Fase, ''Fiamme'' è il nuovo singolo: ''Canto per la gente che combatte con le proprie dipendenze''

(Ph Giorgio Violino)

Il cantautore Valerio Urti, meglio conosciuto come Fase, pubblica il nuovo singolo “Fiamme“, prodotto da Marco Lamagna e distribuito da TuneCore. Il brano esplora il tema della dipendenza intesa come concetto ampio, un rapporto tossico con qualcuno o qualcosa dal quale non ci si riesce a liberare. Sentendosi incatenato a una sensazione negativa, l’artista si rivolge a una figura esterna, che potrebbe rappresentare sé stesso o un’entità superiore, chiedendo quella salvezza e quella via d’uscita che da solo non riesce a trovare.

Il suo percorso artistico lo ha portato a pubblicare quattro singoli, da “Per come sei tu“, in cui Valerio si mette a nudo raccontando delle crisi di panico di cui ha sofferto, a Giuda“, “Nena”e “Veleno“. A oggi Fase conta più di 700.000 ascolti in streaming.

Come nasce Fiamme e cosa rappresenta nel tuo percorso artistico? 

Fiamme esplora il tema delle dipendenze intese come concetto ampio. Ho voluto essere vicino alle persone che si trovano a combattere ogni giorno con le proprie dipendenze, che esse siano da psicofarmaci, droghe o anche dipendenze da relazioni o persone.  La “lei” della canzone è la dipendenza, da cui ognuno cerca di uscire. 

Qual è lo scopo di questo brano? 

Lo scopo è far sentire chi ascolta la canzone libero di respirare, per questo ila scelta di un ritornello aperto rispetto ad un abitazione più dark e potente presente nelle strofe. L’unica dipendenza dovrebbe essere quella dalla nostra felicità personale. Sicuramente questo brano rappresenta un nuovo punto di sfogo a livello artistico, dove racconto un’altro pezzo di me e del mio passato e sicuramente una nuova partenza a livello scelta del sound e direzione musicale.

Il brano esplora la dipendenza del rapporto tossico. Lo hai mai vissuto e come ne sei uscito?  

Si, posso dire di aver vissuto più di un rapporto tossico. La chiave per uscirne è toccare il punto più profondo del rapporto con la tua coscienza, quel punto dove la linea sottile tra il baratro e la salvezza si riduce ad un senso di vuoto. Allora capisci che quel vuoto va colmato, e solamente sei in grado di farlo. Allora fai un respiro, e cominci a godere delle piccole cose che ti fanno stare come mezz’ora di amore, un bagno rose un’ora di sole niente di speciale ma tutto necessario per volerti di nuovo bene. Cosi ne sono sempre uscito.

Che differenza c’è tra il Fase artista e Valerio? 

Fase è l’alter ego di Valerio, il suo ossimoro, qualcosa di talmente diverso nella forma ma che in realtà diventa la stessa cosa nella sostanza quando inizio a scrivere un brano. Fase è tutto ciò che Valerio non riesce a dire, tutto ciò che Valerio si tiene dentro, il suo psicologo diciamo. Questo succede anche sul palco, due personalità diverse nel genere ma uguali per sentimenti.

Tra le tue esperienze artistiche, qual è quella che ricordi con piacere? 

Ho avuto la fortuna di fare diverse esperienze artistiche, sia con artisti che misurandomi con diversi palchi. Diciamo che quella che ricordo con maggior piacere è quella di aver riempito l’Hiroshima di Torino con solo 5 singoli all’attivo. Mi inorgoglisce riempire un posto, a casa mia, dove mi ha visto spettatore pagante osservare concerti come quelli di Star Sailor, Linea 77 e tanti altri.

Stai lavorando al tuo primo disco da solista?

Assolutamente si. L’uscita di vari singoli sono stati un percorso necessario per trovare il giusto sound.  Il disco è già in studio, insieme ad i miei collaboratori stiamo ultimando gli ultimi dettagli per inciderlo e farlo uscire spero alla fine di quest’anno.