Stellato: "Baku scriva un nuovo patto con Taranto. Serve un'industria vicina alla città"


TARANTO
– L’avvio del negoziato esclusivo tra il governo italiano e la compagnia azera Baku Steel per l’acquisizione del gruppo Acciaierie d’Italia segna una fase decisiva per il futuro dello stabilimento siderurgico di Taranto. A intervenire sul tema è il consigliere regionale e presidente del gruppo misto Massimiliano Stellato, che richiama l’attenzione sulla necessità di scrivere una nuova pagina nei rapporti tra la grande industria e la città.

«Se da un lato – sottolinea Stellato – l’ingresso di Baku Steel porta con sé investimenti e il gas necessario a favorire il processo di decarbonizzazione, dall’altro occorre evitare di ripetere gli errori del passato. La storia dell’Ilva ci ha insegnato che non si può più sacrificare la salute e l’ambiente sull’altare del profitto».

Un riferimento chiaro arriva alla recente sentenza della Corte di giustizia europea, che ha sancito la prevalenza dei diritti alla salute e alla tutela ambientale rispetto agli interessi economici. «Tali principi devono restare centrali nel percorso che porterà alla definizione della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale», ribadisce Stellato.

Ma il consigliere pone l'accento anche su altre criticità che meritano massima attenzione: «In tema di sicurezza, desta preoccupazione l’ipotesi che una nave di rigassificazione arrivi a Taranto, con tutti i rischi connessi. Così come legittime sono le inquietudini dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali: il bando di vendita non chiarisce aspetti fondamentali, tra cui il vincolo occupazionale limitato ai primi due anni della nuova gestione».

Stellato evidenzia come la questione occupazionale coinvolga il destino di migliaia di famiglie e non possa essere affrontata con superficialità. «Allo stesso tempo – continua – è indispensabile che le aziende del territorio vengano coinvolte in modo strutturale nella nuova privatizzazione, dalla produzione alle forniture, dai lavori alle relazioni industriali. La cosiddetta “transizione giusta”, invocata dall’Europa, non può che partire dal protagonismo del territorio, che deve smettere di essere marginale».

Infine, Stellato rilancia un tema cruciale: il rapporto tra città e industria. «Occorre riscrivere un patto nuovo, che non sia solo basato sul profitto, ma che investa anche nella crescita sociale, culturale e sportiva del territorio. Il bando di vendita menziona il rapporto con la comunità locale: serve che questo si traduca in azioni concrete. La proposta di una fondazione per il rilancio dello sport a Taranto, avanzata dal commissario di governo per i Giochi del Mediterraneo, può rappresentare uno dei punti su cui ricostruire fiducia e integrazione. Taranto non può più percepire l’industria come un ospite scomodo o, peggio, come un invasore. Deve diventare finalmente parte integrante e responsabile della comunità ionica».