Carceri pugliesi: emergenza droni e aggressioni, il SAPPE chiede intervento urgente dei prefetti

BARI - La situazione nelle carceri pugliesi è sempre più critica, con il fenomeno dei droni che, grazie alla tecnologia, permette alla delinquenza di far entrare in carcere telefonini, droga e altri materiali vietati, eludendo i controlli. Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE) lancia un allarme, evidenziando l'incapacità delle autorità di fronteggiare adeguatamente questa minaccia, che sta peggiorando la sicurezza all’interno degli istituti penitenziari.

I droni, in particolare, sono diventati uno degli strumenti principali per il traffico di oggetti proibiti, volando soprattutto nelle ore serali e notturne, approfittando della scarsa vigilanza delle mura di cinta. Questo fenomeno ha trasformato alcune carceri pugliesi in vere e proprie piazze di spaccio, alimentando ulteriormente la criminalità dentro e fuori dalle mura del penitenziario. Il SAPPE avverte che, se la situazione non verrà affrontata con urgenza, la delinquenza potrebbe decidere di introdurre armi o materiali esplosivi, con gravi conseguenze per la sicurezza pubblica.

In un contesto già difficile, anche l'aggressione ai danni degli agenti di polizia penitenziaria diventa una questione sempre più allarmante. L'episodio più recente è avvenuto a Foggia, dove i poliziotti che avevano cercato di sequestrare materiale vietato proveniente da un drone sono stati selvaggiamente picchiati dai detenuti. Questo attacco è stato reso possibile dalla grave carenza di personale e dal sovraffollamento che caratterizza ormai da tempo le carceri pugliesi.

Il SAPPE chiede ora un intervento deciso da parte dei prefetti della regione, invitandoli a convocare con urgenza un tavolo di discussione con i responsabili della sicurezza e dell’amministrazione penitenziaria. Solo con misure concrete si potrà contrastare efficacemente il fenomeno dei droni e garantire maggiore sicurezza per gli agenti di polizia penitenziaria e per i cittadini.

Nel frattempo, la polemica si accende anche intorno all'aggressione avvenuta nel carcere di Taranto, dove un detenuto, già noto per un crimine particolarmente violento, è stato picchiato da altri reclusi. Secondo gli avvocati del detenuto, la responsabilità dell'accaduto sarebbe da attribuire alla gestione del penitenziario, che non avrebbe preso le dovute precauzioni, dato il profilo del detenuto. Il SAPPE, tuttavia, risponde che l’incidente è stato prontamente gestito e che le accuse contro il personale penitenziario sono ingiuste, poiché gli agenti hanno agito correttamente, applicando le norme di sicurezza previste.

Il sindacato lamenta, infine, che troppo spesso gli agenti vengano accusati di responsabilità che non competono loro, mentre vengono ignorati i veri problemi strutturali che affliggono le carceri italiane, come il sovraffollamento e la carenza di personale. In risposta a queste criticità, il SAPPE chiede un intervento urgente e mirato per garantire la sicurezza dentro e fuori dalle prigioni.