A spasso nel Teatro di Domenico Triggiani e Rosa Lettini
VITTORIO POLITO - «Tanto tuonò che piovve», un proverbio nato dalla
tradizione popolare che da sempre accompagna le nostre conversazioni,
mantenendo intatta la sua capacità di descrivere con efficacia l’inevitabilità di
un evento, preceduto da lunghe e intense attese. Mi riferisco alla novità
editoriale a cura di Nicola Triggiani e Rosa Lettini (1935-2024) “A spasso nel
Teatro di Domenico Triggiani” (Cacucci Editore), attesa da tempo e che
finalmente vede la luce, grazie anche al Consiglio Regionale della Puglia che
ha inserito l’opera nella Linea Editoriale “Leggi la Puglia”, finalizzata a
valorizzare la nostra Regione.
L’opera si avvale della presentazione di Loredana Capone, presidente del Consiglio Regionale della Puglia che, tra l’altro, scrive: «La scelta di questo volume rappresenta un impegno etico e, al tempo stesso, un atto di fiducia verso il futuro e verso chi, attraverso l’arte e la scrittura, continua a rendere il territorio barese luogo vivo e creativo, con uno sguardo rivolto a tutti coloro che sono pugliesi nel mondo.» Immane il lavoro di Nicola Triggiani e Rosa Lettini che hanno curato la corposa edizione di tre volumi raccolti in elegante cofanetto di circa 1000 pagine che ricordano e riportano la produzione letteraria in lingua e in dialetto barese di Domenico Triggiani (1929-2005), insieme alla numerosa rassegna stampa le cui testate e le firme prestigiose di critici e giornalisti, non si contano: Michele Campione, Vito Antonio Melchiorre, Raffaele Nigro, Egidio Pani, Gianni Custodero, Grazia Di Staso, Nicola Sbisà, Francesco De Martino, Michele Dell’Aquila, Michele Viterbo, Pasquale Bellini, Rino Bizzarro, Saverio La Sorsa, Enrico Pappacena, Felice Laudadio, Pasquale Infante, Franco Noviello, il sottoscritto e tanti altri che solo lo spazio impedisce di elencare. D’altro canto, le opere di Triggiani sono state pubblicate, rappresentate e diffuse su tante testate di Bari e d’Italia, alcune trasmesse in TV.
Triggiani, barese DOC, benemerito della cultura e personaggio cardine nel campo della letteratura, vanta una lunga carriera: dalla direzione di riviste letterarie alla scrittura di commedie in lingua e in dialetto, dalla redazione di saggi alla fondazione di premi. Un artista poliedrico, instancabile operatore culturale premiato più volte per le sue attività. Solo la lettura di questo testo potrà dare un’esaustiva conoscenza del prestigioso personaggio e delle sue realizzazioni.
Stefano Bronzini, Magnifico Rettore dell’Università di Bari, che firma la prefazione, scrive tra l’altro: «L’attività culturale, la produzione letteraria, l’impegno intellettuale, quindi politico e civile, di Triggiani si intrecciano costituendo una unica e forte gomena ancora oggi capace di trascinare i lettori ad una approfondita riflessione sulla complessa natura umana.» Grazia Distaso, già docente di Letteratura dell’Università di Bari, nel suo saggio introduttivo scrive: «Uomo di teatro, Triggiani ha saputo anche creare le strutture per il teatro, per il suo spazio: va ricordata, fra le iniziative della Rivista “Polemica”, la realizzazione di un Teatro Circolare preso l’Albergo delle Nazioni. Ma egli ha sentito anche l’esigenza, come tanti autori che hanno amato profondamente il teatro, di avere un gruppo di attori a lui vicino, pronto a recitare le sue opere e a renderne il significato: ed è stato il “suo” gruppo, il “Gruppo Teatrale Levante”, che egli ha fondato e diretto per molti anni.»
E non dimentichiamo Rosa Lettini, consorte di Triggiani, docente, scrittrice, attrice e cultrice del dialetto barese, che ha condiviso con il suo “Mimì”, la passione per le lettere e il teatro, scrivendo a quattro mani i romanzi: “Il virus del passato” (Capone Editore, 1989), “Il giudice PandisUn’odissea nel tempo” (Serarcangeli, 1990), “In diretta dall’inferno” (Editrice Tipografica, 2003), “Da Adame ad Andriòtte”, romanzo storico-satirico in vernacolo barese (Schena Editore, 2002). È autrice con chi scrive del tascabile “Pregáme a la barése - Preghiamo in dialetto barese” (Levante, 2012), un testo che presenta le comuni preghiere del cristiano nel nostro dialetto ed altro ancora.
Il cofanetto è composto di tre volumi: nel primo sono pubblicate le opere in lingua, da quelle più risalenti nel tempo fino alle più recenti, alle quali si aggiungono tre opere inedite. Nel secondo trovano posto le commedie dialettali scritte a partire dagli anni ’80, che, per unanime giudizio, hanno contribuito in misura importante a valorizzare e nobilitare il dialetto barese, vera e propria “lingua” dalle piacevoli sonorità, patrimonio da salvaguardare, divulgare e di cui andare orgogliosi. Alcuni di questi lavori sono da considerare “classici della baresità”. Il terzo, riporta la selezione di recensioni, giudizi e citazioni della stampa e della critica, allo scopo di offrire ai lettori un quadro il più possibile completo della complessa e poliedrica personalità di Triggiani arricchita da immagini.
Inoltre il testo, in apertura, riporta i saggi introduttivi firmati da chi scrive (Domenico Triggiani: “un testimone del tempo”. Cenni biografici), da Egidio Pani (La vera passione di Domenico Triggiani: il teatro, specchio in cui riflettersi e riflettere) e da Grazia Distaso (I “fantasmi della scena” e “la vècchia ceveltá”. L’opera e valorizzata, come detto, dalla prefazione di Stefano Bronzini, “Una fotografia in bianco e nero”. Inoltre la pregevole pubblicazione riporta anche l’appendice su come scrivere, leggere e comprendere il dialetto barese, la grafia e pronuncia dell’idioma barese e il glossario essenziale Barese-Italiano.
Un’opera imponente, da non perdere, che non dovrebbe mancare nelle biblioteche di Bari, delle scuole e dei baresi per consentire di sapere tutto sulla produzione di un cittadino che ha deliziato Bari, i baresi e la cultura italiana. Grazie a Nicola Triggiani e Rosa Lettini per aver curato e messo a disposizione di Bari, della Puglia e della cultura l’opera omnia di un grande barese doc.
L’opera si avvale della presentazione di Loredana Capone, presidente del Consiglio Regionale della Puglia che, tra l’altro, scrive: «La scelta di questo volume rappresenta un impegno etico e, al tempo stesso, un atto di fiducia verso il futuro e verso chi, attraverso l’arte e la scrittura, continua a rendere il territorio barese luogo vivo e creativo, con uno sguardo rivolto a tutti coloro che sono pugliesi nel mondo.» Immane il lavoro di Nicola Triggiani e Rosa Lettini che hanno curato la corposa edizione di tre volumi raccolti in elegante cofanetto di circa 1000 pagine che ricordano e riportano la produzione letteraria in lingua e in dialetto barese di Domenico Triggiani (1929-2005), insieme alla numerosa rassegna stampa le cui testate e le firme prestigiose di critici e giornalisti, non si contano: Michele Campione, Vito Antonio Melchiorre, Raffaele Nigro, Egidio Pani, Gianni Custodero, Grazia Di Staso, Nicola Sbisà, Francesco De Martino, Michele Dell’Aquila, Michele Viterbo, Pasquale Bellini, Rino Bizzarro, Saverio La Sorsa, Enrico Pappacena, Felice Laudadio, Pasquale Infante, Franco Noviello, il sottoscritto e tanti altri che solo lo spazio impedisce di elencare. D’altro canto, le opere di Triggiani sono state pubblicate, rappresentate e diffuse su tante testate di Bari e d’Italia, alcune trasmesse in TV.
Triggiani, barese DOC, benemerito della cultura e personaggio cardine nel campo della letteratura, vanta una lunga carriera: dalla direzione di riviste letterarie alla scrittura di commedie in lingua e in dialetto, dalla redazione di saggi alla fondazione di premi. Un artista poliedrico, instancabile operatore culturale premiato più volte per le sue attività. Solo la lettura di questo testo potrà dare un’esaustiva conoscenza del prestigioso personaggio e delle sue realizzazioni.
Stefano Bronzini, Magnifico Rettore dell’Università di Bari, che firma la prefazione, scrive tra l’altro: «L’attività culturale, la produzione letteraria, l’impegno intellettuale, quindi politico e civile, di Triggiani si intrecciano costituendo una unica e forte gomena ancora oggi capace di trascinare i lettori ad una approfondita riflessione sulla complessa natura umana.» Grazia Distaso, già docente di Letteratura dell’Università di Bari, nel suo saggio introduttivo scrive: «Uomo di teatro, Triggiani ha saputo anche creare le strutture per il teatro, per il suo spazio: va ricordata, fra le iniziative della Rivista “Polemica”, la realizzazione di un Teatro Circolare preso l’Albergo delle Nazioni. Ma egli ha sentito anche l’esigenza, come tanti autori che hanno amato profondamente il teatro, di avere un gruppo di attori a lui vicino, pronto a recitare le sue opere e a renderne il significato: ed è stato il “suo” gruppo, il “Gruppo Teatrale Levante”, che egli ha fondato e diretto per molti anni.»
E non dimentichiamo Rosa Lettini, consorte di Triggiani, docente, scrittrice, attrice e cultrice del dialetto barese, che ha condiviso con il suo “Mimì”, la passione per le lettere e il teatro, scrivendo a quattro mani i romanzi: “Il virus del passato” (Capone Editore, 1989), “Il giudice PandisUn’odissea nel tempo” (Serarcangeli, 1990), “In diretta dall’inferno” (Editrice Tipografica, 2003), “Da Adame ad Andriòtte”, romanzo storico-satirico in vernacolo barese (Schena Editore, 2002). È autrice con chi scrive del tascabile “Pregáme a la barése - Preghiamo in dialetto barese” (Levante, 2012), un testo che presenta le comuni preghiere del cristiano nel nostro dialetto ed altro ancora.
Il cofanetto è composto di tre volumi: nel primo sono pubblicate le opere in lingua, da quelle più risalenti nel tempo fino alle più recenti, alle quali si aggiungono tre opere inedite. Nel secondo trovano posto le commedie dialettali scritte a partire dagli anni ’80, che, per unanime giudizio, hanno contribuito in misura importante a valorizzare e nobilitare il dialetto barese, vera e propria “lingua” dalle piacevoli sonorità, patrimonio da salvaguardare, divulgare e di cui andare orgogliosi. Alcuni di questi lavori sono da considerare “classici della baresità”. Il terzo, riporta la selezione di recensioni, giudizi e citazioni della stampa e della critica, allo scopo di offrire ai lettori un quadro il più possibile completo della complessa e poliedrica personalità di Triggiani arricchita da immagini.
Inoltre il testo, in apertura, riporta i saggi introduttivi firmati da chi scrive (Domenico Triggiani: “un testimone del tempo”. Cenni biografici), da Egidio Pani (La vera passione di Domenico Triggiani: il teatro, specchio in cui riflettersi e riflettere) e da Grazia Distaso (I “fantasmi della scena” e “la vècchia ceveltá”. L’opera e valorizzata, come detto, dalla prefazione di Stefano Bronzini, “Una fotografia in bianco e nero”. Inoltre la pregevole pubblicazione riporta anche l’appendice su come scrivere, leggere e comprendere il dialetto barese, la grafia e pronuncia dell’idioma barese e il glossario essenziale Barese-Italiano.
Un’opera imponente, da non perdere, che non dovrebbe mancare nelle biblioteche di Bari, delle scuole e dei baresi per consentire di sapere tutto sulla produzione di un cittadino che ha deliziato Bari, i baresi e la cultura italiana. Grazie a Nicola Triggiani e Rosa Lettini per aver curato e messo a disposizione di Bari, della Puglia e della cultura l’opera omnia di un grande barese doc.