Caso Almasri: Giorgia Meloni attacca la Magistratura e difende il Governo
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(Alexandros Michailidis/Shutterstock) |
ROMA - Il caso Almasri continua a scuotere il panorama politico italiano, portando a un duro scontro tra governo e opposizione. Dopo il blocco dei lavori parlamentari fino al 4 febbraio, la premier Giorgia Meloni è tornata a esprimersi sulla vicenda, accusando la magistratura di un'azione deliberata nei suoi confronti e nei confronti del suo esecutivo.
Meloni: "Atto della Procura era voluto" Nel corso dell'evento "La Ripartenza" organizzato dal giornalista Nicola Porro a Milano, la premier ha commentato l'indagine che la vede coinvolta insieme ai ministri Nordio e Piantedosi e al sottosegretario Mantovano per peculato e favoreggiamento. "A chiunque nei miei panni cadrebbero un po' le braccia. L'atto era chiaramente voluto. Tutti sanno che le Procure in queste cose hanno la loro discrezionalità, come dimostrato da numerose denunce di cittadini contro le istituzioni, spesso ignorate" ha dichiarato Meloni.
Meloni: "Indagarmi è un danno per la Nazione" La premier ha poi criticato l'impatto mediatico internazionale della vicenda: "Io ieri mi ritrovo sulla prima pagina del Financial Times con la notizia che sono stata indagata, e se in Italia i cittadini capiscono perfettamente quello che sta accadendo, all'estero non è la stessa cosa. Quello che sta accadendo è un danno alla nazione, alle sue opportunità e questo mi manda ai matti". Ha poi aggiunto che non ha alcuna intenzione di cedere: "Finché gli italiani sono con me, io non mollo di un millimetro".
Meloni: "Alcuni giudici vogliono governare" Ribadendo il suo attacco alla magistratura, Meloni ha dichiarato che alcuni giudici starebbero tentando di influenzare le politiche nazionali: "Un pezzo della magistratura vuole decidere politiche industriali, ambientali, dell'immigrazione e riforme della giustizia. Vogliono governare loro. Ma c'è un problema: se io sbaglio, gli italiani mi mandano a casa. Se sbagliano loro, nessuno può fare o dire niente".
Reazioni politiche Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha assicurato che "qualcuno verrà" a riferire in Parlamento sulla vicenda, mentre il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha parlato di un "attacco al presidente del Consiglio". Dal fronte opposto, l'avvocato Luigi Li Gotti, che ha presentato l'esposto contro Meloni, ha liquidato le parole di La Russa: "Non dedico un secondo a quanto detto. Sono stato per oltre vent'anni sotto minaccia di Totò Riina, figuriamoci se mi preoccupo di queste parole".
La vicenda resta tesa e il confronto tra governo, opposizione e magistratura promette di infiammare ulteriormente il dibattito politico nei prossimi giorni.