Sanremo 2025, the winner is… Al Bano!
FRANCESCO GRECO - “Quando vado in una casa che non conosco, subito chiedo: avete la tv? Se la risposta è si, so di avere a che fare con persone innocue…”, Charles Bukowski.
Tv: “Pronto, Eduardo De Filippo? Qui è la tv…”.
Eduardo: “Un attimo che le passo il frigorifero!”
La domanda più frequente di questi giorni è stata: “Hai visto il Festival di Sanremo?”. C’è chi ammette di vederlo, chi lo vede ma si vergogna a dirlo e chi invece candidamente spiega che non gliene può fregar di meno.
Noi ci iscriviamo tranquillamente a quest’ultima categoria. Lo consideriamo puro rubbish, la sagra del kitsch, arma di distrazione di massa. La musica è un’altra cosa. Basta chiedere in giro se qualcuno ricorda e può canticchiare una canzone vincitrice delle scorse edizioni.
Ciò detto, facciamo un minimo di filologia sul verbo vedere, quello più coniugato nel nostro XXI secolo. Tutti guardiamo tv, tablet, smartphone. Un verbo un’estetica che pare surrogare il tutto.
Chi scrive non ha un televisore per sua scelta. Guardavo distrattamente quello di casa mia quando stavo con i genitori. Più che altro tv straniere, in primis quella greca per questione di meridiani e paralleli. L’ultima cosa che ricordo di aver visto è stato il funerale dell’attrice Melina Mercuri. Commuovente. Tutta la Grecia si fermò.
Filologia: contestiamo l’etimologia intima del verbo vedere. Non c’è niente da vedere. Coniughiamo altri due verbi: parlare e fare.
Ci piace incontrare le persone de visu, senza medium. Scambiare e condividere in senso dialettico emozioni, sentimenti, memoria, conoscenza, sapienza, saggezza. Non le confezioni già pronte della tv.
E il verbo fare: ci si sente più utili e dentro gli equilibri dell’umanità e della sua energia universale nel rimondare un vecchio ulivo, rimettere a posto un muretto di pietre a secco diroccato, andare a cozze dopo le prime piogge o per verdura spontanea. Che stare due ore davanti alla tv. Pessima metafora della modernità.
Si potrebbe obiettare: e l’informazione? No problem. Oggi è parcellizzata, sparsa ovunque. non c’è solo in tv e sui giornali.
E comunque la tv è anche un perfido strumento di controllo sociale. Sapere che gli altri sanno cosa stai facendo alle 9 di sera e ti mettano in un dato, l’audience, dà un senso di impotenza, ci si sente disarmati, nudi.
E chiudiamo con Sanremo 2025. Leggiamo che ha vinto un ragazzo ligure, tale Olly. Siamo contenti per lui. Ma per noi il vincitore morale è un altro: Al Bano. Escluso senza sapere perché, ha dato una lezione di stile old Puglia all’Italia intera. Niente battute pesanti, ma modulazione ironica.
Lo aspettiamo a Mosca, a settembre, sulla Piazza Rossa, quando canterà per la pace finalmente ritrovata nel nostro Continente.
Quando il sole tornerà…