BARI. Concluso simbolicamente ieri, alla presenza dell’Assessore Regionale alle Risorse Agroalimentare Dario Stefano, Ortoporto il primo progetto di “agricoltura sociale” che ha visto le Masserie Didattiche del Grande Salento impegnate nella riabilitazione dei pazienti psichiatrici della Comunità Riabilitativa Assistenziale Psichiatrica “Villa Libertini” di Lecce. Alla cerimonia sono stati invitati anche i referenti dei Gal, i Gruppi di azione locale, della provincia di Lecce, quali possibili soggetti che possano proseguire un progetto sperimentale (il primo in Puglia) riuscitissimo. Presenti anche Sonia Giausa responsabile comunicazione istituzionale della Asl delegata dal Direttore Generale Valdo Mellone e il l Direttore del Dipartimento di Salute Mentale Serafino De Giorgi.
Ortoporto, progetto della Asl di Lecce che ha ottenuto il patrocinio dell’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, è stata un’esperienza di “agricoltura sociale” che ha coniugato i temi della coltivazione e trasformazione dei prodotti della terra, a quelli della cura e del benessere, propri dell’attività riabilitativa psichiatrica.I tempi ed i modi della coltivazione sono infatti di per sé una metafora concreta della cura della persona: la consapevolezza dei vincoli naturali, l’impegno necessario alla realizzazione dei prodotti, la soddisfazione del raccolto e l’esercizio di un consumo consapevole. Concetti facilmente trasferibili nella pratica riabilitativa psichiatrica dove partendo dal riconoscimento dei propri limiti, si punta con impegno a volte faticoso, ad incrementare le proprie capacità ed autonomie. Questi i principi che hanno guidato la stesura del progetto “ortoPorto”, che assieme a Slow Food Lecce e Farm Market Salento, hanno avviato i laboratori del gusto dedicati agli ospiti della CRAP e l’attività orticola recuperando un’area dismessa a ridosso della struttura riabilitativa. Le Masserie Didattiche, con la realizzazione di laboratori sia presso la CRAP che presso alcune masserie, hanno aiutato ad accrescere le conoscenze e le competenze degli utenti, appassionandoli ulteriormente al mondo dell’agricoltura e della trasformazione di prodotti.
“Lo scopo ultimo del progetto “OrtoPorto” - è stato sottolineato dai responsabili - è quello di rendere autonoma e produttiva l’esperienza di coltivazione, fino a farla diventare una vera e propria opportunità occupazionale per gli utenti. Ma il raggiungimento di tale ambizioso obiettivo richiede tempo, ed una paziente e continua opera di supporto tecnico da parte di personale qualificato e motivato. Le iniziative di “agricoltura sociale”, per uscire dalla fase di promozione e diventare stabile intervento, hanno bisogno di risorse, non sempre facili da reperire in questo duro contesto economico”.
“Ci piace l’idea che l’agricoltura, in linea con l’immagine della madre terra generosa, sia occasione anche di buone pratiche di politica sociale. Occasione, cioè, per una didattica che oltre a trasferire i valori della nostra tradizione contadina, accompagna giovani e meno giovani nei percorsi di inserimento sociale – ha commentato l’assessore Dario Stefàno. Per questo metteremo in campo ogni possibile azione per dare prosecuzione a questa iniziativa sperimentale di agricoltura sociale, magari allargandola anche a tante altre strutture riabilitative. Proprio con questo obiettivo convocheremo a breve, dopo le festività natalizie, un incontro con la rete dei Gal pugliesi, proprio con l’intento di raccontare questa straordinaria esperienza e, di conseguenza, condividere modalità operative e di individuazione di possibili risorse disponibili gia all'interno dei psl approvati con l'intento ambizioso che questa buona pratica possa essere replicata su tutto il territorio regionale”.
Ortoporto, progetto della Asl di Lecce che ha ottenuto il patrocinio dell’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, è stata un’esperienza di “agricoltura sociale” che ha coniugato i temi della coltivazione e trasformazione dei prodotti della terra, a quelli della cura e del benessere, propri dell’attività riabilitativa psichiatrica.I tempi ed i modi della coltivazione sono infatti di per sé una metafora concreta della cura della persona: la consapevolezza dei vincoli naturali, l’impegno necessario alla realizzazione dei prodotti, la soddisfazione del raccolto e l’esercizio di un consumo consapevole. Concetti facilmente trasferibili nella pratica riabilitativa psichiatrica dove partendo dal riconoscimento dei propri limiti, si punta con impegno a volte faticoso, ad incrementare le proprie capacità ed autonomie. Questi i principi che hanno guidato la stesura del progetto “ortoPorto”, che assieme a Slow Food Lecce e Farm Market Salento, hanno avviato i laboratori del gusto dedicati agli ospiti della CRAP e l’attività orticola recuperando un’area dismessa a ridosso della struttura riabilitativa. Le Masserie Didattiche, con la realizzazione di laboratori sia presso la CRAP che presso alcune masserie, hanno aiutato ad accrescere le conoscenze e le competenze degli utenti, appassionandoli ulteriormente al mondo dell’agricoltura e della trasformazione di prodotti.
“Lo scopo ultimo del progetto “OrtoPorto” - è stato sottolineato dai responsabili - è quello di rendere autonoma e produttiva l’esperienza di coltivazione, fino a farla diventare una vera e propria opportunità occupazionale per gli utenti. Ma il raggiungimento di tale ambizioso obiettivo richiede tempo, ed una paziente e continua opera di supporto tecnico da parte di personale qualificato e motivato. Le iniziative di “agricoltura sociale”, per uscire dalla fase di promozione e diventare stabile intervento, hanno bisogno di risorse, non sempre facili da reperire in questo duro contesto economico”.
“Ci piace l’idea che l’agricoltura, in linea con l’immagine della madre terra generosa, sia occasione anche di buone pratiche di politica sociale. Occasione, cioè, per una didattica che oltre a trasferire i valori della nostra tradizione contadina, accompagna giovani e meno giovani nei percorsi di inserimento sociale – ha commentato l’assessore Dario Stefàno. Per questo metteremo in campo ogni possibile azione per dare prosecuzione a questa iniziativa sperimentale di agricoltura sociale, magari allargandola anche a tante altre strutture riabilitative. Proprio con questo obiettivo convocheremo a breve, dopo le festività natalizie, un incontro con la rete dei Gal pugliesi, proprio con l’intento di raccontare questa straordinaria esperienza e, di conseguenza, condividere modalità operative e di individuazione di possibili risorse disponibili gia all'interno dei psl approvati con l'intento ambizioso che questa buona pratica possa essere replicata su tutto il territorio regionale”.