Giuseppe “Mandrake” Ninno (intervista): «La famiglia “Imbarazzi”? Figlia dei miei tempi e di quelli attuali»


NICOLA RICCHITELLI
– In lungo e in largo per l’Italia, ma anche all’estero, Giuseppe Ninno porta il suo spettacolo teatrale “Imbarazziamoci”. Sul palcoscenico, l’irriverente e divertente mondo della famiglia Imbarazzi, di cui lui è l’unico protagonista, impersonando tutti i personaggi: dal piccolo Giuseppe alla signora Maria (sua mamma), dal papà agli amichetti Tony e Sharon, fino ad arrivare alle mamme del “Gruppo mamme”.

In tanti lo hanno conosciuto attraverso il famoso social TikTok – nel 2023 si è classificato al terzo posto nella classifica HypeAuditor dei tiktoker italiani. Giuseppe Ninno, detto “Mandrake”, è originario di Brindisi.

Era il 2017 quando ha iniziato a pubblicare video umoristici sui suoi profili social, ottenendo un crescente seguito grazie al suo approccio irriverente e alle sue parodie sulla vita quotidiana a Brindisi e sui suoi abitanti. Il suo successo è cresciuto costantemente nel tempo, culminando nel 2023 con il riconoscimento di terzo tiktoker italiano più seguito. Nei suoi video, Mandrake interpreta una vasta gamma di personaggi, utilizzando filtri per rappresentazioni particolari. I suoi sketch ritraggono situazioni familiari e sociali, con uno sguardo attento alla cultura e alle tradizioni del Sud Italia degli anni ’90.

Giuseppe, quanto è stato importante il ruolo dei social – di TikTok in particolare – per farti conoscere a un pubblico sempre più vasto?

R: «Quanto è stato importante? È stata la cosa più importante, l’unica cosa importante. I social oggi sono un’ottima cassa di risonanza: ti permettono di farti conoscere a un pubblico sempre più ampio. Può succedere anche che la gente venga a teatro senza conoscerti, spinta dalla curiosità, e magari si crea il processo contrario, cioè ti seguono sui social perché ti hanno conosciuto a teatro. Però questa è una piccola percentuale.»

Il soprannome Mandrake – ispirato dal celebre film di Gigi Proietti – arriva negli anni romani, ma facevi il broker di scommesse…

R: «Fu una piccola parentesi della mia vita: svolsi quel lavoro per circa 3-4 mesi, parallelamente portavo avanti questi progetti qui. A un certo punto capisci che quello può diventare il tuo lavoro. Però nasco lavoratore come tutti, e successivamente ho fatto della comicità il mio mestiere. Mandrake fu il soprannome che mi diedero in quel periodo e decisi poi di portarmelo dietro.»

Dai social al teatro, quanto è importante la risata che arriva dalla platea?

R: «È fondamentale. Sui vari social, i commenti e i like non ti danno un riscontro reale di quanto arrivi ciò che pubblichi. Al teatro invece il pubblico ha un volto, un viso, una faccia, e quindi vedi con i tuoi occhi la gente che ride e sorride. Le risate a teatro sono fondamentali: quando senti la gente ridere ti dà una marcia in più, ti dà benzina per andare avanti.»

Giuseppe, dove trai l’ispirazione per la creazione della famiglia “Imbarazzi”?

R: «L’ispirazione è arrivata un po’ dal pubblico. Considera che io non ho figli, ma dai tanti messaggi che ricevo da padri e madri in direct sui vari social. Grazie a loro sono riuscito a mettere in video qualcosa che non vivo e che non conosco, ma che ho reso credibile e reale.»

Una famiglia un po’ troppo simile a quella in cui siamo cresciuti. Oggi quanto è attuale?

R: «Oggi non è come ieri e domani non sarà come oggi. L’andare avanti con gli anni cambia le persone e i tempi in cui viviamo. La famiglia “Imbarazzi” è figlia dei nostri tempi e di quelli attuali.»

Come speri evolva il tuo progetto nel futuro?

R: «Nel mio mondo le cose nascono cercando di fare bene ciò che so fare. Cerco di non programmare nulla e di prendere ciò che arriva. Oggi non sarei in grado di fare altro che il teatro, così come un anno fa non era contemplato un tour teatrale. Magari fra un anno ci risentiamo e parliamo di altro, ma adesso prendo quello che c’è.»

Tra le altre cose ti vedremo nei nuovi episodi del “Mudù” assieme a Uccio De Santis…

R: «Qualcosa è già uscito, altro uscirà. È stata una bella esperienza, mi sono divertito molto: una giornata lavorativa ma anche spassosa.»

Perché venire a teatro a vedere il tuo spettacolo?

R: «Ad oggi penso che ci siano pochi spettacoli – o forse nessuno – per tutta la famiglia. Questo è uno spettacolo dove tutti i membri della famiglia, dal padre alla nonna, possono sedersi uno accanto all’altro. In giro ci sono pochi spettacoli che possano piacere a tutta la famiglia: il mio è uno spettacolo che unisce e mette tutti d’accordo.»