Reportage – Le ville storiche di Bari: un viaggio tra dimore nobiliari, leggende e giardini segreti
BARI - Passeggiando tra le strade più antiche e affascinanti di Bari, ci si imbatte in angoli silenziosi e carichi di memoria, dove il tempo sembra essersi fermato. Sono le ville storiche, un patrimonio architettonico e culturale che racconta di nobili famiglie, imprenditori lungimiranti, storie d’amore, di guerra e di rinascita. Custodite principalmente tra le arterie di via Amendola, corso Alcide De Gasperi e via Fanelli, queste dimore sono testimoni di un passato glorioso e a volte dimenticato.
Villa Romanazzi Carducci: la memoria di un’antica famiglia feudale
Nel cuore di Bari sorge l’Hotel Villa Romanazzi Carducci, un raffinato esempio di recupero del patrimonio storico. La villa originaria fu acquistata nel 1885 dai fratelli Giuseppe Maria e Orazio Romanazzi Carducci, nobili di Putignano, da un commerciante tedesco, Federico Maurizio Liebe. Il complesso, circondato da giardini con alberi da frutto e piante ornamentali, era già all’epoca un luogo di villeggiatura d’élite.
Liebe, figura chiave della borghesia barese ottocentesca, gestiva un’attività di import-export e faceva parte delle più influenti istituzioni economiche della città. Sposò Bertha Mastaller, figlia di uno dei primi tedeschi a trasferirsi a Bari. Quando la villa passò ai Romanazzi Carducci, divenne il cuore pulsante della vita cittadina della famiglia, che arricchì il complesso aggiungendo una seconda villa, trasformandolo in una vera e propria oasi aristocratica nel centro urbano.
Villa De Grecis: la torre ottocentesca del trisavolo architetto
Villa De Grecis è un altro gioiello della città. Nata come residenza estiva dell’omonima famiglia trasferitasi da Trani nell’Ottocento, è oggi un elegante spazio per eventi. L’edificio ha subito importanti trasformazioni tra il 1842 e il 1903, tra cui la costruzione di una torre progettata da Giuseppe de Grecis, trisavolo e architetto di famiglia. L’armonia tra stile ottocentesco e modernità rende la villa un esempio straordinario di continuità architettonica.
Villa Bonomo: il neogotico tra i giardini di via Amendola
In via Amendola, tra le rare ville superstiti, spicca la neogotica Villa Bonomo. Edificata tra la fine del Settecento e l'inizio dell’Ottocento, la dimora venne trasformata da semplice casino agricolo in residenza signorile dal marchese Giovanni Diana. La famiglia Diana restaurò la villa secondo i canoni neogotici, aggiungendo cappella, fontane, statue e gazebi in ferro battuto. Dal 1934 la proprietà appartiene ai Bonomo, che ancora oggi ne custodiscono la bellezza.
Villa Lucia: il rosa della passione su corso De Gasperi
Proseguendo su corso Alcide De Gasperi si incontra Villa Lucia, costruita tra il 1888 e il 1895. Il nome deriva da Lucia, moglie di uno degli ultimi proprietari, Giuseppe Lillo. La villa rosa è arricchita da un loggiato e da un elegante torrino ottagonale. Il giardino ospita una fontana con un angioletto che abbraccia un cigno, una delle immagini più poetiche del nostro itinerario.
Villa Alberotanza e Villa Rotondo: semplicità e trasformazione
Più avanti si trova Villa Alberotanza, datata intorno al 1931, riconoscibile per il suo portone con sopraluce a raggiera. Subito dopo, Villa Rotondo del 1912, oggi sede di una discoteca, conserva il fascino originale grazie al loggiato a tre archi e al torrino ottagonale in stile liberty.
Villa Di Cagno: il simbolo della borghesia barese
Maestosa e solenne, Villa Di Cagno è un’altra perla ottocentesca. Edificata nel 1890 e appartenuta all’ex sindaco Vito Antonio Di Cagno, è caratterizzata da un grande loggiato centrale e da due statue femminili che decorano l’ingresso. Ancora oggi abitata dalla famiglia, rappresenta una delle poche ville storiche ancora vissute con continuità.
Villa Suppa: la leggenda delle donne scomparse
Villa Suppa, costruita nel 1909, è avvolta da una leggenda tragica. Durante la guerra, le donne lasciate nella villa dai mariti chiamati alle armi sarebbero misteriosamente scomparse. Da allora la famiglia decise di non tornare mai più nella dimora, cedendola alle suore francescane, che ancora oggi la custodiscono.
Villa Tomasicchio: il declino di una grande bellezza
Villa Tomasicchio, un tempo residenza estiva del banchiere Francesco Tomasicchio, oggi giace in stato di abbandono. Un triste destino per una struttura che conserva ancora oggi balconate ampie e un notevole fascino architettonico.
Villa Macchitella: l’eleganza liberty tra aquile e vetrate
Chiudiamo il nostro viaggio con Villa Macchitella, progettata dall’architetto Carabellese. La facciata centrale con tre archi vetrati, le statue di aquile e la dependance trasformata in abitazione moderna completano un quadro di raffinata eleganza liberty.
Queste ville non sono solo dimore: sono frammenti viventi di una Bari che fu, specchi di un passato nobile, borghese e a tratti fiabesco. Passeggiare tra i loro viali e cancelli, anche solo con lo sguardo, significa riconnettersi con la storia profonda della città, in bilico tra decadenza e rinascita.