Nervi, Giò Ponti e Ambasz tra gli architetti che hanno segnato il ‘900 in Puglia: lo studio dell’arch. Saito a Palazzo Covelli

TRANI - In pochi forse sanno che la Puglia è stata una regione importante crocevia dell’architettura moderna. Nel ‘900, infatti, tanti importanti architetti di respiro internazionale hanno studiato, sperimentato e realizzato progetti che oggi rappresentano una integrazione preziosa tra cultura locale e internazionale. Uno studio attento e scrupoloso presentato ieri a Palazzo Covelli, sede dell’Ordine degli Architetti PPC della BAT, dall’arch. Mauro Saito rappresentante di Docomomo da anni impegnato nella scoperta, documentazione e divulgazione dell’architettura moderna italiana.

«L’ultimo secolo ha visto in Puglia delle figure importantissime a livello progettuale, sia nazionale che internazionale – ha spiegato l’arch. Saito – parliamo per esempio di Giò Ponti o di Pierluigi Nervi, per citarne alcuni. E’ stato molto difficile selezionare solo 30 architetture. La Puglia è una regione molto lunga, tutti sanno che si compone di tre regioni, una parte centrale, una parte settentrionale e una parte meridionale. Al contrario di quello che si fa in genere, si scende dall'alto e si va verso il basso – spiega l’arch. Saito - in questo caso ho deciso di dire ai passeggiatori di cominciare dal basso, quindi partire dal Mediterraneo, che è un po' la fonte di origine culturale non solo della Magno Grecia ma anche successiva della nostra cultura contemporanea, e quindi poi partire da Leuca per arrivare attraverso tutta la Puglia, fino al Gergano».

E’ l’idea alla base di Passeggiate architettoniche nella Puglia del ‘900, uno studio su di una regione molto lunga alla scoperta di architettura spesso sconosciute ma che rappresentano, invece, un patrimonio di grande importanza. Architetti che dopo gli studi in centri importanti come Roma, Venezia, Napoli o Milano, tornano in Puglia per portare le loro idee, le loro sperimentazioni e la loro innovazione. E’ il caso, per esempio, della prima volta in assoluto dell’arco parabolico dell’arch. Nervi che realizza nelle saline di Margherita di Savoia oppure i progetti di Emilio Ambasz, architetto argentino molto attivo nel metapontino ed a Castellaneta Marina con la sua filosofia progettuale green. Tutti con idee che in sostanza puntano a fondere innovazione e passato.

«Avviene una sorta di integrazione, una sorta di ibridazione fra due culture, una cultura che viene da fuori e la lettura, molto attente e riconoscibile, della cultura locale – spiega ancora l’arch. Saito - Cultura locale intesa sia nel senso dei materiali, dell'uso dei materiali locali, sia intesa nel senso dell'uso dei materiali storici e qui il discorso si riconnette ancora una volta con le passeggiate, perché a tutti gli effetti il Pellegrino di Puglia di Cesare Brandi è una passeggiata, cioè un tempo lento, un tempo dedicato a pensare e non a scorrere molto velocemente».

Tanti i temi trattati nel corso della serata a Palazzo Covelli, organizzata dalla commissione cultura e pari opportunità dell’Ordine degli Architetti BAT ad a cui hanno contribuito anche l’arch. Antonio Riondino, Professore di Progettazione architettonica e urbana del Politecnico di Bari e la dott.ssa Marilena Di Tursi, giornalista e critica d’arte. Da ieri iniziato il percorso formativo del 2025. «Iniziamo oggi – ha spiegato l’arch. Andrea Roselli Presidente dell’Ordine - con un evento importante sotto il profilo architettonico, perché parliamo di architettura del Novecento e in Puglia abbiamo tantissime architetture di valore studiate un po' in tutta Italia e anche in tutta Europa».