Un ricordo di Vito Maurogiovanni
MICHELE CASSANO - Quest’anno 2024, stiamo ricordando i cento anni della
nascita dello scrittore, sceneggiatore e commediografo Vito Maurogiovanni.
Ritengo doveroso da parte mia scrivere un ricordo di colui che è stato un
Maestro per me.
Lo conobbi quando fui assunto come sacrista nella Cattedrale di Bari nel 1991. Un lavoro d'altri tempi che non volevo fare, ma che per la mancanza di un’occupazione stabile fui ‘costretto’ ad accettare.
Gli inizi non furono facili, non era la mia massima aspirazione fare tale lavoro dopo aver conseguito il diploma di maturità tecnica e lavorato presso un laboratorio di fotografia. Dovevo cambiare il mio stile di vita per via degli orari e subii anche l’ironia di parenti e amici. Nonostante tutto, continuai a farlo con passione e innovazione. Grazie a questo lavoro ho conosciuto tante persone che mi hanno aiutato a crescere non solo come cristiano, ma anche dal punto di vista umano e della conoscenza. Come non ricordare in questo momento l'allora parroco don Carlo Colasuonno e Mons. Ignazio Fraccalvieri: guide di fede e di vita.
Tra le persone che hanno aiutato ad ampliare la mia cultura e che ho avuto l'onore di conoscere c'è sicuramente il Maestro Vito Maurogiovanni.
Lui sovente veniva in Cattedrale da solo o accompagnato dal nipote Giuseppe, figlio di sua figlia Celeste. Lo vedevo aggirarsi con aria franca, leale e colma di meraviglia tra le navate della chiesa con le braccia unite dietro la spalla. Sempre elegante nella sua giacca enorme. Mi incuriosì subito. Non ci conoscevamo ma lui, vedendomi lavorare in Cattedrale, decise di approfondire il perché un giovane (allora avevo 27 anni) avesse intrapreso tale lavoro. Cominciammo a frequentarci e seppi chi era e cosa faceva. Mi raccontava tante storie ed io era affascinato dalla sua persona e dalla sua capacità di narrare fatti ed episodi. Leggevo tutti i suoi articoli. M’incoraggiò dopo avergli detto che mi piaceva scrivere, fotografare e rispettare le tradizioni, oltre che studiare la storia di Bari.
Dopo aver messo in pratica i suoi consigli e grazie anche ai suggerimenti di Mons. Fraccalvieri, Padre Gerardo Cioffari, Nino Lavermicocca ed Enzo Quarto (persone che ho conosciuto grazie alle mie passioni e al mio lavoro) scrissi i primi due libri che Maurogiovanni recensì sia sulla Gazzetta del Mezzogiorno (articolo che ho incorniciato) che sulle pagine dell’Osservatore Romano. E chi doveva mai immaginarlo di finire sul giornale della Santa Sede?
Vito Maurogiovanni mi fece conoscere due persone importanti per il mio percorso esistenziale: l’allora capo redattore della cronaca di Bari della Gazzetta del Mezzogiorno il caro Onofrio Pagone, che diede spazio sulle pagine del giornale alle mie opere e alle mie iniziative, e l'editore Gianni Cavalli della casa editrice Levante con cui ho pubblicato due libri. L’editore mi ha donato molti libri dello scrittore Vito.
Ricordo con molto piacere che un giorno Maurogiovanni mi invitò a casa sua per prendere un caffè. Seduti sul divano del salotto di casa, mi diede tanti consigli per continuare a scrivere e mi regalò i suoi appunti sul Natale a Bari, che ancora oggi custodisco gelosamente e che stiamo proponendo nel periodo natalizio come attività della nostra associazione ‘I Custodi della bellezza’.
Il mio sogno fin da ragazzo, cresciuto nel centro storico di Bari tra tanti problemi e carenze, era di diventare giornalista. Mi piaceva scrivere e iniziai ad inviare i miei articoli alla rubrica “Lettere al direttore” della Gazzetta del Mezzogiorno. Grande fu la mia emozione quando vidi la mia prima lettera pubblicata. Intanto continuai a scrivere libri, la cui bibliografia aveva sempre, come riferimento, i testi del Maestro.
Queste pubblicazioni mi hanno fatto conoscere tante persone che apprezzano il mio lavoro e, grazie all'opportunità che mi diede l'allora capo redattore di Repubblica Bari Stefano Costantini affidandomi una rubrica settimanale del giornale, diventai giornalista pubblicista. Il sogno si avverrò. E si realizzò grazie a tante persone che mi hanno aiutato e incoraggiato nel mio percorso e tra questi c'è sicuramente il Maestro Vito Maurogiovanni. Ora continuo a scrivere e fotografare, e collaboro con il magazine Amabari, dove racconto la storia della città, dei suoi monumenti e delle sue tradizioni, sul solco degli insegnamenti del GRANDE Vito.
Lo conobbi quando fui assunto come sacrista nella Cattedrale di Bari nel 1991. Un lavoro d'altri tempi che non volevo fare, ma che per la mancanza di un’occupazione stabile fui ‘costretto’ ad accettare.
Gli inizi non furono facili, non era la mia massima aspirazione fare tale lavoro dopo aver conseguito il diploma di maturità tecnica e lavorato presso un laboratorio di fotografia. Dovevo cambiare il mio stile di vita per via degli orari e subii anche l’ironia di parenti e amici. Nonostante tutto, continuai a farlo con passione e innovazione. Grazie a questo lavoro ho conosciuto tante persone che mi hanno aiutato a crescere non solo come cristiano, ma anche dal punto di vista umano e della conoscenza. Come non ricordare in questo momento l'allora parroco don Carlo Colasuonno e Mons. Ignazio Fraccalvieri: guide di fede e di vita.
Tra le persone che hanno aiutato ad ampliare la mia cultura e che ho avuto l'onore di conoscere c'è sicuramente il Maestro Vito Maurogiovanni.
Lui sovente veniva in Cattedrale da solo o accompagnato dal nipote Giuseppe, figlio di sua figlia Celeste. Lo vedevo aggirarsi con aria franca, leale e colma di meraviglia tra le navate della chiesa con le braccia unite dietro la spalla. Sempre elegante nella sua giacca enorme. Mi incuriosì subito. Non ci conoscevamo ma lui, vedendomi lavorare in Cattedrale, decise di approfondire il perché un giovane (allora avevo 27 anni) avesse intrapreso tale lavoro. Cominciammo a frequentarci e seppi chi era e cosa faceva. Mi raccontava tante storie ed io era affascinato dalla sua persona e dalla sua capacità di narrare fatti ed episodi. Leggevo tutti i suoi articoli. M’incoraggiò dopo avergli detto che mi piaceva scrivere, fotografare e rispettare le tradizioni, oltre che studiare la storia di Bari.
Dopo aver messo in pratica i suoi consigli e grazie anche ai suggerimenti di Mons. Fraccalvieri, Padre Gerardo Cioffari, Nino Lavermicocca ed Enzo Quarto (persone che ho conosciuto grazie alle mie passioni e al mio lavoro) scrissi i primi due libri che Maurogiovanni recensì sia sulla Gazzetta del Mezzogiorno (articolo che ho incorniciato) che sulle pagine dell’Osservatore Romano. E chi doveva mai immaginarlo di finire sul giornale della Santa Sede?
Vito Maurogiovanni mi fece conoscere due persone importanti per il mio percorso esistenziale: l’allora capo redattore della cronaca di Bari della Gazzetta del Mezzogiorno il caro Onofrio Pagone, che diede spazio sulle pagine del giornale alle mie opere e alle mie iniziative, e l'editore Gianni Cavalli della casa editrice Levante con cui ho pubblicato due libri. L’editore mi ha donato molti libri dello scrittore Vito.
Ricordo con molto piacere che un giorno Maurogiovanni mi invitò a casa sua per prendere un caffè. Seduti sul divano del salotto di casa, mi diede tanti consigli per continuare a scrivere e mi regalò i suoi appunti sul Natale a Bari, che ancora oggi custodisco gelosamente e che stiamo proponendo nel periodo natalizio come attività della nostra associazione ‘I Custodi della bellezza’.
Il mio sogno fin da ragazzo, cresciuto nel centro storico di Bari tra tanti problemi e carenze, era di diventare giornalista. Mi piaceva scrivere e iniziai ad inviare i miei articoli alla rubrica “Lettere al direttore” della Gazzetta del Mezzogiorno. Grande fu la mia emozione quando vidi la mia prima lettera pubblicata. Intanto continuai a scrivere libri, la cui bibliografia aveva sempre, come riferimento, i testi del Maestro.
Queste pubblicazioni mi hanno fatto conoscere tante persone che apprezzano il mio lavoro e, grazie all'opportunità che mi diede l'allora capo redattore di Repubblica Bari Stefano Costantini affidandomi una rubrica settimanale del giornale, diventai giornalista pubblicista. Il sogno si avverrò. E si realizzò grazie a tante persone che mi hanno aiutato e incoraggiato nel mio percorso e tra questi c'è sicuramente il Maestro Vito Maurogiovanni. Ora continuo a scrivere e fotografare, e collaboro con il magazine Amabari, dove racconto la storia della città, dei suoi monumenti e delle sue tradizioni, sul solco degli insegnamenti del GRANDE Vito.