Presicce, “Salvate la nostra scuola, la fontana e il murales”


FRANCESCO GRECO.
PRESICCE - Un luogo del cuore, della memoria, che appartiene all’immaginario di intere generazioni di studenti, oggi padri/madri di famiglia. In quelle aule hanno imparato a scrivere e a leggere.   

L’edificio scolastico di Presicce risale al 1970 (e dal 1993 è malato: stabilità precaria). Altri tempi, allora si immaginava il futuro, si lavorava, lo si costruiva.

Oggi ci siamo incartati in una dimensione di chiacchiere da salotto (tv), le parole sublimano l’azione. Cosi non sappiamo mantenere ciò che abbiamo ereditato e non facciamo niente di nuovo. E’ l’amara e tragica realtà.

Sui social l’assessore all’Urbanistica (Presicce si è fuso qualche anno fa con Acquarica del Capo confinante) Alfredo Palese scaglia, per tutti, parole dure come pietre: “Questo edificio, nei confronti del quale tutti ci sentiamo a vario titolo sentimentalmente legati, è diventato un mausoleo all’inerzia politica, un vero e proprio inno all’inazione, un contenitore malandato e privo di contenuto, senza anima, che ci tiene ancorati, sì, ai bellissimi ricordi d’infanzia ma che è finito per identificare e occupare uno spazio dove sono assenti igiene e sicurezza e in cui l’unica cosa che avanza è il deterioramento dei materiali”.

Fa eco Donato Viola, vicepresidente della Pro-Loco che, ancor più critico, domanda: “Siamo sicuri di non demolire un intero edificio in buone condizioni, che rappresenta uno dei pochi segni rimasti nella memoria storica, urbanistica e sociale della nostra Comunità? E se invece essa avesse maggior beneficio dal mantenimento di questo simbolo di virtù civica? La memoria non ha prezzo. La scuola va salvata con progetti e interventi tecnici del caso. E’ giusto far entrare in gioco la ruspa?”. Vero: ci saranno pure altre opzioni.

Insomma, la scuola sulla centrale via Roma è nel degrado, i vandali fanno i loro stupidi giochi e non si trova di meglio che formattarla. Per il recupero, servono, dicono i tecnici, oltre 7 milioni: in tempi folli in cui si dirottano i denari di tutti, per il benessere del popolo, verso la follia della guerra e si vorrebbero comprare armi, ebbene, non si trovano.

Eppure la riqualificazione (eufemismo che sta per demolizione) di un edificio (si potrebbe fare una location culturale) così semanticamente affollato, avrebbe una ricaduta su tutto il bellissimo centro storico: a due passi c’è Piazza del Popolo con il ricco e fascinoso intarsio dei frantoi ipogei amatissimi dai turisti e poi la stupenda chiesa di Sant’Andrea. 

Su tale situazione problematica, si innesta la sorte di due gioielli che impreziosiscono la scuola: una fontana e un murales in ceramica.

Risalgono al 1970, furono commissionate al prof. Giuseppe Caligiani (defunto) titolare della Cattedra di Disegno Professionale all’Istituto d’Arte di Lecce.

L’artista di fama internazionale Luigi Sergi era uno dei suoi allievi più talentuosi e collaborò alla realizzazione e installazione di entrambe le opere.

Appresa la notizia (vive e opera a Novara, ha appena chiuso una mostra sulle donne in pittura), osserva: “Sono legato a tutt’e due le opere, fanno parte della mia prima esperienza nella scultura ceramica”. Quell’esperienza nel 1983 gli procurò un lavoro: un pannello decorativo presso la scuola media di Borgoticino (Novara).  Sergi offre al suo paese una soluzione: ricoverare le due opere nella sua Casa dell’Arte inaugurata nell’estate passata, arricchendo in tal modo la sua proposta artistica e culturale.

(ha collaborato Angela Ponzo)