Carlo Maretti (intervista): «…che ci crediate o no, far ridere è una cosa seria»

NICOLA RICCHITELLI – Ogni pomeriggio, dalle 15 alle 15:30, assieme al suo socio, tiene incollati migliaia di telespettatori sul canale 10 del digitale terrestre, ovvero TeleNorba, tant’è che forse lo si può definire oramai uno di famiglia: «…abbiamo la possibilità di entrare nelle case di tutti i pugliesi…davanti vediamo solo quattro telecamere, ma sappiamo che ci sono migliaia di case collegate e percepiamo la compagnia dei nostri telespettatori».

Con la sua presenza garbata ed elegante, ma soprattutto comica, sta contribuendo da due anni a questa parte alla riuscita del contenitore di intrattenimento pomeridiano lanciato dall’emittente pugliese: «…è una mezz'ora in cui il pubblico non ha più la percezione di assistere a un programma televisivo, ma si sente partecipe a tutti gli effetti. È forse questa la chiave di questo successo. Idea che è stata sposata a pieno dal Direttore di Telenorba Titta De Tommasi, il quale ci ha lasciato carta bianca…».

Un successo da condividere con il fido Max Boccasile, una coppia che oramai regge da quasi vent’anni: «…alla base abbiamo una grande amicizia che ci porta a godere di una grande sintonia».

Sulle pagine del Giornale di Puglia accogliamo Carlo Maretti.

Carlo, ti dò innanzitutto il benvenuto sulle pagine del Giornale di Puglia, come stai?

R: «Molto bene, grazie. È un periodo di fermento lavorativo, dalla ripresa con la TV dopo le festività natalizie, ai prossimi live da preparare».

Se le informazioni in mio possesso non sono errate, il duo Boccasile – Maretti in questo 2025 festeggia i vent’anni del duo artistico, come descrivere questo lungo viaggio?

R: «In realtà spegneremo le prime 20 candeline il prossimo anno, per quest’anno siamo "solo" a 19, essendoci incontrati nel 2006! Però ovviamente un primo bilancio lo possiamo tracciare. Le serate ormai non si contano più, come i testi scritti e le discussioni tra di noi, ma questo si sa, accade anche nelle migliori famiglie. Alla base abbiamo una grande amicizia che ci porta a godere di una grande sintonia. Abbiamo avuto anche noi una pausa "di riflessione", ma il bello è stato ritrovarsi ed organizzare in teatro una réunion, portando in scena i nostri cavalli di battaglia, volutamente senza provarli. Il risultato? È come se non ci fossimo mai allontanati. Ci siamo divertiti tantissimo sul palco ed ovviamente pubblico in delirio. Un bilancio? Ne abbiamo fatte di cose e di chilometri in giro per l’Italia, ma se guardiamo avanti, c’è ancora tanto da fare e noi ne abbiamo una gran voglia».

Il duo nacque sotto la spinta di Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo, ma del vostro primo incontro cosa ricordi?

R: «Io ero già partner di Antonio nello spettacolo "Casa Stornaiolo". In quel periodo frequentavo il Laboratorio Zelig. È lì che incontrai Max. Dopo qualche settimana Antonio ci vide e disse "Secondo me dovreste lavorare insieme: niente fa uno, niente fa l'altro, secondo me dovreste fare niente insieme e sicuramente funziona". In effetti, dopo 19 anni siamo ancora qui. Tanti spettacoli con loro, che di diritto sono i nostri "padri artistici" e grazie ai quali abbiamo affinato il nostro modo di fare comicità. Quando ci siamo conosciuti, eravamo in un teatro, abbiamo cominciato a parlare di cabaret e di coppie comiche, come se fossimo vecchi amici. Credo che già dal nostro secondo incontro, se non addirittura quella sera stessa, ci proponemmo di lavorare assieme ad uno spettacolo. Se non ricordo male era ottobre 2006. A dicembre, dopo appena due mesi, eravamo in scena in un locale di Bari con il nostro primo spettacolo "Cabaret ScIentifico". Già quello inaspettatamente fu un successo. Da quel momento ci abbiamo creduto».

Vent’anni insieme, quale la cosa che ha funzionato più di tutte?

R: «La voglia di divertirci, la voglia di sperimentare e di rimetterci ogni volta in discussione, sempre con lo stesso entusiasmo, con nuove idee, nuove follie e consentitemi di dire il nostro modo innocente di "cazzeggiare". La chiave sta nel fare tutto seriamente, ma senza prendersi sul serio. Ci conosciamo a memoria. Quando improvvisiamo, ognuno dei due sa esattamente dove l'altro sta andando a parare. Credo sia questa la nostra chiave».

Carlo, cos'è per te la comicità?

R: «Sarebbe facile dire che la comicità è un "tempo", la comicità è uno stato d'animo. Il comico è di base un uomo normalissimo, con i suoi momenti alti e bassi, ma che riesce ad usufruire di questa medicina per affrontare ogni giorno il quotidiano con spensieratezza e che riesce a leggere nel quotidiano ciò che gli altri non leggono. La comicità è comunque serietà, perché essere comici non vuol dire essere stupidi o "simpatici". Ci vuole una base, bisogna sempre studiare nuovi meccanismi, bisogna stare al passo coi tempi. Insomma, che ci crediate o no, far ridere è una cosa seria».

Da due anni a questa parte oramai si pranza in compagnia di Carlo Maretti e Max Boccasile, ti aspettavi il successo di “Quasi Pomeriggio Norba”?

R: «Non è certamente la prima trasmissione che ci vede protagonisti su Telenorba. Abbiamo iniziato nel 2010. Ma questa volta è diverso. Più che restare "blindati" nelle nostre idee, siamo andati lì, dove il pubblico voleva essere raggiunto, le videochiamate e i messaggi che riceviamo e leggiamo in diretta, la fanno da padroni. È una mezz'ora in cui il pubblico non ha più la percezione di assistere a un programma televisivo, ma si sente partecipe a tutti gli effetti. È forse questa la chiave di questo successo. Idea che è stata sposata a pieno dal Direttore di Telenorba Titta De Tommasi, il quale ci ha lasciato carta bianca. Al momento stiamo ripagando la sua fiducia, ma restiamo con le dita incrociate. La stagione è ancora lunga».

Com’è la Puglia e quindi i pugliesi visti da uno studio televisivo?

R: «Abbiamo la possibilità di entrare nelle case di tutti i pugliesi, così come dei lucani e dei molisani. Ovvio, davanti vediamo solo quattro telecamere, ma sappiamo che ci sono migliaia di case collegate e percepiamo la compagnia dei nostri telespettatori. Sappiamo che dalle 15 alle 15:30 entriamo in casa loro. Come ho detto, diventiamo un tutt'uno col pubblico. Qualche sera fa una signora per strada mi ha detto "Carlo Maretti, ormai siete due di famiglia". Ritengo sia il complimento più bello e allo stesso tempo ti carica di responsabilità. Gli spettatori in quella mezz'ora diventano meravigliosi».

In futuro potrebbe evolversi in qualche appuntamento serale fisso?

R: «Beh, il titolo stesso non ce lo permette. "Quasi Pomeriggio Norba" evidenzia l'appuntamento pomeridiano, ma da qualche tempo abbiamo cominciato con degli speciali a tema in prima serata, approfittando delle varie ricorrenze, come ad esempio "Quasi Show Speciale Immacolata", andato in onda la sera della vigilia dell’Immacolata appunto. Stiamo lavorando a un nuovo speciale, sempre scritto da noi, sempre con la nostra band, sempre con ospiti. Uno show molto divertente, in diretta, ma per ora non ci è consentito parlarne. Tanto lo saprete».

Carlo, in futuro vi sarà modo di rivedervi in teatro?

R: «Assolutamente sì. Il Live non si abbandona. Stiamo preparando un nuovo show e nel frattempo ci hanno proposto uno spettacolo diverso. Per noi sarebbe una nuova bella scommessa. Una commedia, un testo a due con la regia di un nome molto autorevole nel mondo del teatro e della fiction. Ma si parla della prossima stagione teatrale».

Carlo, giuro che non lo diciamo a nessuno, figurarsi a lui, ma di Max cosa ti sta sulle scatole?

R: «Lui stesso! ... È insopportabile! Sono anni che gli ripeto di mantenere il ruolo, sia in trasmissione che nei live, ma poi viene fuori la sua spontaneità e questa cosa fa molto ridere anche me. Ovviamente scherzo. È un gran creativo. Ecco, magari la cosa che più che starmi sulle scatole, gli invidio, è la facilità di scrivere un testo comico, molto più velocemente di me. Bene, i complimenti sono finiti. Ribadisco: è insopportabile!».