La Via Appia-Traiana patrimonio dell’umanità
GIUSEPPE CAPOZZA - Tra le diverse manifestazioni culturali che hanno celebrato
la Via Appia-Traiana si segnala il catalogo della mostra tenutasi presso il Museo
Civico di Bari l’ultimo mese del 2024.
Frutto dei contributi di alcuni tra i massimi esperti dell’epoca romana, la storia di quella che viene giustamente definita la “regina delle strade”, suddivisa in una prima parte descrittiva ed una fotografica, si sviluppa in due scansioni storiche (costruzione coeva e scoperte archeologiche) ed un apparato numismatico.
L’avvio della strada nel IV sec. a. C., motivato per rendere più celeri gli spostamenti dell’esercito, fu promosso dal censore Appio Claudio e collegava Roma con Brindisi attraverso un itinerario interno che passava per Benevento, Capua e Taranto; nel II sec. d. C., su iniziativa dell’imperatore Traiano, all’originale percorso fu aggiunta una deviazione verso il mare, passando dalla Daunia a Bari, Polignano, Egnazia. La pavimentazione, a blocchi squadrati, evitava i centri urbani e proseguiva in rettilineo utilizzando ponti e gallerie, in modo da ridurre i tempi di percorrenza a 15 giorni al massimo. Ai margini della strada comparivano ogni Km 1,5 le pietre miliari e a maggiore distanza le stazioni di posta per alloggi, stalle e la corrispondenza, mentre ai lati scorrevano estesi uliveti e vigneti. Insomma, una tecnica straordinaria considerati i tempi e percorribile nei suoi 540 chilometri originari fino al VI sec. d. C. Ma anche nei secoli seguenti il tracciato romano continuò a fare da guida ai pellegrini della Via Francigena (dall’inglese Canterbury a Brindisi, passando da Monte Sant’Angelo) e alle derrate destinate ai Crociati.
La via Appia-Traiana, solcata da Longobardi, Bizantini, Normanni, Arabi e Crociati, conobbe un lungo periodo di abbandono, tanto da rendere col tempo il suo percorso originario di difficile individuazione; per fortuna, grazie alla fotografia aerea e alle tecnologie stratigrafiche e satellitari, da circa una ventina d’anni l’esplorazione della Regina delle Strade comincia a rivelare una descrizione più accurata del percorso, accompagnata dalla scoperta continua di aree archeologiche, monumenti, archi, stele, mura, acquedotti, teatri, ponti e tombe.
Particolare rilevanza è il reperimento di monete locali, battute dalle città toccate dalla strada, coniate in argento (denario), bronzo, rame ed ottone (sesterzio), a seconda del loro valore di scambio e del peso, dalla leggera statera campana alla piccola dracma dauna, fino ad arrivare al più pesante asse tarantino; sui lati sono raffigurati eroi mitici, volti di dèi e dee, iscrizioni in latino, cavalli, spighe, uomini a cavallo di delfini, volti di imperatori.
Ce n’è tanto per cui giustificare l’acquisizione da parte dell’Unesco di questa antica strada come patrimonio dell’umanità!
Grazie all’impegno del Comune di Bari e del Museo Civico e all’apporto di studiosi competenti e appassionati, come il numismatico Giuseppe Ruotolo, lo storico Aldo Luisi e i fotografi Michele Roberto e Aurora De Cicco, questa pubblicazione onora la memoria dell’epoca romana in Puglia, consegnando ai pugliesi di oggi un documento ricco di accurate descrizioni e splendide immagini di luoghi che meritano il massimo rispetto e la migliore conservazione possibile, così come felicemente auspicato nella prefazione dell’Assessore Paola Romano e nella introduzione del Prof. Antonio Castorani.
Frutto dei contributi di alcuni tra i massimi esperti dell’epoca romana, la storia di quella che viene giustamente definita la “regina delle strade”, suddivisa in una prima parte descrittiva ed una fotografica, si sviluppa in due scansioni storiche (costruzione coeva e scoperte archeologiche) ed un apparato numismatico.
L’avvio della strada nel IV sec. a. C., motivato per rendere più celeri gli spostamenti dell’esercito, fu promosso dal censore Appio Claudio e collegava Roma con Brindisi attraverso un itinerario interno che passava per Benevento, Capua e Taranto; nel II sec. d. C., su iniziativa dell’imperatore Traiano, all’originale percorso fu aggiunta una deviazione verso il mare, passando dalla Daunia a Bari, Polignano, Egnazia. La pavimentazione, a blocchi squadrati, evitava i centri urbani e proseguiva in rettilineo utilizzando ponti e gallerie, in modo da ridurre i tempi di percorrenza a 15 giorni al massimo. Ai margini della strada comparivano ogni Km 1,5 le pietre miliari e a maggiore distanza le stazioni di posta per alloggi, stalle e la corrispondenza, mentre ai lati scorrevano estesi uliveti e vigneti. Insomma, una tecnica straordinaria considerati i tempi e percorribile nei suoi 540 chilometri originari fino al VI sec. d. C. Ma anche nei secoli seguenti il tracciato romano continuò a fare da guida ai pellegrini della Via Francigena (dall’inglese Canterbury a Brindisi, passando da Monte Sant’Angelo) e alle derrate destinate ai Crociati.
La via Appia-Traiana, solcata da Longobardi, Bizantini, Normanni, Arabi e Crociati, conobbe un lungo periodo di abbandono, tanto da rendere col tempo il suo percorso originario di difficile individuazione; per fortuna, grazie alla fotografia aerea e alle tecnologie stratigrafiche e satellitari, da circa una ventina d’anni l’esplorazione della Regina delle Strade comincia a rivelare una descrizione più accurata del percorso, accompagnata dalla scoperta continua di aree archeologiche, monumenti, archi, stele, mura, acquedotti, teatri, ponti e tombe.
Particolare rilevanza è il reperimento di monete locali, battute dalle città toccate dalla strada, coniate in argento (denario), bronzo, rame ed ottone (sesterzio), a seconda del loro valore di scambio e del peso, dalla leggera statera campana alla piccola dracma dauna, fino ad arrivare al più pesante asse tarantino; sui lati sono raffigurati eroi mitici, volti di dèi e dee, iscrizioni in latino, cavalli, spighe, uomini a cavallo di delfini, volti di imperatori.
Ce n’è tanto per cui giustificare l’acquisizione da parte dell’Unesco di questa antica strada come patrimonio dell’umanità!
Grazie all’impegno del Comune di Bari e del Museo Civico e all’apporto di studiosi competenti e appassionati, come il numismatico Giuseppe Ruotolo, lo storico Aldo Luisi e i fotografi Michele Roberto e Aurora De Cicco, questa pubblicazione onora la memoria dell’epoca romana in Puglia, consegnando ai pugliesi di oggi un documento ricco di accurate descrizioni e splendide immagini di luoghi che meritano il massimo rispetto e la migliore conservazione possibile, così come felicemente auspicato nella prefazione dell’Assessore Paola Romano e nella introduzione del Prof. Antonio Castorani.