Guerra commerciale Usa: dazi al via, mercati in crisi. Trump: "Fidatevi di me"
La guerra commerciale lanciata dagli Stati Uniti è ufficialmente iniziata. Dal 5 aprile entreranno in vigore dazi del 10% su tutte le importazioni, con aumenti differenziati a partire dal 9 aprile. Tra i più colpiti, l’Unione Europea, che vedrà imposte tariffe al 20%, mentre il Vietnam sarà il Paese più penalizzato con dazi al 46%. Confermati i 25% sulle auto straniere, l’acciaio e l’alluminio, già entrati in vigore.
Effetto immediato sui mercati: crolli a Wall Street e in Europa
Le Borse hanno reagito con forte nervosismo alla nuova politica protezionistica statunitense. A Milano, l’indice Ftse Mib ha chiuso a -3,6%, mentre Wall Street ha subito un autentico tracollo, con il Dow Jones a -3,98% e il Nasdaq a -5,97%. Il dollaro è in forte calo e l’oro ha toccato un nuovo record storico come bene rifugio.
Le reazioni internazionali: Europa pronta a rispondere, Meloni critica ma cauta
L'Unione Europea non ha tardato a far sentire la propria voce: prime contromisure potrebbero arrivare già dal 15 aprile. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha parlato di "un colpo all'economia globale con conseguenze terribili per milioni di persone".
La premier italiana Giorgia Meloni, che ha annullato tutti gli impegni per occuparsi della questione, ha definito la scelta degli USA "sbagliata", ma ha aggiunto che "non è una catastrofe" e ha ribadito la volontà di trovare un accordo con Washington.
Trump difende i dazi: "Sarà un boom per l’economia USA"
Nonostante il tonfo dei mercati, il presidente Donald Trump resta fiducioso. "Arriveranno investimenti per quasi 7 trilioni di dollari, il Paese esploderà economicamente come mai visto prima", ha dichiarato prima di partire per la Florida.
Tuttavia, il piano tariffario americano solleva dubbi anche tra gli esperti: la tabella mostrata da Trump nel suo discorso del 2 aprile dal Giardino delle Rose alla Casa Bianca è sotto esame. Secondo gli analisti, la formula matematica usata per giustificare l'impatto economico positivo sarebbe priva di fondamento scientifico.
I settori italiani a rischio: allarme per vino e formaggi
Il Centro Studi di Confindustria ha pubblicato un rapporto che analizza le possibili conseguenze della guerra commerciale sull’economia italiana. Secondo le stime, la crescita del PIL nel 2025 potrebbe frenare al +0,6%, mentre nel 2026 potrebbe salire all’1%. Tuttavia, se l’escalation dei dazi dovesse continuare, il PIL italiano potrebbe fermarsi a +0,2% già quest'anno e a +0,6% nel 2026, con un calo degli investimenti previsto a -0,8%.
Tra i settori più colpiti figurano il vino, i formaggi, il lusso e l’automotive, tutti comparti chiave dell’export italiano che ora rischiano di pagare a caro prezzo la politica commerciale USA.