Agricoltura, Stefàno: “Il ministro De Girolamo vuol modernizzare il settore con una legge che nasce già vecchia. Ma i parlamentari non possono accedere al ddl delega”

BARI - “Sembrerebbe che per poter avere accesso alle poposte di testo normativo del Mipaaaf occorra essere giornalisti di settore, mentre può accadere che ai parlamentari sia impossibile prendere visione degli stessi”.  È la denuncia del senatore Dario Stefàno (capogruppo in Commissione Agricoltura in Senato per Sel) che riguarda il disegno di legge delega, proposto ieri 26 giugno dal Ministro De Girolamo e deliberato dal Consiglio dei Ministri, dal titolo: “Delega al Governo per l’orientamento e la modernizzazione nei settori dell'agricoltura, dell’agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura e delle foreste nonché per il riordino della relativa disciplina".

“Credo sia un fatto inusuale – spiega Stefàno - che il testo non sia a disposizione dei parlamentari che ne vogliano approfondire il contenuto: abbiamo infatti più volte cercato (invano) di recuperare il documento, attraverso i canali istituzionali, sul sito governo.it e contattando la segreteria del Consiglio dei Ministri. Salvo poi scoprirne, casualmente, la disponibilità in rete sul sito dell'agenzia Agrapress”.
“Cogliendo la opportunità offerta dal sito – pur rimanendo la irrituale vicenda sulla (in)disponibilità del testo - scopriamo uno schema di DDL – prosegue il senatore - che annuncia una "volontà modernizzatrice", ma in realtà nasconde contenuti non propriamente innovativi, richiamandosi ad obiettivi “puntualmente proposti e mai perseguiti”, come ad esempio il concetto di semplificazione, e facendo riferimento a strumenti già in essere o sperimentati, come la promozione delle filiere, o infine ad azioni che si sarebbero dovute già fare, tra cui il supporto alla politica di sviluppo rurale. Un testo che nasce vecchio e che replica proposte già abortite nel passato. Per non dire delle evidenti disattenzioni, come ad esempio quella riferibile ai prodotti dell’Allegato I, causa di notorie e storiche difficoltà attuative nella chiusura di filiere quale quella cerealicolo-pastaria, che pure la defindenda regolamentazione sullo sviluppo rurale per il periodo 2014-2020, contrariamente al testo proposto ieri, si appresta a superare”.

“Come pure decisamente preoccupante e contradditorio con le politiche di qualità – continua Stefàno - parlare di produzione di biocarburanti di origine agricola, ulteriori potenziali strumenti di impoverimento della nostra base produttiva “vera” e di concreta erosione di suolo agricolo. Il tutto, giova ricordarlo, in una fase in cui il sostegno alla produzione di energie alternative soffre di carenza di risorse. Ma, l’elemento principale di critica al ddl delega è la clausola di invarianza finanziaria. Come si può immaginare di sviluppare una politica agricola – se di politica si può parlare – senza risorse?Come si potrà attuare l’eventuale sostegno privilegiato ai neoimprenditori agricoli, ad esempio, attraverso forme di sgravio? E come si immagina di incentivare l’accesso al credito?”.

“Il Ministro De Girolamo - conclude Stefàno - lascia intendere che per l'attuazione dei decreti passeranno almeno due anni, peraltro successivi all'entrata in vigore della norma. Tradotto: nella migliore delle ipotesi gli anni diventeranno 3. Può il settore agroalimentare italiano attendere così tanto tempo? Non sarebbe il caso, invece, che il Governo ed il Ministro piuttosto che fare forzature si spendano per mettere nelle migliori condizioni il Parlamento di completare con la necessaria urgenza progetti di legge già presentati e certamente più utile per risolvere, nel più breve tempo possibile, le vicende di un settore così importante per il nostro Paese?”.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto