Tragedia a Bari: il neonato senza nome nella culla termica e l’appello dell’arcivescovo Satriano

BARI - Un dramma che scuote la comunità di Bari e pone un interrogativo profondo sul valore della vita e le fragilità sociali: ieri, nel rione Poggiofranco, nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista, è stato ritrovato il corpo senza vita di un neonato di circa un mese. La Procura ha avviato un’indagine per abbandono di minore con l’aggravante della morte, mentre sul corpo del piccolo è in corso l’autopsia.

A intervenire con parole toccanti è l’arcivescovo di Bari e Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano, che in una nota definisce l’accaduto come “una speranza di vita negata, il culmine di una serie di fragilità e difficoltà sociali che spesso restano nell’ombra”. L’arcivescovo invita la comunità a riflettere e agire, ricordando che “nessuna vita, dal concepimento fino all’ultimo respiro, sia abbandonata nell’indifferenza”.

Un richiamo a un impegno collettivo

Satriano esorta a un impegno più forte e collettivo per sostenere chi vive situazioni di vulnerabilità, denunciando con amarezza come dietro le luci del Natale si nascondano spesso storie di solitudine e disperazione. "È un invito a costruire una società che non lasci indietro nessuno", afferma l’arcivescovo, sottolineando la necessità di affrontare il problema di una “cultura dello scarto” che si fa strada in un mondo sempre più chiuso e insensibile verso i più deboli.

Un gesto di dolore e riflessione

L’arcivescovo annuncia che lunedì prossimo, durante le celebrazioni dell’Epifania, giornata dedicata all’infanzia missionaria, il bambino verrà ricordato nella preghiera dei fedeli. "Spero che questo dramma susciti in noi maggiore attenzione e cura verso la vita, quando è più indifesa", dichiara Satriano. L’invito è a trasformare questa tragedia in un’occasione di riflessione e cambiamento, promuovendo azioni concrete di sostegno per chi vive nell’ombra.

Un dolore condiviso

“Come pastore di questa comunità, soffro con voi per la perdita di una tenera vita e provo dolore per quanto vissuto da chi ha deposto quel corpicino nella culla termica”, prosegue Satriano, ricordando che dietro ogni dramma vi sono storie umane complesse. "Onoriamo il senso profondo del Natale – conclude – facendo in modo che eventi come questo non rimangano solo segni di dolore, ma anche di riflessione e rinascita per una comunità più solidale e attenta ai più fragili".