SLA, Amati: 'Diagnosi precoce con origine genetica, salverà la vita a malato sicuro. Primo e grande risultato della legge sul test obbligatorio ai malati e ai loro familiari'
"La legge regionale sul test genetico obbligatorio sui malati di SLA e sui loro familiari ha portato a un primo e grande risultato: è stata individuata per la prima volta, a seguito dell’introduzione della legge, la mutazione di un gene (SOD1) in parente di malato SLA e senza sintomi di malattia e la possibilità, quindi, di somministrare tempestivamente la terapia, per salvargli la vita o migliorare la sua qualità. Infatti, ci sono casi in cui la Sclerosi Laterale Amiotrofica si manifesta a causa di una mutazione riscontrata in tre geni: SOD1, FUS, C9ORF e TDP43. Per questo tipo di SLA, di origine genetica, si dispone di un’innovativa terapia, in grado di funzionare con maggiore efficacia se la somministrazione avviene tempestivamente. Per questo motivo, il Consiglio regionale approvò nel maggio scorso una legge per l’istituzione del test obbligatorio per meglio precisare la diagnosi di malattia sul paziente interessato o su persone con rischio di predisposizione accertata su base familiare, allo scopo di programmare eventuali iniziative di sorveglianza diagnostica. I test si svolgono presso il Laboratorio di Medicina genomica dell’ospedale Di Venere di Bari. Dopo l’avvio del servizio, nei giorni scorsi è stato accettato il primo caso di mutazione su familiare di un malato SLA, ponendo le basi a un trattamento di monitoraggio o terapeutico molto promettente. Vorrei ricordare che la Puglia è tra le regioni più all’avanguardia anche sul test genetico SLA e non risultano, infatti, casi di altre regioni con prescrizione di test obbligatorio salvo rinuncia. Per questa ulteriore novità, rinnovo il mio ringraziamento a Mattia Gentile, per la costante consulenza scientifica e genetica, e a Giancarlo Logroscino per la consulenza neurologica" ha dichiarato, in una nota stampa, il consigliere e assessore regionale, Fabiano Amati.
"Una chiara causa genetica è identificabile solo nel 10-15% dei casi di SLA. Sino a pochi anni fa tale identificazione, pur importante per la definizione di un rischio familiare e/o riproduttivo, non aveva carattere di priorità/urgenza non essendovi alcuna relazione specifica con il trattamento. Negli ultimi anni vi sono state novità importanti. La FDA nel 2023 e, più di recente il 30 maggio 2024, la Commissione Europea (CE) hanno concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio del farmaco Tofersen per il trattamento di pazienti adulti affetti da SLA associata a mutazione del gene SOD1 (SOD1-SLA). Tofersen è il primo trattamento specificamente mirato a una causa genetica della SLA ad essere stato approvato nell’Unione Europea. Il trattamento si basa sull’utilizzo di nucleotidi antisenso (ASO). Gli ASO sono acidi nucleici corti a singolo filamento che legano specificamente l'mRNA per alterare l'elaborazione o indurre la degradazione tramite RNasi H. Gli ASO degradano l'mRNA tramite RNasi H1 sia nel citoplasma che nel nucleo, riducendo la sintesi proteica e avendo un impatto benefico sulle malattie neurodegenerative. Gli studi di fase hanno confermato la sicurezza di impiego e, successivamente, di efficacia del Tofersen. Gli ASO mirati a SOD1 e C9orf72 nella SLA hanno mostrato efficacia nel ridurre i livelli di mRNA e proteine. Purtroppo, solo una parte delle forme genetiche di SLA presenta mutazioni nel gene SOD1, per cui nel complesso i pazienti che potrebbero essere sottoposti alla terapia con mutazioni per SOD1 sono il 12-15% dei casi familiari (familiari 10% del totale, per cui in assoluto l’1% dei casi) e l’1-2% dei casi sporadici per un totale che si colloca al 2-3%. In Puglia si tratterebbe nel complesso di 10-12 pazienti, un numero esiguo la cui identificazione, tuttavia, si rivela di estrema importanza. A ciò va aggiunta la necessità di identificazione dei pazienti con mutazioni di C9orf72 per i quali sono in corso trials clinici accessibili anche nel nostro paese. Sebbene i test genetici siano in linea di principio accessibili alle persone affette da SLA in Italia, in termini pratici esistono diverse barriere per l'analisi genetica molecolare: 1) Fino a poco tempo fa, i test genetici erano sostanzialmente limitati alla SLA familiare. Inoltre, le linee guida nazionali per la diagnosi e il trattamento della SLA non avevano ancora approvato i test genetici per la SLA sporadica. Solo con l'introduzione del Tofersen, i test genetici per la SLA sono stati gradualmente introdotti nella pratica clinica, ma non sono ancora stati universalmente stabiliti; 2) Il processo di riferimento dai centri SLA ai consulenti genetici pone una barriera amministrativa o logistica per alcuni pazienti e le loro famiglie; 3) Gli appuntamenti con i consulenti genetici sono limitati e possono tradursi in liste di attesa fino a diversi mesi. Per abbassare le barriere all'ingresso nell'indagine genetica, in alcuni paesi è stato introdotto un programma di screening delle mutazioni come corsia preferenziale per i test genetici. Ad esempio negli 11 centri SLA specializzati in Germania, il programma di screening genetico è stato aggiunto allo standard di cura dei test genetici e della consulenza. Il programma comprende l'indagine genetica di SOD1, FUS, C9orf72 e TARDBP, e una gestione delle informazioni genetiche incentrata sul paziente" ha dichiarato ancora Fabiano Amati.