Melpignano, incontro pubblico a conclusione del progetto 'A Fuoco Lento' negli spazi del Palazzo Marchesale
MELPIGNANO (LE) - Domenica 13 aprile alle ore 10.30, negli spazi del Palazzo Marchesale di Melpignano con ingresso libero, si terrà un incontro pubblico a conclusione del progetto "A Fuoco Lento": Food Tales / Dalla Terra alla Tavola: Buone Prassi per una Filiera Sostenibile.
L’incontro di domenica è inserito nelle attività culturali in programma del progetto A Fuoco Lento, che con una mostra personale di Gabriele Albergo, ha voluto far riflettere sul complesso rapporto tra cibo e la sua rappresentazione contemporanea. Nei suggestivi spazi di Palazzo Marchesale, domenica 13, si dialogherà sulle buone prassi nella filiera agroalimentare del territorio e come sostenibilità, qualità e responsabilità possano essere gli ingredienti chiave per una filiera più equa e rispettosa dell’ambiente. Il progetto è organizzato dall’Ass.Positivo Diretto, attiva sul territorio salentino dal 2014 con azioni e programmi culturali incentrati sull’immagine contemporanea, e con il supporto di Consiglio della Regione Puglia, Comune di Melpignano e Camera di Commercio di Lecce.
Intervengono: Valentina Avantaggiato (Sindaca di Melpignano), Beatrice Bambi (Confartigianato Imprese Lecce), Francesca Casaluci (Salento Km0), Paolo Foresio (Equoevento Lab), Sara Nocco (docente di geografia economica del turismo - Università Telematica Pegaso), Alessandra Savarini (Alfred srls). Modera Andrea Laudisa, curatore della mostra.
Durante la mattinata verrà presentato in anteprima il reportage fotografico di Fabio Bola Ingrosso sulla Mensa bio-etica di Melpignano, progetto d'eccellenza pensato per educare al consumo consapevole anche i protagonisti più piccoli della comunità.
La mostra
A Fuoco Lento – Salento Death Valley a cura di Andrea Laudisa
"Il Salento come palcoscenico. È qui che la Death Valley dipinta da Gabriele Albergo prende forma. Un ossimoro geografico e culturale che diventa manifesto di una narrazione punk sulle tradizioni meridionali osservate con uno sguardo crudo, irriverente e pieno di contrasti.
Albergo fotografa la lentezza, ma la rende un dispositivo di tensione, come se ogni scatto fosse un istante sospeso prima della deflagrazione. Il cibo, protagonista e intruso, diventa il pretesto per raccontare una cultura che si consuma tra sacralità e profanazione. Un uovo spappolato sulla terra rossa come l’occhio dissacrante di Bataille, un succo al sapore di miracolo, mostri marini e Santi e blasfemie al sugo: tutto sembra evocare il senso di una festa finita male, di un banchetto che ha perso il controllo. Lungi dall’essere una cartolina del sud, le immagini di Gabriele Albergo trasformano la ritualità in un corto circuito visivo. Il folklore non è imbalsamato nella nostalgia, ma brucia di una vitalità disturbante, dove la bellezza si mescola all’eccesso e l’identità diventa un pasto in continuo disfacimento. Quello che vediamo è una terra che si decompone e si rinnova nello stesso istante, un teatro di assurdità quotidiane che rivelano la natura grottesca di ogni rito sociale. In questo viaggio visivo, il Salento emerge come una sinfonia dissonante, dove ogni nota stonata contribuisce a una melodia autentica e profonda. Eppure, in questo lento incendio di contrasti e trasgressione la terra rivela la sua anima ribelle: un eterno ballo tra inquietudine, bellezza e imperfezione".