Tragedia sul Gran Sasso: ritrovati i corpi di Luca Perazzini e Cristian Gualdi

GRAN SASSO – Si è conclusa tragicamente la vicenda dei due alpinisti romagnoli, Luca Perazzini e Cristian Gualdi, scomparsi da domenica scorsa durante un'escursione sul Gran Sasso. I corpi senza vita dei due uomini, originari di Santarcangelo di Romagna (Rimini), sono stati individuati questa mattina a circa 2.700 metri di quota in un canalone nel Vallone dell’Inferno, grazie al sorvolo dell’area effettuato da un elicottero del Cnsas (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico).

Il ritrovamento

Le operazioni di recupero, coordinate dal Soccorso Alpino e Speleologico dell’Abruzzo e dalla Guardia di Finanza, hanno consentito di individuare il primo corpo durante l’intervento delle squadre di terra. Il secondo, invece, è stato localizzato grazie all’unità cinofila delle Fiamme Gialle. Entrambi i corpi sono stati recuperati con un verricello e trasferiti su un elicottero del 118, decollato dall’Aquila. Le salme sono state trasportate all’obitorio dell’ospedale di Teramo, competente per territorio.

Le difficoltà delle operazioni di ricerca

Le ricerche erano iniziate subito dopo l’allarme lanciato dai due escursionisti, che domenica avevano inviato un sos dalla zona del Vallone dell’Inferno. Tuttavia, le condizioni meteo avverse e il marcato pericolo valanghe avevano complicato le operazioni. Nella giornata di ieri, quattro finanzieri del soccorso alpino delle Fiamme Gialle erano riusciti a raggiungere l’area via terra, utilizzando gli sci, ma senza trovare tracce evidenti in superficie.

Questa mattina, grazie al miglioramento delle condizioni atmosferiche e al supporto dell’antenna Recco, le squadre di soccorso hanno potuto effettuare un sorvolo dell’area, portando al triste ritrovamento dei due corpi.

Una tragedia che scuote la comunità

La notizia ha sconvolto la comunità di Santarcangelo di Romagna, dove Luca Perazzini e Cristian Gualdi erano molto conosciuti. Entrambi esperti alpinisti, avevano deciso di affrontare il Gran Sasso nonostante le condizioni climatiche invernali e i rischi del periodo.

Le autorità continuano a investigare per ricostruire con precisione l'accaduto, ma si ipotizza che i due escursionisti siano scivolati nel canalone, una zona particolarmente insidiosa del massiccio, dopo aver perso l’orientamento o a causa di un cedimento della neve.

La vicenda sottolinea ancora una volta i pericoli dell’alpinismo invernale, specialmente in alta montagna, dove le condizioni possono rapidamente trasformarsi in situazioni di estrema difficoltà.