Neonato trovato morto nella culla termica a Bari: ascoltato il parroco, indagini in corso
BARI - Proseguono le indagini sul tragico ritrovamento del corpo senza vita di un neonato di circa un mese di età nella culla termica accanto alla chiesa di San Giovanni Battista, nel quartiere Poggiofranco di Bari. Questa mattina, don Antonio Ruccia, parroco della chiesa, è stato ascoltato dagli inquirenti come persona informata dei fatti.
L'interrogatorio del parroco
Secondo quanto riportato dall'ANSA, don Ruccia è stato sentito per diverse ore dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis e dal magistrato Angela Morea, che coordinano le indagini condotte dalla Squadra mobile di Bari. Al momento, non sono emersi dettagli sulle dichiarazioni rese dal sacerdote, il quale, il giorno del ritrovamento del piccolo, si trovava a Roma.
Il parroco, rientrato in città poche ore prima della convocazione in Procura, avrebbe riferito di non aver ricevuto alcuna chiamata utile a segnalare la presenza del neonato nella culla termica. Questo dispositivo, dotato di un sistema di allarme, aveva già permesso in passato di salvare due neonati, nel 2020 e nel 2023.
Verifiche tecniche sulla culla termica
La Procura ha disposto accertamenti tecnici sulla culla termica, posta sotto sequestro insieme al locale in cui si trova. Gli esperti dovranno chiarire se il sistema di riscaldamento e l’allarme abbiano subito un malfunzionamento. È stato inoltre avviato un controllo sulla fornitura elettrica che alimenta il dispositivo, per capire se eventuali interruzioni abbiano compromesso il funzionamento della culla.
Ipotesi di reato e sviluppi delle indagini
L’ipotesi di reato al momento è abbandono di minore con l’aggravante della morte, ma potrebbe subire modifiche in seguito agli esiti dell’autopsia e delle altre verifiche tecniche. È possibile che presto vengano iscritti i primi nomi nel registro degli indagati, come atto dovuto per approfondire eventuali responsabilità.
Una comunità sconvolta
Il drammatico episodio ha scosso la comunità locale, già provata dalla tragedia. Don Antonio Ruccia, tornato a lavoro nella sua parrocchia, continua a collaborare con gli inquirenti. Nel frattempo, gli investigatori proseguiranno con l'ascolto di altre persone informate dei fatti per ricostruire le circostanze che hanno portato alla morte del neonato e individuare eventuali responsabilità.
Le prossime ore saranno cruciali per chiarire cosa sia accaduto e per fare luce su un caso che ha sollevato molte domande e indignazione.