Metcalfa, un nuovo progetto tra elettronica e jazz



Torna il progetto di Metcalfa, alter ego musicale del batterista e compositore Metello Bonanno, con un nuovo album disponibile su tutte le piattaforme digitali. Un nuovo e importante capitolo che si aggiunge all'autobiografia musicale di Metello: un disco che fugge dalle etichette di genere e si stratifica di influenze, si immerge nell'elettronica, nel jazz e nelle potenzialità dello strumento della batteria.

Il tutto parte dal termine "lagom", questo il titolo del disco, una parola svedese che significa  “quanto basta”, così racconta Metcalfa: "Negli anni il seme di questa parola è rimasto dentro di me e ha fatto crescere l’idea di questo disco. La giusta commistione tra jazz ed elettronica, la giusta dose di ritmo e melodia, un equilibrio armonico. Questo album vuole essere come certo di essere io ogni giorno: calmo dentro, forte fuori".

Metcalfa nasce come un progetto esplorativo, prende forma dalla necessità di imboccare un sentiero ancora inesplorato. Il seme di tutto ciò nasce dalla volontà di unire l’universo ritmico e rituale della batteria con quello melodico e armonico del pianoforte; per poi unire il jazz all’elettronica. Quelle che ascoltate non sono solo canzoni: sono emozioni, stati d’animo, sogni notturni e un risveglio costante.

Qual è la prima cosa che vi viene in mente, parlando di Puglia? 

Innanzitutto dico che anch’io non vedo l’ora di venire a suonare nella vostra terra, mi piacerebbe molto. Purtroppo però, oltre al lato naturalistico, paesaggistico e culturale noto a tutti non ho molta conoscenza della Puglia non avendola mai (purtroppo) visitata. Motivo in più per venirvi a trovare!

Avete mai pensato di allontanarti da Milano?

Assolutamente, il piano è anche quello. Ho qualche contatto all’estero e il prossimo passo è muoversi fuori dall’Italia. Ovviamente capendo come gestire il tutto a livello di organico, ma si: lo facciamo.

Dopo la pubblicazione di “lagom”, ti è mai capitato di riascoltarti? 

Certamente! Mi riascolto ad intervalli regolari per due motivi: il primo è di natura critica, per capire cosa posso migliorare, cosa vorrei fare diversamente. Mentre dall’altro lato mi riascolto perché sono genuinamente contento di essere riuscito a scrivere della musica che avrei avuto bisogno di sentire tempo addietro.

Possiamo anche dire che forse, nel tuo caso, sarebbe il caso di coniare il nome di un nuovo genere musicale. Quale sarebbe? 

Eh, domanda difficile. Quando qualcuno me lo chiede io dico di fare jazz moderno, che magari è un termine con cui le persone hanno più familiarità. È anche vero però che le influenze sono parecchie, oltre al jazz: elettronica, funk, hip hop, ambient… non è semplice. Tempo fa definivo la mia musica (soprattutto dopo l’uscita del mio primo EP) come “hybrd music”, ma non mi ha mai soddisfatto del tutto. Quindi credo sia il momento di mettere insieme questi termini alle spalle e abbracciare pienamente il termine “hybrid jazz”. Che dite?


Per info: https://www.instagram.com/metello_metcalfa/