Siria, gli insorti arrivano a Damasco: il regime di Assad crolla, futuro incerto per la regione

DAMASCO - La situazione in Siria è giunta a una svolta drammatica. Dopo un’avanzata fulminea iniziata a Idlib dieci giorni fa, i ribelli siriani hanno raggiunto Damasco, segnando la caduta del regime di Bashar al-Assad. Durante la notte, i residenti della capitale hanno riferito di sparatorie sporadiche, mentre l’aeroporto è stato abbandonato dall’esercito e dalle forze di sicurezza siriane.

Lo sfaldamento del regime

Secondo fonti russe, Assad avrebbe lasciato la Siria e si sarebbe dimesso dalla presidenza. Mosca ha dichiarato che l’ex rais potrebbe essere in esilio in Russia, mentre altre fonti citate dal giornalista di Axios Barak Ravid ipotizzano che Assad si trovi a Teheran. La sua assenza e il crollo delle difese governative hanno portato a uno sbando generale, con Hezbollah che ha ritirato le sue forze dai dintorni di Damasco e dalla città di Homs, dove continuano intensi scontri.

Il trionfo dei ribelli

Alla televisione di stato siriana, ora sotto controllo degli insorti, il leader di Hayat Tahrir al-Sham, Abu Mohammed al-Jolani, ha proclamato la fine del regime di Assad come "una vittoria per la nazione islamica". In un’apparizione pubblica presso la moschea degli Omayyadi, al-Jolani ha dichiarato:
"Questo nuovo trionfo segna un nuovo capitolo nella storia della regione. Il futuro è nostro."

L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha aggiornato il bilancio delle vittime dall’inizio dell’offensiva: sono 910 i morti, tra cui 138 civili, 380 soldati e alleati del regime e 392 ribelli jihadisti.

Reazioni internazionali

La crisi siriana ha innescato una serie di reazioni globali.

  • Joe Biden ha convocato il suo team per la sicurezza nazionale per esaminare le opzioni degli Stati Uniti nella regione, come confermato dalla Casa Bianca.
  • L’ex presidente Donald Trump ha commentato su Truth Social: "Gli Usa non dovrebbero farsi coinvolgere. La situazione è un caos, ma la Siria non è un Paese amico."
  • Sul fronte europeo, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha rassicurato circa la situazione dei circa 300 italiani ancora presenti in Siria: "Siamo pronti alle evacuazioni, la situazione è sotto controllo."

Benjamín Netanyahu, primo ministro israeliano, ha definito la caduta di Assad "un giorno storico per il Medio Oriente":
"Il regime di Assad era un tassello chiave nella catena del male dell’Iran. La sua caduta è il risultato diretto delle nostre azioni contro Teheran e Hezbollah. Questo evento segnerà un cambiamento per tutta la regione."

Tensioni regionali e prospettive

A Doha, i rappresentanti di Russia, Iran e Turchia si sono incontrati per discutere la situazione. Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha affermato che è "inammissibile che i terroristi occupino la Siria", aprendo alla possibilità di un negoziato che potrebbe includere l’esilio per Assad.