Quando Nando Martellini mi disse: “Vorresti...”
FRANCESCO GRECO. ROMA - “Anastasi, Anastasi... Splendida rete di
Anastasi per il 2 a zero dell’Italia... Campioni
d’Europa, Campioni d’Europa...”.
La voce era quella calda e rassicurante di Nando
Martellini, telecronista e gentiluomo: un mito vivente.
Era il 10 giugno del 1968, Stadio Olimpico di
Roma stracolmo, quasi 70mila spettatori, finale del
Campionato d’Europa, avversaria la Jugoslavia di
Dragan Dzajic.
Si era giocato due giorni prima, sempre a Roma, era finita 1 a 1. Valcareggi recuperò Burgnich, Salvadore al posto di Castano... Osò tre punte: Riva, Mazzola, Anastasi. E gli va di lusso.
Passarono molti anni, ai miei inizi di carriera, scrissi un pezzo che il caporedattore a “Olimpico” Massimo Lojacono intitolò: “Lo zero a zero può essere bello / ma questo telecronista è noioso”. Mi riferivo proprio a Martellini.
All’epoca nessuno metteva il muso. Tanto che quando telefonai per chiedere un’intervista, il Nando nazionale fu subito disponibile.
Al bar della Rai mi parlò della sua carriera, le partite più emozionanti che aveva commentato, quella finale dell’Olimpico, Mexico ’70, Italia- Germania 4-3, Brasile-Italia 4-1.
A un certo punto mi fece una domanda: “Vorresti scambiare la tua età con la mia esperienza?”. Non sapevo cosa dire, sorrisi, mi sembrava una domanda filosofica.
Vent’anni fa se ne andava Nando Martellini, un mito, un maestro da cui tutti abbiamo imparato.
Si era giocato due giorni prima, sempre a Roma, era finita 1 a 1. Valcareggi recuperò Burgnich, Salvadore al posto di Castano... Osò tre punte: Riva, Mazzola, Anastasi. E gli va di lusso.
Passarono molti anni, ai miei inizi di carriera, scrissi un pezzo che il caporedattore a “Olimpico” Massimo Lojacono intitolò: “Lo zero a zero può essere bello / ma questo telecronista è noioso”. Mi riferivo proprio a Martellini.
All’epoca nessuno metteva il muso. Tanto che quando telefonai per chiedere un’intervista, il Nando nazionale fu subito disponibile.
Al bar della Rai mi parlò della sua carriera, le partite più emozionanti che aveva commentato, quella finale dell’Olimpico, Mexico ’70, Italia- Germania 4-3, Brasile-Italia 4-1.
A un certo punto mi fece una domanda: “Vorresti scambiare la tua età con la mia esperienza?”. Non sapevo cosa dire, sorrisi, mi sembrava una domanda filosofica.
Vent’anni fa se ne andava Nando Martellini, un mito, un maestro da cui tutti abbiamo imparato.