Torino, ciclista travolto da un’auto della polizia: in aula il racconto dell’agente alla guida
TORINO – “Non appena l’ho visto ho frenato, ma non ho potuto evitare l’impatto”. Con voce rotta dall’emozione, l’agente di polizia alla guida dell’auto che il 9 luglio 2022 investì e uccise Francesco Convertini, 33enne designer originario di Locorotondo (Bari), ha ricostruito oggi in tribunale gli istanti successivi all’incidente.
Il poliziotto, oggi imputato per omicidio colposo, ha parlato durante l’udienza svoltasi presso il Tribunale di Torino. Convertini stava percorrendo in bicicletta una rotonda del capoluogo piemontese quando fu travolto da una volante della polizia. Le sue condizioni apparvero subito gravi.
“Mi sono reso conto subito della gravità dell’incidente – ha raccontato l’agente –. Il mio collega ha chiamato l’ambulanza, io ho tentato di prestare i primi soccorsi. C’era molto sangue. Aveva con sé un biglietto aereo, sul quale ho letto il suo nome. Ho continuato a chiamarlo: Francesco, Francesco..., per tenerlo sveglio. Ma i soccorsi ci hanno messo oltre dieci minuti ad arrivare”.
Secondo quanto riferito, l’auto della polizia stava trasportando un uomo arrestato per maltrattamenti. L’agente ha spiegato che l’arrestato era agitato, “batteva i pugni sul divisorio in plexiglass”, e che in quel momento il traffico era intenso, con i semafori lampeggianti.
“Percorrevamo la corsia preferenziale, l’unica libera, e a lato c’era una fila di auto ferme. Ho visto il ciclista solo all’ultimo momento, attraverso il finestrino di un’altra vettura. Ho frenato d’istinto, ma l’urto è stato inevitabile. Non stavo correndo, ero in seconda marcia”.
All’epoca, il poliziotto era in servizio sulle volanti da appena due mesi. Oggi lavora a Roma. A difenderlo è l’avvocato Davide Cangemi.
Presente in aula anche la famiglia di Francesco Convertini, rappresentata dall’avvocata Natascia Taormina, che ha sottolineato un passaggio rilevante del racconto dell’imputato:
“Dalle sue stesse parole si evince che le auto si erano fermate per far passare il ciclista. Questo rafforza la nostra ricostruzione: Francesco stava semplicemente attraversando quando è stato travolto”.
Il processo riprenderà a maggio, mentre resta vivo il dolore di una comunità che ancora oggi chiede giustizia per la tragica scomparsa del giovane designer.
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