Bari, condannato a 14 anni per maltrattamenti e violenza sessuale aggravata sulla fidanzata

BARI – Una sentenza pesante quella emessa dal Tribunale di Bari, che ha condannato a 14 anni di reclusione un uomo barese di 30 anni, riconosciuto colpevole di gravi reati nei confronti della fidanzata, oggi 23enne. Le accuse a suo carico sono di maltrattamenti e violenza sessuale aggravata.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, il giovane avrebbe sottoposto la compagna a un vero e proprio calvario, fatto di continue violenze fisiche e psicologiche. Tra i capi d’accusa emergono episodi di percosse brutali, minacce di morte in caso di tentativi di lasciarlo e veri e propri atti di sequestro di persona, costringendola a rimanere segregata in casa.

La violenza sessuale si è manifestata con particolare crudeltà: l'uomo obbligava la vittima ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà, utilizzando oggetti come bottiglie di vetro, corde e nastro da imballaggio. Non solo. Le aveva imposto di lasciare la scuola, di isolarsi da amici e familiari, impedendole qualsiasi rapporto esterno.

Le violenze fisiche si sarebbero spinte fino a colpirla con oggetti di uso domestico, come scope, secchi e persino cassetti estratti dai mobili. In un episodio particolarmente grave, la giovane avrebbe perso conoscenza a seguito delle percosse, senza mai essere accompagnata in ospedale per ricevere cure.

La sentenza del Tribunale non si è limitata alla condanna detentiva: al termine della pena, all’uomo saranno applicate anche le misure accessorie di libertà vigilata, divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minori e divieto di esercitare lavori che comportino contatti abituali con minori.

Un verdetto severo, che sottolinea ancora una volta la necessità di proteggere le vittime di violenza e di garantire giustizia per chi subisce abusi all’interno delle relazioni affettive.