Crisi del Polo Chimico di Brindisi: il Pd accusa Eni e chiede un accordo di programma


BRINDISI – Le difficoltà produttive di Basell, legate all’approvvigionamento del monomero, rappresentano il primo grave segnale di una crisi annunciata per il polo chimico di Brindisi. Una crisi che, secondo il Partito Democratico cittadino, è la diretta conseguenza della decisione unilaterale di Eni di chiudere l’impianto di cracking sul territorio brindisino.

Una scelta definita "prevedibile e grave", accettata – sottolinea il PD – dalla maggioranza di centrodestra che oggi governa la città e sostiene il governo nazionale, e aggravata dalla mancata adesione alla richiesta di revisione del protocollo d’intesa avanzata dalla Regione Puglia al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e a Eni stessa.

Un effetto domino sul comparto industriale

Nonostante le problematiche interne alla gestione di Basell e le difficoltà legate al rispetto dei limiti emissivi imposti dalla vecchia Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), il rischio di una crisi del polo chimico era, secondo il PD, "nell’aria da tempo". Basell, infatti, potrebbe essere solo il primo anello di una catena destinata a colpire l’intero comparto industriale locale.

Il contesto globale – segnato da dazi internazionali, come quelli introdotti dall’amministrazione Trump, e dall’instabilità del mercato chimico – non fa che acuire una situazione già delicata. La scelta di Eni, pertanto, viene vista come un ulteriore colpo alla fragile economia brindisina.

La proposta: un accordo di programma per salvare l’occupazione

Il Partito Democratico di Brindisi chiede un intervento urgente e condiviso a tutela del lavoro e delle famiglie. La proposta è chiara: trasformare l’attuale protocollo d’intesa su Versalis in un accordo di programma che coinvolga tutte le realtà produttive del polo chimico e dell’indotto.

«Serve un patto per il lavoro che guardi al futuro ma che agisca subito – afferma il PD – per fermare la prevedibile emorragia di posti di lavoro e accompagnare il territorio verso una vera transizione ecologica ed economica».

Un appello rivolto a tutte le forze politiche, istituzionali e sociali affinché si costruisca una strategia unitaria per difendere il tessuto industriale della città e ridisegnare, insieme, un nuovo modello di sviluppo per Brindisi.