Putignano, i giudici gli cancellano oltre 110 mila euro di debito: per un ex imprenditore sarà finalmente un sereno Natale
BARI - Una storia a lieto fine, come in un moderno canto di Natale. Un uomo di Putignano ha ottenuto presso il Tribunale di Bari lo stralcio di oltre 110 mila euro di debito. Ad assisterlo in aula è stata Legge3.it, organizzazione fondata da Gianmario Bertollo e Maria Sole Pavan per aiutare privati ed imprenditori ad uscire dal sovraindebitamento.
Ma andiamo con ordine. La vicenda inizia nei primi anni 2000, quando l’uomo iniziò a lavorare nell'azienda di famiglia, specializzata nel taglio di tessuti industriali. Nel 2010, prese la guida dell’attività, subentrando al padre. Inizialmente, le cose sembravano andare per il meglio, con un flusso regolare di commesse e clienti fissi, inclusa la produzione per conto di una società esterna.
Purtroppo, però, appena un anno dopo la situazione iniziò a degenerare. Uno dei principali clienti cominciò a ritardare i pagamenti fino a diventare insolvente, per poi dichiarare fallimento. Questo comportò una perdita economica significativa per l’azienda, impossibilitata a recuperare i suoi crediti, a rientrare delle spese sostenute e ad onorare i pagamenti. L’uomo fece tutto il possibile per continuare a pagare i fornitori per le materie prime già acquistate, e fu costretto a chiedere dei prestiti, accumulando così i primi debiti.
Nel tentativo di risollevarsi, nel 2014 l'azienda ottenne nuove commesse da un’altra società e venne trasformata in un’impresa familiare, coinvolgendo un altro membro della famiglia. Tuttavia, anche il nuovo cliente non rispettò i termini di pagamento, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria già molto precaria, finché nel 2018 furono costretti a chiudere definitivamente.
Ma l’incubo non era di certo finito. L’uomo si trovò sommerso da debiti accumulati durante gli anni di attività, che avevano superato i 110 mila euro. La situazione fu ulteriormente complicata da un accertamento fiscale nel 2021, che portò alla ricostruzione dei redditi di anni precedenti e all'iscrizione di ulteriori somme a suo carico.
Ormai distrutto emotivamente e psicologicamente, l’uomo decise di rivolgersi a Legge3.it, la sua ultima spiaggia, nella speranza di poter avviare una procedura di liquidazione controllata. Dopo aver appurato che avesse i requisiti per usufruire degli strumenti introdotti dalla Legge n. 3 del 2012, nota anche come Legge Salva suicidi, e dal successivo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, il Giudice del Tribunale di Bari al quale si erano rivolti ha disposto l’apertura della procedura di liquidazione controllata che porterà allo stralcio del 91% del debito, a fronte di un piano di rientro triennale che prevede il pagamento di una quota mensile sostenibile, che verrà versata dalla madre dell’uomo.
“Questa storia, purtroppo, rappresenta una casistica fin troppo frequente: piccoli imprenditori travolti dai ritardi di pagamento di clienti insolventi e dalle rigidità del sistema fiscale, costretti ad accumulare debiti e, infine, a chiudere. – Commenta Gianmario Bertollo – Nonostante anni di sacrifici e di impegno nel lavoro, per loro l’unica strada da intraprendere è il ricorso alle procedure previste dalla legge contro il sovraindebitamento per uscire da una situazione che, altrimenti, li condannerebbe ad un futuro insostenibile. Questa scelta rappresenta la sola ed unica opportunità legale per ripartire. Auguriamo a quest’uomo tutto il meglio e, dopo anni bui, gli auguriamo finalmente di trascorrere un sereno Natale.”
Ma andiamo con ordine. La vicenda inizia nei primi anni 2000, quando l’uomo iniziò a lavorare nell'azienda di famiglia, specializzata nel taglio di tessuti industriali. Nel 2010, prese la guida dell’attività, subentrando al padre. Inizialmente, le cose sembravano andare per il meglio, con un flusso regolare di commesse e clienti fissi, inclusa la produzione per conto di una società esterna.
Purtroppo, però, appena un anno dopo la situazione iniziò a degenerare. Uno dei principali clienti cominciò a ritardare i pagamenti fino a diventare insolvente, per poi dichiarare fallimento. Questo comportò una perdita economica significativa per l’azienda, impossibilitata a recuperare i suoi crediti, a rientrare delle spese sostenute e ad onorare i pagamenti. L’uomo fece tutto il possibile per continuare a pagare i fornitori per le materie prime già acquistate, e fu costretto a chiedere dei prestiti, accumulando così i primi debiti.
Nel tentativo di risollevarsi, nel 2014 l'azienda ottenne nuove commesse da un’altra società e venne trasformata in un’impresa familiare, coinvolgendo un altro membro della famiglia. Tuttavia, anche il nuovo cliente non rispettò i termini di pagamento, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria già molto precaria, finché nel 2018 furono costretti a chiudere definitivamente.
Ma l’incubo non era di certo finito. L’uomo si trovò sommerso da debiti accumulati durante gli anni di attività, che avevano superato i 110 mila euro. La situazione fu ulteriormente complicata da un accertamento fiscale nel 2021, che portò alla ricostruzione dei redditi di anni precedenti e all'iscrizione di ulteriori somme a suo carico.
Ormai distrutto emotivamente e psicologicamente, l’uomo decise di rivolgersi a Legge3.it, la sua ultima spiaggia, nella speranza di poter avviare una procedura di liquidazione controllata. Dopo aver appurato che avesse i requisiti per usufruire degli strumenti introdotti dalla Legge n. 3 del 2012, nota anche come Legge Salva suicidi, e dal successivo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, il Giudice del Tribunale di Bari al quale si erano rivolti ha disposto l’apertura della procedura di liquidazione controllata che porterà allo stralcio del 91% del debito, a fronte di un piano di rientro triennale che prevede il pagamento di una quota mensile sostenibile, che verrà versata dalla madre dell’uomo.
“Questa storia, purtroppo, rappresenta una casistica fin troppo frequente: piccoli imprenditori travolti dai ritardi di pagamento di clienti insolventi e dalle rigidità del sistema fiscale, costretti ad accumulare debiti e, infine, a chiudere. – Commenta Gianmario Bertollo – Nonostante anni di sacrifici e di impegno nel lavoro, per loro l’unica strada da intraprendere è il ricorso alle procedure previste dalla legge contro il sovraindebitamento per uscire da una situazione che, altrimenti, li condannerebbe ad un futuro insostenibile. Questa scelta rappresenta la sola ed unica opportunità legale per ripartire. Auguriamo a quest’uomo tutto il meglio e, dopo anni bui, gli auguriamo finalmente di trascorrere un sereno Natale.”
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