Lucera, medico investe ciclista e fugge: patteggia due anni e cinque mesi


BARI - Ha patteggiato una pena di due anni, cinque mesi e dieci giorni di reclusione (pena sospesa) per omicidio stradale e omissione di soccorso C.C., 78enne di Acquaviva delle Fonti (BA). L’uomo, nell’ottobre 2024, aveva investito con il suo SUV Roberto Casiello, ciclista 61enne di Foggia, lungo la statale 17 in località Seggio a Lucera, per poi fuggire senza prestare soccorso.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia, Michela Valente, ha accolto la richiesta di patteggiamento concordata tra il pubblico ministero Dominga L. Petrilli e la difesa dell’imputato. Il Pm aveva richiesto il giudizio immediato per l’uomo, che dal 30 ottobre si trovava agli arresti domiciliari, misura che ora decade in seguito alla sentenza. Il giudice ha inoltre disposto la revoca della patente di guida dell’imputato.

La dinamica dell’incidente

L’incidente è avvenuto il 29 ottobre 2024. Roberto Casiello stava pedalando sulla sua bici da corsa lungo la statale 17, diretto verso Foggia, quando è stato violentemente tamponato da un SUV Chevrolet Trax condotto da C.C. L’impatto lo ha sbalzato sul cofano dell’auto prima di essere scaraventato fuori strada. I sanitari del 118, intervenuti con i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Lucera, non hanno potuto far altro che constatare il decesso del ciclista, morto sul colpo per le gravi lesioni riportate.

L’investitore, invece, era scomparso. Sul luogo dell’incidente erano rimasti alcuni frammenti di carrozzeria, poi analizzati e identificati come appartenenti a una Chevrolet Trax. Decisive per le indagini sono state le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, che hanno permesso di risalire alla targa del veicolo. Il giorno successivo, C.C. è stato rintracciato e arrestato.

Le prove contro l’imputato

Secondo le indagini, C.C. era perfettamente consapevole di aver investito il ciclista. Subito dopo l’incidente, aveva chiamato un amico carrozziere per fargli controllare il danno alla sua auto e gli aveva confidato di aver investito qualcuno. In fase di arresto, ai Carabinieri aveva dichiarato di aver "urtato violentemente contro qualcosa" ma di essere fuggito senza allertare i soccorsi.

L’ingegnere Luca Ancora, consulente tecnico nominato dal Pm, ha confermato che la responsabilità dell’incidente è esclusivamente di C.C., che non ha regolato la velocità in modo da poter evitare l’impatto con un ostacolo prevedibile come un ciclista sulla carreggiata.

La rabbia della famiglia della vittima

I familiari di Roberto Casiello si sono affidati al gruppo Giesse Risarcimento Danni per la gestione del caso. La moglie della vittima, Teresa Marasco, ha espresso il proprio dolore e sconcerto per l’esito giudiziario:

"Roberto era un ciclista esperto, attento e meticoloso, ma la sua prudenza non è bastata a salvarlo. Apprezzo il lavoro della Procura, che è riuscita a rintracciare il responsabile in poche ore, ma sapere che se la caverà con due anni, cinque mesi e dieci giorni, con pena sospesa, dopo aver lasciato il mio Roberto esanime sul ciglio della strada, senza prestargli soccorso nonostante fosse un medico, anche se in pensione, mi amareggia profondamente."

Il caso ha suscitato profonda indignazione nell’opinione pubblica, soprattutto per la pena ridotta grazie al patteggiamento, che lascia i familiari con un senso di ingiustizia per la tragica perdita di Roberto.