Operazione della Guardia di Finanza nel Barese: sequestri per 5 milioni e misure cautelari per 17 persone
BARI - I finanzieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito, nella giornata odierna, un’importante operazione che ha portato all’applicazione di misure cautelari e al sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro. L’azione coinvolge 17 persone fisiche e tre persone giuridiche, su disposizione del gip del Tribunale di Bari e su richiesta della Procura della Repubblica.
Tra le misure adottate, figurano gli arresti domiciliari per 4 persone e misure interdittive, che prevedono il divieto temporaneo di esercitare determinate professioni o ruoli direttivi in aziende e imprese, per altre 2 persone. Inoltre, agli indagati sono stati notificati avvisi di conclusione delle indagini preliminari.
Un’indagine complessa e articolata
L’operazione odierna è il risultato di un’articolata attività investigativa coordinata dalla Procura di Bari e condotta dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Bitonto. Le indagini avrebbero smascherato una presunta associazione a delinquere dedita all’emissione di fatture per operazioni inesistenti e al riciclaggio dei proventi illeciti. Il presunto sodalizio operava prevalentemente tra Bitonto e Bari.
Secondo quanto emerso, gli indagati avrebbero utilizzato imprese fittizie, prive di reale consistenza patrimoniale e logistica, definite “cartiere”, per emettere fatture false nei confronti di società reali (“good company”). Il sistema prevedeva il prelievo in contante delle somme trasferite mediante bonifici e la successiva restituzione ai clienti, trattenendo una commissione pari al 22% dell’imponibile esposto in fattura, corrispondente all’IVA.
Un mercato illecito di “denaro e fatture”
In alcuni casi, gli appartenenti al presunto gruppo criminale si sarebbero recati presso i clienti con denaro contante prima dell’emissione delle fatture e dei bonifici, utilizzando il contante come una vera e propria “merce”. Questo sistema permetteva agli indagati di reintrodurre liquidità attraverso bonifici che includevano anche l’IVA, incrementando così il guadagno illecito.
Il gruppo avrebbe anche utilizzato indirizzi di posta elettronica denominati “pacco di sale” (“Pacc D’ Seul” in gergo barese), per rappresentare le imprese fittizie. Questa espressione, che indica qualcosa di poco valore, veniva impiegata per sottolineare la natura vuota e artificiosa delle “cartiere”.
Dimensioni e impatti della frode
Gli accertamenti investigativi hanno evidenziato che, tra il 2018 e il 2023, il gruppo avrebbe emesso circa 1.250 fatture false per un valore complessivo superiore a 10 milioni di euro, coinvolgendo 165 operatori economici. Tra gli utilizzatori delle fatture fittizie, sono state individuate anche imprese di rilevanti dimensioni, operanti in settori diversificati come edilizia, gestione rifiuti, commercio di autovetture, produzione di olio d’oliva, e altri.
La frode avrebbe consentito ai beneficiari di abbattere la base imponibile e ridurre le imposte, mentre il gruppo criminale otteneva facili guadagni trattenendo una percentuale significativa delle somme.
Ulteriori coinvolgimenti e reati contestati
Tra gli indagati figurano anche funzionari pubblici, tra cui un direttore di banca e un dipendente di un ufficio postale, accusati di agevolare i prelievi di denaro e il riciclaggio, in violazione delle normative antiriciclaggio. Inoltre, 4 appartenenti alla Guardia di Finanza e 3 funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sono indagati per reati quali peculato, ricettazione e falso.
Secondo le indagini, alcuni di questi avrebbero sottratto beni sottoposti a controllo doganale, tra cui pannelli solari, biciclette elettriche e capi d’abbigliamento, e avrebbero ricevuto utilità illecite come viaggi e pasti da imprenditori sottoposti a verifiche.
Un monito contro le frodi economiche
L’operazione rappresenta un ulteriore passo avanti nella lotta alle frodi economiche e al riciclaggio, sottolineando l’importanza di un’azione investigativa rigorosa per tutelare il sistema economico e fiscale del Paese.