Svuotate i granai e riempite gli arsenali

FRANCESCO GRECO. ROMA – “Non si riconoscono per morti e si credono vivi...”, Pirandello..

Però, carino il ribaltamento del pensiero di Sandro Pertini:“Svuotate gli arsenali e riempite i granai”. Capovolto anche il vecchio mantra pacifista e fricchettone:“Fate la guerra, non fate l’amore”. I due refrain sottintesi della manifestazione di ieri a Piazza del Popolo.

Sembrava una di quelle adunate in cui Mussolini raccontava barzellette tipo “Spezzeremo le reni alla Grecia”. Questi vogliono spezzarle alla Russia. Non loro, seguaci della scuola di pensiero “Armiamoci e partite”, i figli del popolo.

Fateci capire: la Russia ha oggi 6mila testate nucleari, ha appena testato con successo il sistema Oreshnik e aspetterà 10/20 anni che l’UE si doti di un po’ di petardi per mettersi paura? Considerata la genetica tendenza alla corruzione, con 800 miliardi al massimo tireranno su una cassa di mortaretti: ricordate il Qatargate 2022? Antonio Panzeri, Eva Khaili, le mazzette da 50mila? E le tangenti su vaccini, mascherine, dispositivi respiratori e quant’altro? A Mosca queste cose le sanno e infatti se tendete l’orecchio sentirete pure voi l’eco delle risate provenienti dalla Piazza Rossa.

Ma chi è, sociologicamente, il popolo che ha risposto al richiamo di Michele Serra vestito (Dolce e Gabbana?) come il colonnello Buttiglione alle grandi manovre?

Fa parte di quella borghesia tanto odiata da Pasolini, perché egoista e accidiosa, che si occupa solo del suo particulare. Che nelle generazioni precedenti faceva la fame, e adesso che ha uno status socio-culturale (e relativo reddito) vuole essere lasciata in pace a consumare.

Il consumo, altro topos odiato da Pasolini, perché, elevato a icona feticista, spersonalizzava e inaridiva le persone. Egli si riferiva alle borgate, dove il consumo è basso e necessario. Figuriamoci nelle classi alte, i parvenu. Che ora vogliono armare l’Europa per conservare i loro privilegi, la dimensione borghese, conformista e parassitaria. Affetta da ipertrofia dell’io, che vorrebbe imporre la sua visione del mondo, un sacco relativizzata, a tutti.

Viene in mente la frase di Cristo: “Chi ama la sua vita la perderà”. Quelli di Serra si amano troppo, aizzano i figli del popolo a militarizzarsi, loro invece se ne starebbero a cazzeggiare imboscati nei salotti e nelle redazioni. E poi: chi ha dato loro la delega?

“Il dittatore è alle porte” ha scritto Dagospia. Per motivare le persone, occorre inventarsi un mantra. Se Hitler/Goebbels, anni Trenta dell’altro secolo, non dicevano ai tedeschi che bisognava contenere il comunismo, avrebbero partecipato all’Operazione Barbarossa invadendo l’URSS con oltre 5 milioni di uomini, inclusi i 235mila dell’Armir dell’Italia fascista con scarponi di cartone?

Oggi il refrain è la Russia alle frontiere. Putin dice e ripete l’esatto contrario, che la Russia è grande (2 volte l’Europa, 4 la Cina) e ha sufficienti risorse. Però chi lo scrive, Bruno Vespa e Paolo Mieli?

I Russi sono persone serie, educate, pacifiche. Alcuni li abbiamo conosciuti alloggiando qualche volta nella zona di Villa Abamelek, sede dell’Ambasciata presso il Vaticano.

La Comunicazione ormai è diventata regime, uno strumento per formare, una specie di manganello per rabbonire i riottosi e i dubbiosi. Ci vogliono convincere che il mondo che illustra è l’unico possibile. Sarebbe già grave se non volesse dirci che va bene anche a noi, coincide con i nostri interessi. E allora c’è il blackout. Sempre più cittadini non ci stanno, come direbbe Gigi Proietti “Si è rotta erca...”.

Ora la questione sarebbe come dare eco a questi stati d’animo nelle istituzioni. E’ quasi impossibile. La classe politica si è blindata con le soglie di sbarramento e le firme da raccogliere. Fingono di non sapere che i Padri della Costituzione (di cui oggi si fa carne di porco, articolo 11) mettevano al primo posto la rappresentatività di cittadini e territori, poi la stabilità.

Il maggioritario con cui i parlamentari si eleggono prima, non ha portato la stabilità. Ergo: si dovrebbe tornare al proporzionale puro, senza sbarramento. Anche perché si è passati dall’80 al 40% di elettori. Ma a loro che gli frega? La politica è ormai un’occupazione, spesso di gente senza arte né parte che altrimenti dovrebbe lavorare.

Avere in mano la comunicazione vuol dire che se si parla, poniamo di euro, il Corriere della Sera chi intervista? Ovvio, Prodi. Mica noi mortali che con un milione compravamo frigo cucina lavatrice e oggi con 515 euro non portiamo a casa gli stessi elettrodomestici.

Serra poi finge di non sapere che i giornali sono morti. C’è chi sospetta che mentono sulle vendite (in realtà il 10 per cento di quel che dicono). Non influenzano più nessuno. E quindi sono defunti anche loro.

Fa poi senso la locuzione “difesa dei valori occidentali”. In questa list, che supponiamo bella lunga, dobbiamo metterci anche l’Europa che quattro secoli fa cancellò popoli e civiltà pre-colòmbiane in America Latina o diamo la colpa ai Russi che fa un sacco trendy?

Dobbiamo dirlo? Essere anti-Russia ormai è un business. Un mestiere. Ti chiamano, fai lo spettacolo, ti danno i soldi. Come il juke-box...

Putiniani è una golden share: appena qualcosa esula dal proprio angusto orizzonte (di interessi di lobby), lo si appiccica come una lettera scarlatta ed è fatta: addirittura vorrebbero trasformare tale parametro in legge. Più nazismo/fascismo di così....

Prodi e Calenda rappresentano un grumo di interessi dei poteri forti, oligarchie, lobby e corporation: se scendono in campo è perché questi si sentono minacciati. Mica quelli dei popoli chiamati a pagare il conto in termini di conquiste e diritti.

Peccato però che il mondo è sconvolto: Serra, Draghi, Prodi, Calenda e quelli che han comiziato a Piazza del Popolo tutti insieme appassionatamente vivono in una realtà svaporata, una bolla di suggestione. L’isola che non c’è più. Il mondo è multipolare e vuole verità e progresso non propaganda e men che mai militarista.

E’ un caso se i negoziati per la pace in Ucraina si svolgono in Arabia Saudita? Il baricentro non è più l’Occidente decaduto. Ai BRICS (Brasile Russia, India, Cina Sudafrica ), bisogna aggiungere altre sigle (cercatevi soli gli acronimi mancanti) dietro le quali si cela il futuro, i commerci, il progresso condiviso, da cui per ideologia ci tengono distanti: UEU (Unione Economica Euroasiatica), CSTO, CIS, SQ, CSAG (Consiglio degli Stati Arabi del Golfo), Lega Stati Arabi, ASEAN, Unione Africana, SILAC (Stati Latino Americani e Caraibici). E altri ancora.

Ma da tutto questo ci tengono lontani con armi di distrazione di massa, come il populismo e il folklore di Serra e co. ieri, a dondolarsi pigramente al sole della nuova primavera. Basta saperlo. Il risveglio potrebbe essere una secchiata d’acqua gelida...