenza di difendere il patrimonio paesaggistico, storico e culturale della costa salentina, minacciato dalla realizzazione di 73 turbine alte quasi 300 metri.
Paolo Pagliaro: "Il Salento non si arrende"
"Il Salento non si arrende – dichiara Paolo Pagliaro, consigliere regionale e capogruppo La Puglia Domani. – Oggi Castro è stato il cuore pulsante di una terra che lotta per difendere la propria bellezza e identità. Questo non è solo un sit-in, ma un grido d’amore per un territorio unico al mondo".
Pagliaro ha sottolineato come il progetto, pur ridimensionato nel numero di turbine, continui a rappresentare "uno sfregio su un’opera d’arte". "Non si tratta di essere contro il futuro o l’energia pulita, ma di dire no a un progetto che sacrifica un paesaggio unico, un tratto identitario del Salento, per fare spazio a un’opera invasiva e deturpante", ha aggiunto.
La corsa contro il tempo
Il Ministero dell’Ambiente ha concesso fino all’11 dicembre per presentare osservazioni al progetto. Sindaci e amministratori locali sono determinati a far valere le proprie ragioni. "Non si può trattare un territorio così prezioso anteponendo speculazioni economiche alle persone e alla natura", ha detto Pagliaro.
"La Puglia ha già dato"
Pagliaro ha ricordato i numeri che dimostrano come la Puglia abbia già contribuito in modo significativo alla produzione di energia eolica in Italia: con 4.500 ettari destinati a impianti industriali, la regione rappresenta oltre un quarto della capacità eolica nazionale. Le richieste per l’eolico offshore lungo le sue coste ammontano a 27,5 GW, dieci volte l’obiettivo nazionale.
Danni ambientali e culturali
Tra i punti critici evidenziati: il rischio di distruzione dei fondali marini, lo stress per la fauna, impatti devastanti su pesca e navigazione, e un’inquinamento visivo che comprometterebbe il panorama. "Pensare che un turista al tramonto debba vedere turbine invece delle montagne d’Albania è un pugno nello stomaco", ha detto Pagliaro.
Il convegno e l’appello delle istituzioni locali
Al termine del sit-in, un incontro nell’aula consiliare del Comune di Castro ha visto la partecipazione di amministratori locali, esperti e associazioni. Il professor Francesco D’Andria ha sottolineato come l’area sia "uno dei punti più sensibili del Mediterraneo dal punto di vista storico, culturale e archeologico".
Marcello Seclì di Italia Nostra ha ribadito la contrarietà del suo movimento all’impianto, criticando le posizioni ambigue di altre associazioni ambientaliste. Rappresentanti del Movimento Regione Salento hanno evidenziato i rischi tecnici legati alla trivellazione e all’interramento dei cavi.
Un fronte compatto per il Salento
"Il nostro territorio è un’antica poesia scolpita nella pietra e nel mare. Lo difenderemo con il cuore e la voce", ha concluso Pagliaro, ribadendo la necessità di puntare su energie rinnovabili in aree industrializzate o in alto mare, lontane dalle coste, per conciliare progresso e rispetto della natura.