Isabella Ferrari al Bif&st 2025: "Cambiare ruolo è cambiare pelle"
ph_Delio De Martino |
BARI - Raccontare sé stessi non è facile, soprattutto quando il proprio mestiere è interpretare qualcun altro. Ma Isabella Ferrari, protagonista dell’incontro di cinema al Teatro Petruzzelli, lo ha fatto con naturalezza e profondità, regalando al pubblico uno sguardo sincero sulla sua carriera.
La penultima giornata del Bif&st 2025, prodotto dall’Apulia Film Commission con il sostegno della Regione Puglia e diretto da Oscar Iarussi, si è aperta con la proiezione di Amatemi di Renato De Maria. Un film particolarmente significativo per Ferrari, come lei stessa ha raccontato:
“In Amatemi c’è tantissimo della mia pelle. È una lettera d’amore che mio marito, Renato, mi ha scritto. Ha voluto regalarmi il ruolo di una donna che, nel giorno del suo compleanno, decide di cambiare e di amarsi. Amatemi è un grido d’amore.”
Una carriera vissuta sulla pelle dei suoi personaggi
Ferrari ha ripercorso la sua carriera iniziata da giovanissima, spiegando come ogni ruolo per lei sia stato una trasformazione, spesso anche dolorosa:
“Cambiare ruolo significa cambiare pelle. Alcuni personaggi te li porti a casa, è difficile distaccarsi. A volte basta una doccia per tornare alla propria vita, altre volte la donna che interpreti lascia qualcosa in quella che sei.”
Pur non avendo frequentato scuole di cinema, Ferrari ha raccontato di aver imparato il mestiere sul campo, affidandosi ai registi con cui ha lavorato. Tuttavia, in alcuni momenti ha sentito il bisogno di intervenire, come accadde con Ettore Scola durante le riprese di Romanzo di un giovane povero, quando propose di nascondere la sua gravidanza con giacconi e primi piani. Una scelta che le valse la Coppa Volpi a Venezia.
ph_Delio De Martino |
Donne, libertà e il cambiamento dell’età nel cinema
Ripensando ai suoi personaggi, Ferrari ha sottolineato come molti di loro abbiano anticipato i tempi, specialmente in Amatemi:
“Raccontare vent’anni fa una donna così libera faceva effetto. Ci furono molti pregiudizi sul film, ancora prima che uscisse.”
Dopo aver recitato dietro una maschera in Parthenope di Paolo Sorrentino, l’attrice ha riflettuto su quanto sia importante il corpo nell’interpretazione e sulla difficoltà di rappresentare la sessualità senza il peso del giudizio altrui.
Ma uno dei momenti più toccanti è stato il racconto del suo rapporto con l’età nel cinema:
“A cinquant’anni non avevo più ruoli. Avevo sempre interpretato donne seducenti, finché quella parte non ha più potuto appartenermi. Ho ricominciato con il ruolo della madre. Non è giusto che nell’immaginario collettivo l’età delle protagoniste si blocchi.”
Infine, Isabella Ferrari ha lanciato un messaggio al cinema italiano:
“Senza correre rischi, l’arte si spegne. Il cinema ha bisogno di libertà.”