Salento in difesa del mare: protesta compatta contro il parco eolico offshore

CASTRO - Un sabato di protesta si è svolto a Castro, dove cittadini, associazioni, movimenti politici e amministratori locali si sono uniti in un grido comune: “NO” al parco eolico offshore. La proposta prevede la costruzione di 73 turbine alte quasi 300 metri lungo il tratto costiero di Otranto, Santa Cesarea Terme, Castro e Leuca, un progetto che molti definiscono uno “scempio ambientale”.

Un appello unanime per la difesa del Salento

Il sindaco di Castro, avv. Luigi Fersini, è stato tra i primi a opporsi con fermezza al progetto. La protesta ha visto la partecipazione di Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, insieme a cittadini e rappresentanti di associazioni ambientaliste. Per D’Agata, il progetto rappresenta uno “sfregio su un’opera d’arte”, con un impatto visivo devastante che snatura il paesaggio unico del Salento.

In prima linea anche sindaci e consiglieri locali, decisi a far valere le proprie ragioni. Il fronte è compatto e trasversale: si tratta di una battaglia che supera i confini politici e che unisce l’intera comunità nel nome della tutela di un territorio prezioso.

Una corsa contro il tempo

Il Ministero dell’Ambiente ha concesso solo 15 giorni, fino all’11 dicembre, per presentare osservazioni sul progetto. I rappresentanti locali denunciano la ristrettezza dei tempi concessi per un tema così importante, ribadendo la necessità di proteggere il valore paesaggistico, storico e culturale di un’area unica al mondo.

Numeri che pesano: il Salento ha già dato

La Puglia è già una delle regioni più sfruttate per l’energia eolica, con circa 4.500 ettari di superficie dedicata all’eolico industriale, che rappresenta oltre un quarto del totale nazionale. Inoltre, le richieste per impianti offshore lungo le coste pugliesi raggiungono una potenza complessiva di 27,5 GW, dieci volte l’obiettivo nazionale.

Non si può anteporre la speculazione economica agli interessi delle persone e del territorio,” affermano i sindaci coinvolti. L’idea di trasformare le coste del Salento in un enorme parco eolico offshore viene percepita come un’ulteriore violazione di una terra che ha già sopportato troppo.

Un grido d’amore per il Salento

La protesta di Castro è stata un inno all’unicità del territorio salentino, una zona che rappresenta un patrimonio naturale e culturale da preservare. Gli organizzatori promettono di non cedere e di continuare la battaglia fino a che il progetto non sarà definitivamente accantonato.

Questa mobilitazione non è solo una difesa del paesaggio, ma un invito a ripensare lo sviluppo energetico in Italia, cercando soluzioni che rispettino l’identità e la storia dei territori. “Il Salento non si tocca”: questo il messaggio lanciato dai manifestanti, un monito per chiunque pensi di sacrificare la bellezza per interessi economici.