Stefano Maggio: ''La laurea in sociologia? Il mio sogno è sempre stato fare musica''

MILANO - Da diversi anni è presente nel panorama musicale, Stefano Maggio, musicista, compositore e produttore italo tedesco. Nato a Roma e cresciuto fra l’Italia e la Germania, la sua vita si divide tra le due città, Monaco di Baviera e Roma. In questa intervista, ci racconta di come si sia evoluta la sua carriera, dei suoi inizi e dei progetti in corso. 

Partiamo dalla tua passione per la musica, che poi è diventata la tua professione. Quando hai iniziato ad avvicinarti a questo mondo?

Mi ricordo che già da piccolino ero profondamente attratto dalla musica e dai suoni, mio nonno materno tedesco suonava il violino e mi ricordo i suoi vinili di musica classica, mentre mio nonno paterno italiano era un cantante lirico. Con mio padre in macchina ascoltavamo le canzoni italiane di Sanremo e non solo e con mia madre invece musica soul, RnB e anche classica. Ho iniziato a suonare pianoforte intorno agli 8 anni, ma la vera passione è iniziata a 13 anni quando per la prima volta ho ascoltato i Bon Jovi. Da lì in poi non ho più smesso, ho studiato musica, canto, fatto la trafila delle band, prima come tastierista/pianista e poi anche come cantante. Mi piaceva molto quel mondo, il condividere progetti e obiettivi con gli amici/ragazzi delle band, arrangiare i brani, suonare alle prime feste, avere qualcosa in cui credere insieme. Grazie alle tastiere mi sono avvicinato all’elettronica che poi mi ha aiutato per quello che sarebbe diventato il mio futuro lavoro e in generale per la produzione musicale di oggi.

Chi erano i tuoi idoli?

All’inizio i vari gruppi Rock/Hard Rock dell’epoca, Bon Jovi, Malmsteen, Guns and Roses, ma poi studiando mi sono avvicinato ad artisti favolosi come Pat Metheny e tantissimi altri. Devo dire che ho avuto la fortuna di essere stato musicalmente molto curioso e affamato e divoravo cassette e Cd spaziando dal Pop inglese e italiano, anche Fabio Concato mi piaceva molto, passando per Bach, per finire con gruppi progressive fusion. Sicuramente anche tutti questi ascolti mi fanno comodo nel mio lavoro quotidiano di produzione musicale.

Poi sei arrivato a realizzare le prime produzioni. Con quali artisti hai iniziato a lavorare?

Il primo artista per cui ho prodotto in realtà ero effettivamente me stesso! :-) Nel senso che mi producevo le basi su cui cantavo e iniziavo a capire tutte le fasi di creazione di un brano, dall’ideazione/composizione/scritture di testi all’arrangiamento per finire con la produzione e il mix/mastering. Mandavo i Cd alle labels e capivo anche come approcciare quel mondo lì). Quando poi ho iniziato a lavorare con i primi cantanti veri avevo già una bella esperienza alle spalle. Le prime musiche realmente professionali sono state sigle e commenti sonori Rai, subito dopo ho prodotto (e spesso cantato) con vari pseudonimi tantissimi brani Dance per la compilation HIT MANIA, e poi sono arrivati i primi artisti (Mariangela - Sanremo 2007, Cafe Safado, con cui abbiamo fatto gli spot Tv JOGA BONITO/NIKE) e via dicendo. Non lo dovrei dire, ma ho avuto un periodo anche molto divertente in cui producevo e cantavo suonerie per cellulare. Poo Poo è stata in classifica per mesi, Blinko era il brano chiave di Buongiorno/Vitaminic e ho anche fatto la versione natalizia del gattino Virgola, te lo ricordi?

Dagli inizi fino adesso, la tua voglia di fare musica è rimasta sempre la stessa?

La voglia di musica c’è sempre stata, certo ci sono stati degli alti e bassi. Suonare nei gruppi può essere meraviglioso ma anche molto stancante se gli altri non hanno i tuoi stessi obiettivi. Per questo sono passato alla produzione dove potevo sfruttare meglio le mie caratteristiche ed essere concreto. Volevo fare solo musica, e anche se mi sono laureato in Sociologia, in realtà non volevo avere un piano B.


Cosa pensi dell’attuale panorama musicale in Italia?

A livello artistico l’Italia è sempre top. Stando spesso all’estero me ne accorgo di più, noto quanto rispetto c’è negli altri paesi per la musica italiana in generale. Anche lavorando in casting show tv in Germania come THE VOICE o POPSTARS, noto sempre quanto in Italia ci sia molto talento in giro. Non sempre sfruttato per vari motivi che è anche difficile da approfondire, ma il patrimonio musicale italiano si sente ancora oggi..

Com’è lavorare con il mercato estero?

Noto un rispetto maggiore per la figura del compositore/produttore musicale, e un’abitudine a considerarla una vera e propria professione anche se non vorrei generalizzare troppo, perchè anche in Italia ci sono delle strutture molto funzionali per lavorare bene nella musica. In Germania sono stato scelto come Vocalcoach di Popstars,  una casting Tv famosissimo, da perfetto sconosciuto, senza nessun tipo di esperienza televisiva, probabilmente perchè in me avevano notato sia una preparazione musicale ma anche qualcosa di originale, adatto alla Tv. Chissà se sarebbe successo anche in Italia. Forse no.

Nelle tue vene scorre sangue pugliese. Raccontaci del tuo legame con la Puglia.

Esatto, nelle mie vene scorre sangue tedesco (bavarese) e sangue pugliese, un bel mix. Mio padre era di Foggia, ma da ragazzo è andato a Roma, quindi non abbiamo frequentato moltissimo la zona quando ero piccolo. Da adolescente siamo andati qualche volta ed è sempre stato speciale per il calore delle persone, il mangiare, l’atmosfera sempre allegra. Negli anni poi sono stato molto spesso in Puglia per suonare. Ricordo con piacere una piazza strapiena a Monopoli che cantava a squarciagola un mio brano che quell’anno era in rotazione su Radio Norba.

Tra le tue esperienze, qual è quella che ricordi con piacere e che ti rende più fiero?

Sono tre le esperienze che mi hanno reso più fiero. Come dicevo prima, essere scelto come Vocal Coach da una trasmissione Tv importante come POPSTARS ed avere l’opportunità di lavorare con stars del calibro di Rihanna, Leona Lewis, Mel C delle Spice Girls, che erano ospiti dello Show. Stessa cosa vale per THE VOICE Germany 2023, dove ringrazierò sempre Giovanni Zarrella, artista superfamoso in Germania e persona speciale, che mi ha scelto come suo sidecoach. Essere stato scelto dalla Uefa come Dj ufficiale italiano per gli Europei di Calcio 2020, poi spostati nel 2021 ed essere stato il primo DJ/artista a suonare in un evento pubblico nel periodo Covid in Italia (Stadio Olimpico-11 Giugno 2021 - partita Italia-Turchia) Il privilegio di poter vivere facendo ciò che amo di più - la musica. Che sia come autore, producer, editore musicale, consulente o artista.

Com’è cambiato il tuo modo di comporre musica?

Da ragazzo ero sicuramente più istintivo, mi buttavo. Oggi invece prima di iniziare a comporre mi faccio un’idea approfondita per chi devo scrivere, il contesto, parlo molto con l’artista (o il regista/committente se si tratta di musica per immagini), insomma tento di avere un approccio a 360 gradi per poter scrivere qualcosa su misura e che possa funzionare per il mercato o per la situazione richiesta.

Per info: stefanomaggio.com