BARI - Quando circa sei mesi fa i competenti dei Servizi della Commissione Europea rimandarono al Ministero dell'Agricoltura e alla Regione Puglia il Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Puglia segnalando ben 640 osservazioni, oltre 200 rispetto alla media delle altre Regioni italiane, non occorreva essere esperti di PSR per comprendere che il documento era una sonora bocciatura di chi, con arroganza e presunzione, asseriva che invece quello presentato a Bruxelles fosse un documento di qualità in grado di intercettare le variegate esigenze del tessuto agricolo e rurale pugliese. Così in una nota il consigliere regionale di Oltre con Fitto, Erio Congedo
All’epoca - prosegue - questa bocciatura fu sottovalutata e catalogata come una “normale interlocuzione” tra la Regione Puglia e i Servizi della Commissione Europea. E, invece, quella che sembrava essere solo un “rimandato a settembre” diventa oggi, come da noi preventivato, una “bocciatura” vera e propria. Tutto da rifare con il rischio concreto e catastrofico di perdere la prima annualità pari a 210 milioni di euro, una boccata d’ossigeno indispensabile per l’Agricoltura pugliese.
Ora è chiaro che la sciatteria e il mancato controllo del livello politico, rivelatosi totalmente non all’altezza del ruolo ricoperto è sotto gli occhi di tutti. Ora non ci resta che sperare che il nuovo assessore riesca a recuperare il recuperabile nel giro di solo un mese.
Ma non possiamo non rilevare una totale inadeguatezza anche di chi tecnicamente ha redatto il Piano. E allora, a questo punto, sarebbe opportuno fare chiarezza: chi ha redatto il PRS e, se struttura esterna, quale compenso è stato previsto?. Anche perché fin dall’inizio non hanno brillato: il Piano fu presentato a Bruxelles con tre mesi di ritardo (scadenza 22 luglio del 2014, la Regione Puglia lo ha presentato ad ottobre). E oggi anche quel ritardo rischia di farci la prima annualità pari a 210 milioni di euro. Nel giorno in cui la Regione Puglia è chiamata nuovamente a rappresentare l’Agricoltura italiana in tutti i contesti se ciò avvenisse sarebbe davvero il paradosso dei paradossi, conclude Congedo.
All’epoca - prosegue - questa bocciatura fu sottovalutata e catalogata come una “normale interlocuzione” tra la Regione Puglia e i Servizi della Commissione Europea. E, invece, quella che sembrava essere solo un “rimandato a settembre” diventa oggi, come da noi preventivato, una “bocciatura” vera e propria. Tutto da rifare con il rischio concreto e catastrofico di perdere la prima annualità pari a 210 milioni di euro, una boccata d’ossigeno indispensabile per l’Agricoltura pugliese.
Ora è chiaro che la sciatteria e il mancato controllo del livello politico, rivelatosi totalmente non all’altezza del ruolo ricoperto è sotto gli occhi di tutti. Ora non ci resta che sperare che il nuovo assessore riesca a recuperare il recuperabile nel giro di solo un mese.
Ma non possiamo non rilevare una totale inadeguatezza anche di chi tecnicamente ha redatto il Piano. E allora, a questo punto, sarebbe opportuno fare chiarezza: chi ha redatto il PRS e, se struttura esterna, quale compenso è stato previsto?. Anche perché fin dall’inizio non hanno brillato: il Piano fu presentato a Bruxelles con tre mesi di ritardo (scadenza 22 luglio del 2014, la Regione Puglia lo ha presentato ad ottobre). E oggi anche quel ritardo rischia di farci la prima annualità pari a 210 milioni di euro. Nel giorno in cui la Regione Puglia è chiamata nuovamente a rappresentare l’Agricoltura italiana in tutti i contesti se ciò avvenisse sarebbe davvero il paradosso dei paradossi, conclude Congedo.