Soul Makossa: al via oggi il festival musicale interetnico organizzato da Abusuan con quattro concerti gratuiti in altrettante chiese di quartieri periferici
BARI - Ritmi pugliesi, canti del Mediterraneo, cori di voci bulgare e musiche “altre”, come quella del bandoneon. Quattro appuntamenti musicali, tutti gratuiti, ospitati all’interno di altrettanti luoghi di culto di quartieri diversi e periferici della città. Si comincia stasera, nella chiesa San Sabino con il concerto del duo vocale spagnolo Tarta Relena.
È stata presentata questa mattina, a Palazzo di Città, l’edizione 2024 del festival musicale interetnico “Soul Makossa”, promosso e organizzato dall’associazione culturale Abusuan con il sostegno del Comune di Bari. Gli appuntamenti in programma sono stai illustrati dall’assessora alle Culture Paola Romano, dal direttore artistico della rassegna Koblan Bonaventure Amissah, da Roberto Ricco, che ha collaborato all’organizzazione del progetto musicale, dalle presidenti dei Municipi I e IV, Annamaria Ferretti, e Maria Chiara Addabbo, dal delegato del Municipio II Davide Di Pantaleo e da alcuni parroci delle chiese coinvolte.
La rassegna prevede, dal 10 al 27 dicembre, quattro concerti che parlano del mondo attraverso note musicali dalle più svariate origini. Nato con l’intento di promuovere la conoscenza e il dialogo tra le culture attraverso l’arte e la musica, Soul Makossa offre uno sguardo particolare del “sud del mondo”, portando nei quartieri periferici di Bari un’offerta culturale e musicale di altissima qualità.
Il festival propone il coinvolgimento di artisti di diversa origine, da quelli più noti nel panorama internazionale a quelli meno conosciuti al grande pubblico ma dall’eccelsa qualità artistica: sarà itinerante e, attraverso la scelta di spazi delocalizzati rispetto al centro cittadino, tornerà a far suonare la musica rinsaldando il dialogo tra diverse comunità.
“Nel segno dell’unione dei popoli del Mediterraneo, siamo felicissimi di ospitare quattro concerti che porteranno le atmosfere e i suoni di altri Paesi nelle chiese di alcuni quartieri periferici della nostra città - ha esordito Paola Romano -. Bari è sempre particolarmente attenta ai temi dell’incontro tra popoli e culture, in quanto città con una grande tradizione di pace. Questa manifestazione, quindi, rappresenta appieno la nostra visione, e la cultura, ancora una volta, si fa ponte di pace e dialogo tra le persone. Soul Makossa, inoltre, risponde pienamente a una delle priorità della nostra azione di governo: far sì che nei quartieri meno centrali si vada non solo per tornare a casa ma soprattutto per viverli, grazie alla possibilità di fruire di servizi essenziali e godere di appuntamenti culturali, come previsto dalla città dei 15 minuti. In questo caso, grazie all’accoglienza delle parrocchie della città, che non sono solo luoghi di culto, riusciamo a decentrare un’offerta culturale di qualità”.
“Con questa rassegna torniamo, con orgoglio, a portare la musica d’eccellenza nei quartieri periferici della città - dichiara Koblan Amissah - e speriamo, nel prossimo anno, di riuscire a coinvolgerli proprio tutti. Soul Makossa è un marchio di fabbrica, che riflette la nostra visione di una cultura di comunità, che decentralizza la sua attenzione in favore della riscoperta di un’identità di quartiere, nella quale le periferie hanno pari dignità di fronte all’eccellenza della proposta musicale. Con questo festival vogliamo contribuire, inoltre, alla creazione di ponti culturali attraverso l’arte e la musica, in grado di favorire il dialogo interetnico tra le comunità”.
“Ringrazio, a nome del Municipio I, Abusuan e l’assessora Romano per aver nuovamente messo in campo azioni che ci coinvolgono, caratterizzate da una visione di inclusione dei territori più lontani dal centro - ha proseguito Annamaria Ferretti, presidente del Municipio I -. Immaginare che nel quartiere Japigia arrivino suoni e musicalità lontane, di autori rinomati, è un percorso che giova non solo al piacere dei turisti ma soprattutto al benessere dei residenti, che hanno sempre più bisogno di questi stimoli”.
“Il programma degli eventi natalizi nel nostro Municipio si intitola ‘Nel segno della pace’: ecco, questo evento si inquadra perfettamente nello spirito della nostra programmazione, portata avanti grazie al lavoro di consiglieri municipali e realtà locali - ha spiegato Maria Chiara Addabbo, presidente del Municipio IV -. Si terrà nella parte nuova di Loseto, dove la qualità della vita nel tempo è migliorata anche grazie ad eventi del genere. Per questo ringrazio gli organizzatori e l’assessora Romano per aver coinvolto le aree più periferiche della città”.
“Ringrazio tutti a nome della presidente e del Consiglio del nostro Municipio - ha concluso il consigliere municipale Davide Di Pantaleo -. Questo sarà certamente un evento di livello, che arricchirà la nostra programmazione natalizia richiamando tanti residenti che spesso sono impossibilitati a raggiungere il centro cittadino. Anche per questo attendiamo con ansia questo concerto”.
Si parte questa sera, martedì 10 dicembre: alle ore 20 la chiesa di San Sabino (viale Caduti del 28 luglio 1943) ospiterà il concerto, ad accesso libero, del duo vocale spagnolo Tarta Relena: le due cantanti di Barcellona Marta Torrella e Helena Ros esplorano la polifonia vocale, reinterpretando canti tradizionali del Mediterraneo e composizioni proprie, con un approccio minimalista che fonde antichi suoni con elementi elettronici. Nato nel 2016, il progetto ha attirato l’attenzione per la sua capacità di trasportare il pubblico in un viaggio sonoro che attraversa secoli e culture. Tarta Relena si è esibita in festival come il Primavera Sound e il Festival Grec, affermandosi come una delle realtà più innovative della scena musicale catalana.
Venerdì 20 dicembre, nella chiesa della Natività, a San Pio (piazzetta Eleonora 6), alle 20, sarà la volta del Coro di voci bulgare Angelite. Composto da sole voci femminili, il coro è attivo da oltre 30 anni e propone un repertorio musicale di notevole spessore, in cui il folklore dei tempi antichi arricchisce e trasmette la sua potente energia emotiva alla musica di oggi. In occasione delle loro numerose tournée in tutto il mondo e delle più varie collaborazioni con musicisti internazionali, le voci di Angelite hanno suscitato l’entusiasmo di un pubblico quanto mai ampio e variegato grazie al loro metodo canoro unico e sorprendente, incredibilmente preciso e capace di toccare le corde più profonde dell’animo umano.
Sarà invece il flautista, bandoneonista e compositore Carlo Maver il protagonista del concerto di sabato 21 dicembre (luogo da definire): uno dei pochissimi musicisti al mondo ad essere stato allievo del grande bandoneonista argentino Dino Saluzzi, Carlo Maver presenta il suo ultimo album dal titolo “Solenne”. L’album è una tappa importante di un lungo percorso musicale e geografico che ha visto Maver suonare con formazioni di vario tipo e viaggiare in luoghi come il Kurdistan, il Mali, il deserto del Sahara, l’Uzbekistan, il Turkmenistan, la Turchia e l’Indonesia. L’approdo di questo viaggio è Solenne, registrato in solo, con la partecipazione di due importanti ospiti come il trombettista Paolo Fresu, dopo la fortunata collaborazione nella tourneé di “Ferlinghetti”, e il maestro iraniano di Kamanche (violino verticale del medioriente) HesamInanlou.
La rassegna terminerà venerdì 27 dicembre, alle ore 20, nella chiesa del Salvatore di Loseto (via Raffaele Perrone 2), con lo show delle Faraualla “Culla e Tempesta”, tratto dal nome dell’ultimo album del quartetto femminile pugliese: 14 brani che parlano di poesia e violenza, divertimento e sacrificio, guerra e resistenza, favole e dura realtà. Infinite sono le possibilità di combinazione dei colori vocali, delle note e degli intrecci ritmici, eppure alla fine tutto torna, un filo logico unisce un brano all’altro e nella propria musica si ritrovano le letture amate, gli studi, gli amori e le proteste, i disagi e il senso di appartenenza. È quello che succede in questo disco. 14 tracce, così diverse tra loro, cover e brani originali, testi in italiano, in dialetto, in inglese e poi, ancora una volta come nei lavori precedenti, in lingue inventate e sillabe sonore. Tutto confluisce nelle due parole che danno il titolo al disco: Culla e Tempesta. Alcuni di questi brani sono nati per spettacoli teatrali, altri da fortunate collaborazioni con grandi musicisti, altri ancora da un puro divertimento.