TORREMAGGIORE(Fg).
“Il sistema industriale deve rinnovarsi, e restituire nuove risorse oltre, che diversificate opportunitità lavorative, in vista dei prossimi cambiamenti previsti dai piani di sviluppo territoriale”. Lo ha detto Simona Rosito, team manager della Futurgreen, azienda leader in Capitanata nel settore delle fonti energetiche rinnovabili da biomasse, in occasione del meeting nazionale dell'Associazione “Fare Ambiente”, tenutosi, giovedì 28 febbraio presso l'Università eCampus di Roma.
Hanno partecipato al prestigioso evento in qualità di staff tecnico – scientifico, Marcello Amoroso e Soccorsa Comes, due cittadini di San Severo. Sono stati loro ad illustrare i passaggi cruciali del “Progetto Paulownia clone in vitro 112 ®”, insieme alla centralità dell'analisi, del controllo, e dello studio di filiera. Gli agronomi ne avevano appena parlato, il mese scorso all'Accademia dei Georgofili di Firenze.
La proposta, ritenuta innovativa nel panorama nazionale ed internazionale, è stata accolta con favore dai rappresentanti dei coordinamenti regionali facenti capo al “Movimento ecologico europeo, diretto dal Presidente Vincenzo Pepe”.
L'iniziativa della Futurgreen, che si pone di clonare su tutto il territorio nazionale l'idea proveniente dal foggiano, gode attualmente del supporto di partner d'eccezione come: il Politecnico di Milano, l'E-Campus di Roma, l'Associazione “Fare Ambiente nazionale”, Banca BCC di San Giovanni Rotondo, e dell'Università Cattolica Sacro Cuore sede di Piacenza e Cremona.
Grazie all'accreditamento presso il dipartimento di Agraria della Cattolica Sacro Cuore l'azienda è stata rappresentata alla “BioEnergy”2013, fiera cremonese tra le più prestigiose nel panorama delle rinnovabili. Lo stand è stato visitato anche dal Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, On. Paolo de Castro, oltre che dal Dottor Guidi, Presidente nazionale di Confagricoltura.
Resistenza agli attacchi patogeni, elevata adattabilità alle basse ed alte temperature, garanzia nella selezione del “clone”, non OGM, facilità di coltivazione, semplificazione nella preparazione del terreno, minima richiesta idrica e di nutrienti, soluzione tampone al rischo idrogeologico, di disboscamento, e desertificazione. Queste solo alcune delle caratteristiche, che hanno reso il “Progetto Paulownia clone 112®” un'autentica opportunità di innovazione nel mondo agricolo-forestale, apportatore di benefici diretti ambientali ed economici.
La “Well Forestry World Wide – Carbon emission”, infatti, ha riconosciuto questa pianta come il miglior assorbitore di anidride carbonica, dichiarandola pianta per il futuro dell’umanità, grazie alle sue proprietà di sviluppo e rigenerazione.
“La pianta grazie alle sue foglie larghe – spiega Simona Rosito – trasforma più anidride carbonica in ossigeno, e con le radici fittonanti (verticali) non invade il terreno, e non compromette l'equilibrio idrogeologico. Bassa è la richiesta idrica. Soltanto 900 metricubi per ettaro all'anno – evidenzia il dirigente – una qualità che ci fa prevalere sui pioppisti, che osteggiano la paulownia. Garanzia di prodotto e processo lungo tutta la filiera di produzione sia di energia elettrica, che di legno per l'industria del mobile – conclude – perchè quanto più si eleva la qualità della materia prima tanto più il sistema evolve dall'essere non solo efficiente, ma anche efficace.”