Quel ragazzo perduto fra le stelle
FRANCESCO GRECO - Primavera 1980, Terra d’Otranto: Vito ha solo 12 anni quando “scopre” il cielo e i suoi affascinanti misteri, “le meraviglie in esso celate”. Nella sua ingenuità e suggestione, cerca un UFO che però non si fa vedere. Passa il tempo a scrutare con un binocolo. Ma la madre teme per la sua vista, glielo nasconde. Di nascosto il ragazzo fruga nell’armadio e lo trova, così riprende il suo gioco. Una successiva visita oculistica però conforta i genitori: nessun danno agli occhi.
Nel frattempo, dopo il diploma, comincia subito a lavorare come ragioniere. Và poi militare in Marina, quindi si iscrive a Fisica e all’Università ha la possibilità di studiare dei testi specifici, che rafforzano la sua passione per gli astri. Step successivo: compra l’occorrente per un rudimentale telescopio (diametro ben 30 centimetri) e riesce, dopo tanti tentativi, a montarlo (“qualità, nitidezza, contrasto delle immagini”).
Nella bottega del padre falegname, col suo aiuto, realizza una postazione sulla terrazza da cui continuare a guardare stelle, pianeti, costellazioni: la vita degli astri. E a osservare le carte stellari: “Presto avrei messo ordine nel cielo stellato, ogni costellazione avrebbe preso forma, ogni stella avrebbe avuto un nome”.
E’ l’incipit di “Dalle stelle al successo” (Coccolare un’idea fino al mestiere dei sogni), di Vito Lecci, Youcanprint 2023, pp. 146, euro 13,00.
“Il cielo iniziò a prendere forma. Si popolò della Costellazione del Cigno che, maestoso, volava nel bel mezzo della Via Lattea. La costellazione dell’Aquila, con la sua enorme apertura alare. Poi il Delfino, piccolo ma simpaticissimo”.
“Quel minuscolo e luminosissimo astro, che appariva con luna in miniatura, scoprii essere il pianeta Venere… L’astro giallognolo si rivelò essere Giove con i suoi satelliti galileiani”.
Ritmo incalzante che avvince il lettore, stile piano, divulgativo, il libro contiene, fra i tanti messaggi, l’invito a credere nei propri sogni: perché se si ha la forza di farlo, ogni traguardo può essere a portata di mano.
Oggi Vito ha il suo Parco Astronomico, “Sidereus”, fra gli ulivi, sulla strada che da Salve (Lecce) porta al mare cristallino delle Pescoluse, dove, fra scolaresche e turisti, accoglie ospiti tutto l’anno e trasmette la sua passione per le stelle (“condividere con gli altri le bellezze dell’Universo mi procurava un piacere immenso”).
Il gioco pian piano è diventato un lavoro, un’occupazione quotidiana (“insieme ai miei ospiti, eravamo come rapiti da così tanta bellezza. Era la cometa Hale-Bopp che, nell’aprile del 1997, solcava i nostri cieli nel suo fulgido splendore”).
Cercava un UFO, ha trovato la ragione della sua vita. Si dichiara un uomo “felice” (“è più appagante che avere una montagna di soldi”).
E’ appena tornato dalla Norvegia, dove ha fotografato l’aurora boreale ed è in partenza per la Spagna (Gjon, non lontano da Santiago de Compostela) dove fra primavera ed estate si annunciano altri eventi astronomici.
Nel frattempo, dopo il diploma, comincia subito a lavorare come ragioniere. Và poi militare in Marina, quindi si iscrive a Fisica e all’Università ha la possibilità di studiare dei testi specifici, che rafforzano la sua passione per gli astri. Step successivo: compra l’occorrente per un rudimentale telescopio (diametro ben 30 centimetri) e riesce, dopo tanti tentativi, a montarlo (“qualità, nitidezza, contrasto delle immagini”).
Nella bottega del padre falegname, col suo aiuto, realizza una postazione sulla terrazza da cui continuare a guardare stelle, pianeti, costellazioni: la vita degli astri. E a osservare le carte stellari: “Presto avrei messo ordine nel cielo stellato, ogni costellazione avrebbe preso forma, ogni stella avrebbe avuto un nome”.
E’ l’incipit di “Dalle stelle al successo” (Coccolare un’idea fino al mestiere dei sogni), di Vito Lecci, Youcanprint 2023, pp. 146, euro 13,00.
“Il cielo iniziò a prendere forma. Si popolò della Costellazione del Cigno che, maestoso, volava nel bel mezzo della Via Lattea. La costellazione dell’Aquila, con la sua enorme apertura alare. Poi il Delfino, piccolo ma simpaticissimo”.
“Quel minuscolo e luminosissimo astro, che appariva con luna in miniatura, scoprii essere il pianeta Venere… L’astro giallognolo si rivelò essere Giove con i suoi satelliti galileiani”.
Ritmo incalzante che avvince il lettore, stile piano, divulgativo, il libro contiene, fra i tanti messaggi, l’invito a credere nei propri sogni: perché se si ha la forza di farlo, ogni traguardo può essere a portata di mano.
Oggi Vito ha il suo Parco Astronomico, “Sidereus”, fra gli ulivi, sulla strada che da Salve (Lecce) porta al mare cristallino delle Pescoluse, dove, fra scolaresche e turisti, accoglie ospiti tutto l’anno e trasmette la sua passione per le stelle (“condividere con gli altri le bellezze dell’Universo mi procurava un piacere immenso”).
Il gioco pian piano è diventato un lavoro, un’occupazione quotidiana (“insieme ai miei ospiti, eravamo come rapiti da così tanta bellezza. Era la cometa Hale-Bopp che, nell’aprile del 1997, solcava i nostri cieli nel suo fulgido splendore”).
Cercava un UFO, ha trovato la ragione della sua vita. Si dichiara un uomo “felice” (“è più appagante che avere una montagna di soldi”).
E’ appena tornato dalla Norvegia, dove ha fotografato l’aurora boreale ed è in partenza per la Spagna (Gjon, non lontano da Santiago de Compostela) dove fra primavera ed estate si annunciano altri eventi astronomici.