A Spasso nel Teatro di Domenico Triggiani: opere in lingua e in dialetto barese

FELICE ALLOGGIO* - Possiamo definire “Opera Omnia” quella dello scrittore e drammaturgo barese Domenico Triggiani? Si, senza ombra di dubbio, perché ha affrontato, come fanno i grandi autori, diversi generi letterari. La sua produzione, infatti, va dal racconto, al romanzo storico, al noir e, per quel che riguarda il teatro, da quello della prosa drammatica a quello popolare e dialettale. Inoltre un’attenzione particolare ha rivolto alla funzione divulgativa della lettura e della messa in scena originale e alternativa perché, si sa, l’arte drammaturgica senza pubblico non sopravvive. Ho avuto il piacere nel 2016, di allestire, interpretare e curare la regia di due suoi lavori teatrali, ed esattamente “Peccati di provincia” e la commedia musicale “Donne e potere”. Gli stessi lavori che, allestiti e rappresentati al Petruzzelli di Bari nel 1982/83 dal Gruppo Teatrale Levante, da lui fondato e diretto, ebbero notevole successo di pubblico e di critica. Al riguardo si cita, fra gli altri, il quotidiano Puglia, (Roma 4 ottobre 1983) in cui viene messa in luce l’opera del Triggiani quale “autentico pugliese” e si afferma che “è impossibile parlare di Teatro a Bari, senza ricordare Triggiani”. Nell’allestimento di “Donne al potere”, che si rifà al teatro di Aristofane, il Triggiani si cimentò per la prima volta anche nella regia dello spettacolo, con la collaborazione musicale del Maestro Ignazio Civera. (vol. III dell’opera, pag. 741).

Giova ricordare che l’autrice di “A spasso nel teatro di Domenico Triggiani”, la compianta prof.ssa Rosa Lettini, consorte di Domenico Triggiani, è stata anche interprete e regista di diverse commedie e coautrice di alcuni racconti presenti nei volumi. La stessa è stata anche una valente cultrice del dialetto, sempre presente nel Seminario di studio e approfondimento del dialetto barese. L’altro autore, Nicola Triggiani, docente di Diritto Processuale Penale nell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, è appassionato di teatro, di Letteratura italiana del Novecento e di cultura popolare barese, oltre ad aver scritto la prefazione di diversi volumi e recensioni di saggi e romanzi.

L’edizione critica, pubblicata dall’Editore Cacucci di Bari, e curata dal figlio Nicola Triggiani e da sua madre, Rosa Lettini, consta di tre volumi aventi la stessa cover e opportunamente custoditi in un prezioso cofanetto. Il primo volume è dedicato al Teatro in lingua, il secondo al teatro in dialetto barese, ed il terzo volume raccoglie le numerosissime recensioni e i giudizi della stampa e della critica. La Premessa è curata dagli stessi autori, mentre la Presentazione dell’Opera è affidata a Loredana Capone, Presidente del Consiglio Regionale della Puglia; cura la Prefazione il prof. Stefano Bronzini, Magnifico Rettore dell’Università Aldo Moro di Bari. Impreziosiscono l’edizione i Saggi introduttivi di Vittorio Polito, scrittore ed esperto di baresità, con un contributo intitolato: “Domenico Triggiani: un testimone del tempo. Cenni biografici”; Egidio Pani, giornalista e critico teatrale che pone l’accento su “La vera passione di Domenico Triggiani: il teatro, specchio in cui riflettersi e riflettere”; Grazia Di Staso, Ordinaria di Letteratura Italiana dell’Università Aldo Moro di Bari, con il contributo: I “fantasmi della scena” e la “vècchia ceveltà nel teatro di Domenico Triggiani”.

Domenico Triggiani è stato l’inventore del teatro barese del verosimile e paradossale insieme. Alcune sue commedie Quali “All’aneme de la bonaneme”, “U madremonie de Celluzze” e “No, u manecomie no!”, tutte ampiamente recensite e citate nell’opera in oggetto, sono di grande interesse culturale e spessore artistico, perché ricche di personaggi dei quali il pubblico ne studia attentamente la psicologia. I suoi personaggi, ancorché inventati dalla sua fervida fantasia, sono molto aderenti a persone che si possono incontrare nella realtà quotidiana, e da ciò deriva il piacere del pubblico di capire i sentimenti umani ed il loro mutarsi a seconda degli eventi narrati. Il dialetto di Domenico Triggiani è il centro propulsore delle sue commedie, e proprio da questi scaturiscono ambiti relativi alla vita quotidiana che si possono scoprire ancora oggi, se solo trascorressimo qualche ora a passeggiare nella nostra città vecchia. La drammaturgia del Triggiani è ben sviluppata nelle trame, credibile e interressante per il pubblico. I personaggi infatti sono ben pensati, così come ben pensate sono le loro motivazioni, relazioni e sfide. I dialoghi sono sempre vivaci, incisivi e pertinenti alle trame e ai suoi personaggi. Le ambientazioni, le azioni dei personaggi, le reazioni emotive, persino i dettagli che possono essere utili, sono sempre ben descritti. Analoghi parameri, con le dovute distinzioni, sono presenti anche nei racconti e nei romanzi descritti nell’opera in oggetto.

Ricca è dunque l’eredità letteraria che il Triggiani ha lasciato, e bene hanno fatto Nicola Triggiani, assieme alla sua compianta mamma, Rosa Lettini, a rendere tutti i baresi partecipi. Non sarebbe una cattiva idea quella di favorire la nascita di uno spazio digitale per sostenere l’approfondimento filologico, linguistico, critico-didattico e culturale dell’Opera Omnia di Domenico Triggiani.

___________________________ * Commediografo e scrittore