Freddo, paura e speranza: la testimonianza di Rosalia De Giosa, sopravvissuta al crollo di via De Amicis
BARI - "Freddo e paura, sono viva grazie al Signore e a mio marito scomparso cinque anni fa. In quel momento ho sentito un rumore forte, stavo uscendo per prendere un po’ di roba. Poi ho visto la porta blindata venirmi addosso, sentivo il ferro sopra di me. Mi sono accovacciata e nascosta sotto la porta. Mentre sentivo pietre e tufi che mi venivano giù”.
Rosalia De Giosa, la 74enne sopravvissuta sotto le macerie per 27 ore dopo il crollo del palazzo di via De Amicis, ricorda in ospedale gli attimi infiniti prima del salvataggio miracoloso dei Vigili del Fuoco.
“Ho gridato aiuto ma nessuno mi sentiva, il telefono squillava ma era in un’altra stanza. Durante la notte ho sentito molto freddo, ma nessuno mi sentiva – racconta -. Ad un certo punto, mentre urlavo aiuto, ho sentito che qualcuno mi aveva risposto, lì ho capito che mi avevano trovata. Ho continuato ad urlare e mi hanno risposto due vigili del fuoco, Pasquale e Giuseppe. Sono stati un faro in quell’attesa”.
Dopo 27 ore di angoscia e resistenza, finalmente la luce: “Dopo tanto tempo ho visto la luce e ho capito che erano i fari dei pompieri che stavano lavorando. Quando ho visto le luci ho ripreso a gridare, ho sentito qualcuno che mi rispondeva dicendo ‘un momento, stiamo arrivando’ – continua Rosalia -. Ci voleva tempo per arrivare da me, perché stavano scavando ancora ed ero ricoperta di macerie sopra la porta. Ho capito che stavano lavorando per la mia vita togliendo pietre e ferri. Per far uscire la gamba c’è stata un po’ di difficoltà. Ho avuto davvero paura, ora l’unica cosa che mi importa è parlare con mio figlio, abbiamo un rapporto bellissimo e voglio raccontargli tutto”.
Un racconto di resistenza e speranza che commuove e che dimostra la forza straordinaria di chi, anche nei momenti più difficili, non smette mai di lottare.