Rosita Brucoli riparte dal nuovo singolo “Non Vuoi Più Drogarti Alle Feste”: intervista
La cantautrice pugliese Rosita Brucoli presenta il nuovo singolo Non Vuoi Più Drogarti Alle Feste, che anticipa il prossimo album in arrivo entro la fine dell’anno. Il singolo ufficializza l’ingresso della giovane cantautrice nel roster di Sound To Be (Giorgieness, Giulia Mei, OBI, Effenberg, Blu, Lamo).Il brano, prodotto da Alessandro di Sciullo e Ramiro Levy, ha un’atmosfera onirica e accattivante. Su un ipnotico tappeto elettronico Rosita dialoga con l’altro celebrando la diversità di pensiero, esaltando quanto due modi opposti di comunicare e di vivere possano convivere in uno degli ecosistemi più complessi che siano mai esistiti: la coppia. Ecco cosa ci ha raccontato.
L’uscita di questo pezzo rappresenta l’inizio di un nuovo capitolo abbastanza importante per me, sono cambiate un po’ di cose dal primo disco, dal team discografico e musicale al mio modo di scrivere, sono molto felice che esca qualcosa di molto vicino a quello che sono diventata.
Era il 2019, l’ho fatto con molta incoscienza, all’inizio era persa poi quella scelta ha acquisito un senso importante.
Un’epoca, secondo me, difficile ma importante perché ci stiamo riappropriando del senso di collettività proprio perché la situazione politica a livello mondiale è critica. Penso alla situazione americana e a come Trump stia rendendo la vita impossibile agli immigrati e alle minoranze in generale, forse stiamo riscoprendo un senso di comunità molto forte, ma bisogna continuare a far sentire la propria voce e a trasferire forse un po’ di più i movimenti digitali in qualcosa di più reale.
Nel brano parli di identità che spesso si costruisce attraverso modelli da seguire. Cosa ne pensi a riguardo?
Cosa pensi della nuova scena musicale in Italia?
Mi piace la scena musicale italiana emergente, sta cambiando qualcosa e la gente si sta accorgendo nuovamente dei cantautori e soprattutto delle cantautrici e ovviamente ne sono felicissima!
Devo dire però che mi annoiano ancora i talent nonostante ci abbia provato, e mi annoiano ancora le canzoni scritte a tavolino, inoltre penso che i big, gli artisti affermati, dovrebbero osare di più, a volte mi imbatto nei loro dischi un po’ per curiosità e ritrovo delle formule trite e ritrite che a mio parere sono ormai andate. Sicuramente vorrei che la scena musicale italiana fosse meno nostalgica. Spazio al nuovo.
Un’anticipazione sul nuovo disco. Che sound avrà?
Il disco spero sia una coccola che finisce in un pianto e una sberla subito dopo, sicuramente grazie ad Alessandro di Sciullo e Ramiro Levy le pre-produzioni sgangherate su cui lavoravo a casa sono diventate una visione ben precisa, un’elettronica artigianale anche sbagliata, abbiamo umanizzato gli interventi elettronici e in alcuni momenti abbiamo elettronicizzato le voci, insomma abbiamo fatto il contrario di tutto, sicuramente sarà un disco libero in cui ci sono dei racconti molto privati della mia esistenza.
“Non vuoi più drogarti alle feste" cosa rappresenta nel tuo percorso artistico?
L’uscita di questo pezzo rappresenta l’inizio di un nuovo capitolo abbastanza importante per me, sono cambiate un po’ di cose dal primo disco, dal team discografico e musicale al mio modo di scrivere, sono molto felice che esca qualcosa di molto vicino a quello che sono diventata.
Quando hai deciso di lasciare la Puglia per trasferirti a Torino?
Era il 2019, l’ho fatto con molta incoscienza, all’inizio era persa poi quella scelta ha acquisito un senso importante.
Che epoca stiamo vivendo?
Un’epoca, secondo me, difficile ma importante perché ci stiamo riappropriando del senso di collettività proprio perché la situazione politica a livello mondiale è critica. Penso alla situazione americana e a come Trump stia rendendo la vita impossibile agli immigrati e alle minoranze in generale, forse stiamo riscoprendo un senso di comunità molto forte, ma bisogna continuare a far sentire la propria voce e a trasferire forse un po’ di più i movimenti digitali in qualcosa di più reale.
Nel brano parli di identità che spesso si costruisce attraverso modelli da seguire. Cosa ne pensi a riguardo?
Ho imparato molto presto, per fortuna, a capire come essere felice io prima di rendere felici gli altri. Ma prima sono passata dalla stancante fase in cui vuoi piacere a tutti dimenticandoti chi sei davvero. Avendola vissuta e poi rivalutata drasticamente, ho riconosciuto - e continuo a riconoscere - questa fase (che ahimè può anche non essere una fase) negli altri. Vivo in una città come Milano che ti butta in faccia questa verità ogni giorno, ci sono troppe persone che ancora non sono quello che vorrebbero essere perché non è “cool”, perché è difficile fare delle scelte nel momento in cui questo implica una perdita. Quando ti liberi di una serie di regole pre-impostate che in realtà non esistono e neanche funzionano c’è sicuramente una sensazione di liberazione e solitudine, che è strana da digerire ma che personalmente è quello che mi permette di essere serena.
Mi piace la scena musicale italiana emergente, sta cambiando qualcosa e la gente si sta accorgendo nuovamente dei cantautori e soprattutto delle cantautrici e ovviamente ne sono felicissima!
Devo dire però che mi annoiano ancora i talent nonostante ci abbia provato, e mi annoiano ancora le canzoni scritte a tavolino, inoltre penso che i big, gli artisti affermati, dovrebbero osare di più, a volte mi imbatto nei loro dischi un po’ per curiosità e ritrovo delle formule trite e ritrite che a mio parere sono ormai andate. Sicuramente vorrei che la scena musicale italiana fosse meno nostalgica. Spazio al nuovo.
Un’anticipazione sul nuovo disco. Che sound avrà?
Il disco spero sia una coccola che finisce in un pianto e una sberla subito dopo, sicuramente grazie ad Alessandro di Sciullo e Ramiro Levy le pre-produzioni sgangherate su cui lavoravo a casa sono diventate una visione ben precisa, un’elettronica artigianale anche sbagliata, abbiamo umanizzato gli interventi elettronici e in alcuni momenti abbiamo elettronicizzato le voci, insomma abbiamo fatto il contrario di tutto, sicuramente sarà un disco libero in cui ci sono dei racconti molto privati della mia esistenza.
Ascolta Rosita