Agricoltori in rivolta al Brennero, basta falso cibo made in Italy. Vendola aderisce a protesta
BOLZANO - E' il giorno della protesta del mondo dell'agricoltura. Migliaia di agricoltori e allevatori dalle prime ore della mattina, sfidando il freddo intenso, hanno invaso la frontiera del Brennero tra Italia e Austria per la mobilitazione "La battaglia di Natale: scegli l'Italia" promossa da Coldiretti per difendere il settore dalle importazioni di bassa qualità spacciate come italiane.
Nell'area di parcheggio "Brennero" al km 1 dell'autostrada del Brennero - direzione sud (Austria-Italia) scelta come campo base della protesta, con tanto di megatenda per preparare pasti e bevande calde, ci sono trattori e decine di pullman che nella notte hanno portato al valico gli imprenditori agricoli provenienti da tutta Italia.
Gli allevatori si sono schierati attorno al tracciato stradale e hanno iniziato a fermare i camion per sapere quale merce arriva e dove va a finire, mentre sono sollevati cartelli, indirizzati agli automobilisti in transito, per chiedere di sostenere la proposta di etichettatura obbligatoria per tutti i prodotti alimentari. Gli striscioni sono piuttosto espliciti: "615mila maiali in meno in Italia grazie alle importazioni alla diossina dalla Germania", "1 mozzarella su 4 è senza latte", "Il falso prosciutto italiano ha fatto perdere il 10% dei posti di lavoro", "Fuori i nomi di chi fa i formaggi con caseine e cagliate".
VENDOLA ADERISCE PROTESTA - “Una globalizzazione senza regole, senza legalità, senza trasparenza. Negli scaffali di tutto il mondo si possono trovare prodotti alimentari tricolore che non provengono dall’Italia. Credo che la contraffazione delle merci sia un attentato al made in Italy e alla nostra economia agroalimentare. Per questo è sacrosanta la protesta della Coldiretti e del mondo agricolo. Per questo è urgente che la politica cominci, o ritorni, ad occuparsi di agricoltura”.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola annunciando l’adesione alla mobilitazione della Coldiretti in difesa del settore agroalimentare dalle importazioni di bassa qualità spacciate come “made in Italy”. La protesta degli agricoltori sta bloccando in queste ore la frontiera del Brennero tra Italia e Austria.
Il Presidente Vendola ha anche ricordato che, proprio nel corso della Giunta regionale di ieri, è stata approvata una delibera che condivide le motivazioni ed i contenuti della proposta di ordine del giorno presentata dalla Federazione Regionale Coldiretti. L’ordine del giorno intende sollecitare il Ministro delle Politiche Agricole e il Ministro della Salute affinchè ci sia il rispetto, da parte della Commissione europea, del termine del 13 dicembre 2013, imposto dal regolamento n.1169/2011/CE, per l’attuazione dell’obbligo di indicazione del Paese d'origine o del luogo di provenienza di una serie di prodotti alimentari.
“Una battaglia in linea con gli obiettivi della Regione - ha commentato Vendola – e cioè quelli di favorire la crescita del sistema agroalimentare e nello stesso tempo garantire la tutela del consumatore, migliorare il posizionamento dei prodotti sui mercati attraverso la qualità e la sicurezza alimentare e valorizzare e tutelare le produzioni agroalimentari tipiche pugliesi. Una sfida importante, che ha come orizzonte la prospettiva di rilancio dell’agricoltura italiana, architrave del sistema economico del nostro Paese”.
Nell'area di parcheggio "Brennero" al km 1 dell'autostrada del Brennero - direzione sud (Austria-Italia) scelta come campo base della protesta, con tanto di megatenda per preparare pasti e bevande calde, ci sono trattori e decine di pullman che nella notte hanno portato al valico gli imprenditori agricoli provenienti da tutta Italia.
Gli allevatori si sono schierati attorno al tracciato stradale e hanno iniziato a fermare i camion per sapere quale merce arriva e dove va a finire, mentre sono sollevati cartelli, indirizzati agli automobilisti in transito, per chiedere di sostenere la proposta di etichettatura obbligatoria per tutti i prodotti alimentari. Gli striscioni sono piuttosto espliciti: "615mila maiali in meno in Italia grazie alle importazioni alla diossina dalla Germania", "1 mozzarella su 4 è senza latte", "Il falso prosciutto italiano ha fatto perdere il 10% dei posti di lavoro", "Fuori i nomi di chi fa i formaggi con caseine e cagliate".
VENDOLA ADERISCE PROTESTA - “Una globalizzazione senza regole, senza legalità, senza trasparenza. Negli scaffali di tutto il mondo si possono trovare prodotti alimentari tricolore che non provengono dall’Italia. Credo che la contraffazione delle merci sia un attentato al made in Italy e alla nostra economia agroalimentare. Per questo è sacrosanta la protesta della Coldiretti e del mondo agricolo. Per questo è urgente che la politica cominci, o ritorni, ad occuparsi di agricoltura”.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola annunciando l’adesione alla mobilitazione della Coldiretti in difesa del settore agroalimentare dalle importazioni di bassa qualità spacciate come “made in Italy”. La protesta degli agricoltori sta bloccando in queste ore la frontiera del Brennero tra Italia e Austria.
Il Presidente Vendola ha anche ricordato che, proprio nel corso della Giunta regionale di ieri, è stata approvata una delibera che condivide le motivazioni ed i contenuti della proposta di ordine del giorno presentata dalla Federazione Regionale Coldiretti. L’ordine del giorno intende sollecitare il Ministro delle Politiche Agricole e il Ministro della Salute affinchè ci sia il rispetto, da parte della Commissione europea, del termine del 13 dicembre 2013, imposto dal regolamento n.1169/2011/CE, per l’attuazione dell’obbligo di indicazione del Paese d'origine o del luogo di provenienza di una serie di prodotti alimentari.
“Una battaglia in linea con gli obiettivi della Regione - ha commentato Vendola – e cioè quelli di favorire la crescita del sistema agroalimentare e nello stesso tempo garantire la tutela del consumatore, migliorare il posizionamento dei prodotti sui mercati attraverso la qualità e la sicurezza alimentare e valorizzare e tutelare le produzioni agroalimentari tipiche pugliesi. Una sfida importante, che ha come orizzonte la prospettiva di rilancio dell’agricoltura italiana, architrave del sistema economico del nostro Paese”.